E’ il 13 maggio. Il sole sta per tramontare. Con le sue piccole amiche, Adelaide si precipita nel prato del villaggio, spingendo la sua carriola, a coglier fiori per l’altarino del casolare. Corre, con loro, tutt’intorno alla ricerca di quelli più belli da mettere nella carriola.
Improvvisamente, però, si ferma, dinnanzi a un magnifico fiore di sambuco, che purtroppo, non può prendere perché troppo in alto per lei. E per qualche istante lo ammira, rassegnata ad allontanarsi. Ma proprio in quel mentre due colombi bianchissimi attraversano il suo sguardo attirandolo in alto, verso un punto di luce dorata, acceso nel cielo. È un piccolo sole che procede, da Oriente, verso di lei e in pochi istanti la investe avvolgendola nella sua luce sfavillante, che si aprirà con la visione della Santa Famiglia.
Mille volte ricordato, questo inizio è ben noto a coloro che conoscono la storia delle apparizioni di Ghiaie. Tuttavia, è necessario rammentarlo sempre, anche quando si ripensano le apparizioni, perché solo scoprendo il significato dei diversi momenti in cui questo inizio si svolge, è possibile intraprendere l’itinerario di comprensione delle stesse apparizioni e addentrarsi nel mondo di Luce che aprono ai nostri occhi e all’anima.
In particolare, occorre fermare il pensiero su due elementi principali:
- la coppia dei colombi che conducono lo sguardo di Adelaide in alto nel cielo
- la Luce accesa a Oriente che si aprirà mostrando agli occhi di Adelaide, la Santa Famiglia.
Questi due elementi costituiscono infatti, come la porta d’ingresso all’intero ciclo epifanico e al suo significato più profondo.
La coppia dei colombi bianchi ci parla immediatamente dell’Amore, e ci introduce naturalmente nello spirito delle apparizioni aprendo la nostra mente al tema centrale delle stesse: la coppia come immagine dell’Amore, luogo di nascita di tutto ciò che è famiglia e d’incontro fra l’amore umano e l’amore divino, figura della stessa Sapienza divina.
La Luce che si accende a Oriente è segno della Luce increata, la “Luce senza tramonto”, e ci porta là dove nasce per noi la vera Luce, il Verbo di Dio, che, per opera dello Spirito Santo, si è incarnato nel seno della Vergine Maria: Luce da Luce, Dio vero da Dio vero, sceso da Cielo per abitare in mezzo a noi, farsi Eucarestia e condurci all’Amore. Quella Luce accesa ad oriente ci porta a Betlemme. La dove nasce il Redentore e principia la storia della salvezza.
E’ indispensabile cominciare da qui, e, continuando a impegnare il pensiero su questi primi elementi, metterci in cammino con Adelaide alla scoperta del meraviglioso mondo aperto da quella Luce, la Luce del Vangelo, la Luce della Parola ch’è s’è fatta carne per abitare in mezzo a noi.
(Prima d’iniziare corre l’obbligo di segnalare – a coloro che di fronte a Dio hanno il compito di decidere per la Chiesa – il gravissimo errore di negare la soprannaturalità delle apparizioni, solo per sostenere l’opera distruttiva di don Cortesi, il quale, mediante un’Inquisizione violenta, ha decretato, per primo, la non soprannaturalità delle stesse apparizioni, imponendola alla Chiesa e ai Vescovi di Bergamo che, per non rifiutare quell’Inquisizione violenta, confermano il decreto di don Cortesi; da ultimo, l’attuale, Mons. Beschi, col suo Decreto, nel quale, in cambio della verità, si offre ai fedeli una falsa devozione nel tentativo illusorio di far credere sia possibile rinchiudere la Luce in un recinto. La dichiarazione di Mons. Beschi la si può ritrovare, a pag. 230, nel libro di don Luigi Cortesi: NELLE COSIDDETTE APPARIZIONI Dl GHIAIE NON CONSTA IL CARATTERE SOPRANNATURALE, ANZI CONSTA IL CARATTERE NATURALE. ESSE SONO UNA CREAZIONE PSEUDOLOGICA FANTASTICA DELLA BAMBINA ADELAIDE RONCALLI – Il problema delle apparizioni di Ghiaie, S.E.S.A. Bergamo, 1945 – scritto nel Seminario Vescovile, edito dalla Curia di Bergamo e usato dal Tribunale Ecclesiastico per condannare Adelaide e le apparizioni:).