Tralasciando, per ora, i pensieri di Adelaide sui due santi, Matteo e Giuda Taddeo (che affiancano la Madonna, nell’apparizione di Pentecoste, 28 maggio 1944) dai quali traspare il grande dolore per il martirio sofferto,
proseguiamo le riflessioni esposte negli articoli precedenti sul rapporto fra il peccato e la Grazia, tema centrale del messaggio di Ghiaie,
esaminando l’apparizione del 29 maggio 1944 (successiva a quella di Pentecoste) nella quale si evidenzia una mirabile continuità sapienziale con le precedenti, che in essa trovano il compimento.
E per meglio comprendere questa apparizione, in particolare gli ammonimenti della Madonna espressi all’inizio della stessa, iniziamo dalla fine del racconto di Adelaide, relativo a quel giorno, ovvero dal bacio della Madonna alla piccola veggente martire, mentre con Lei si allontanano le colombe che teneva nelle mani.
Scrive Adelaide:
“Mentre la Madonna portava la mano alla bocca per mandarmi un bacio con l’indice e il pollice uniti, le due colombine le svolazzarono d’intorno e accompagnarono la Madonna mentre si allontanava adagio adagio”
Due azioni contemporanee vengono evidenziate dunque, in questo breve racconto. Ovvero:
- il bacio della Madonna ad Adelaide con l’indice e il pollice uniti,
- il volo libero dei colombi che seguono Maria nel suo allontanarsi verso il Cielo.
Cosa lega queste due azioni?
Per capirlo occorre innanzitutto rammentare che, ricordando quel bacio sublime, Adelaide dirà che la Madonna ha unito l’indice e il pollice della sua mano come fa il sacerdote quando tiene l’Ostia consacrata prima di offrirLa ai credenti per unirli a Gesù.
Questo ricordo di Adelaide è prezioso perché ci permette di vedere nel bacio di Maria il legame Eucaristico mediante il quale la Madonna unisce Adelaide al Suo Divin Figlio, come Sua piccola sposa.
Maria infatti, accosta alle labbra l’indice al pollice della mano, a formare un anello nuziale, con il quale unisce, mediante il bacio e il Suo respiro, la piccola veggente martire al Suo Divin Figlio.
E’ il bacio Eucaristico, dono sublime di Maria alla figlia prediletta chiamata
- a farsi Suora Sacramentina (come le aveva annunciato nella seconda apparizione del 14 maggio),
- e portare a tutti quel bacio Eucaristico, come sublime viatico per unire tutti in una sola Famiglia in Cristo.
(nel simbolo dell’anello formato dall’indice e pollice uniti, che si chiude in se stesso unendo l’inizio e la fine, riconosciamo la Verità Prima della Parola di Dio: ovvero che il Verbo di Dio incarnato nel seno della sempre Vergine Maria è l’Alfa (Α) e l’Omega (Ω) – il Principio e la Fine – il Tutto che tutto riunisce, perché Amore infinito).
Non è difficile comprendere allora, cosa lega il bacio di Maria al volo dei colombi,
i quali possono volare liberi nel Cielo, attorno alla Madonna, avendo ricevuto, attraverso Lei, la Grazia Eucaristica che li ha riuniti nell’amore, in Comunione con Cristo Crocifisso e Risorto.
Giunti a questo punto, dopo aver esaminato la fine del racconto di Adelaide, non è certo arduo capire la ragione degli accorati e pressanti appelli espressi quel giorno dalla Madonna ad Adelaide, all’inizio dell’apparizione.
A cominciare dall’ultimo:
“Prega molto per coloro che hanno l’anima ammalata; il Figlio mio Gesù è morto sulla croce per salvarli. Molti non capiscono queste mie parole e per questo io soffro”
Appello che richiama, e completa, quello pronunciato dalla Madonna all’inizio dell’apparizione precedente, solennità di Pentecoste:
“Prega per i peccatori ostinati che fanno soffrire il mio cuore perché non pensano alla morte”
Nei quali, appelli, possiamo evidenziare il pressante monito
a ricordare
quale terribile sofferenza è costata a Gesù (e anche a lei, Sua Madre Corredentrice) la salvezza delle anime,
e capire
che Lei non può aiutare i peccatori, se non ascoltano le Sue parole e rimangono nel peccato. Perché, scegliendo di rimanere nel peccato, non può raccoglierli nelle Sue mani ed elevarli al Suo Cuore alla Comunione con il Suo Divin Figlio per liberarli dal peccato.
Davvero terribilmente angosciose sono le parole della Madonna, nelle quali si intravede il senso profondo del messaggio di tutte le 13 apparizioni di Ghiaie.
E’ come se quel giorno, più di altri giorni, la Madonna implorasse Adelaide, e, attraverso lei, la Chiesa, dicendo:
PREGATE PER I PECCATORI CHE MI FANNO TANTO SOFFRIRE PERCHÉ RIFIUTANO IL SACRIFICIO DEL MIO DIVIN FIGLIO, CHE IN ME SI È INCARNATO, E HA TANTO SOFFERTO MORENDO SULLA CROCE, PER LIBERARLI DAL PECCATO.
E AIUTATEMI A FARLI TORNARE ALLA CHIESA DELLA QUALE SONO MADRE, AFFINCHE’ POSSA PRENDERLI NELLE MIE MANI PIENE DI GRAZIA ED ELEVARLI AL MIO CUORE PER UNIRLI IN COMUNIONE CON IL MIO DIVIN FIGLIO, E CONDURLI IN CIELO.
Non è secondario rimarcare che quel giorno, successivo a Pentecoste, simboleggia il tempo della Missione della Chiesa, nata a Pentecoste.
Per questo, ancor più chiari risuonano gli altri moniti della Madonna alla santificazione della sofferenza, espressi all’inizio dell’apparizione del 29 maggio:
“Gli ammalati che vogliono guarire devono avere maggiore fiducia e santificare la loro sofferenza se vogliono guadagnare il Paradiso.
Se non faranno questo non avranno premio e saranno severamente castigati.
Spero che tutti quelli che conosceranno la mia parola faranno ogni sforzo per meritarsi il Paradiso.
Quelli che soffriranno senza lamento otterranno da me e dal Figlio mio qualunque cosa chiederanno.”
Con questi moniti severi la Madonna ricorda che il passaggio di Grazia nelle Sue mani è un transito di Croce in Comunione con il Suo Divin Figlio, il Verbo di Dio Che in Lei si è incarnato ed è morto sulla Croce per la salvezza delle anime
alla Cui sofferenza infinita, il peccatore deve unire la propria sofferenza, e così santificarla, per partecipare alla stessa Missione salvifica della Chiesa, della Quale è Madre.
Questo il senso profondo dell’apparizione del 29 maggio, assai importante perché i moniti della Madonna sono rivolti in primo luogo ai Ministri Sacri della Chiesa,
soprattutto a quelli che, dopo essersi separati dalla Chiesa, dissimulando di appartenervi ancora, ne demoliscono subdolamente le Verità, impedendo ai peccatori d’intraprendere un vero cammino di ritorno e di affidamento nelle mani di Maria, per essere da Lei elevati alla Comunione Eucaristica con Cristo Crocifisso, e ottenere così la Grazia della Liberazione dal peccato.
A COLORO CHE HANNO AVUTO LA PAZIENZA DI ARRIVARE FIN QUI – PER CONCLUDERE QUESTA PRIMA PARTE DI RIFLESSIONI – CHIEDIAMO DI RILEGGERE L’ARTICOLO SCRITTO SULL’ULTIMA APPARIZIONE (del 31 maggio 1944), IN ATTESA DI UNA SECONDA FASE DI RIFLESSIONI, NELLE QUALI VERRA’ RIPRESO E APPROFONDITO IL TEMA CENTRALE DELLE APPARIZIONI DI GHIAIE.