Nelle precedenti riflessioni si è mostrato
che la Madonna appare a Ghiaie – in sincronia con la liturgia della Chiesa nelle solennità dell’Ascensione e della Pentecoste – per ricordare alla Chiesa – della Quale è immagine e Madre – la Missione Salvifica di liberare il genere umano dalla schiavitu’ del peccato per condurlo all’Unica Comunione d’Amore, nella Luce del Regno di Dio.
E’ un Discorso sapienziale molto semplice e chiaro quello che la Madonna comunica alla Chiesa, affinché la Chiesa lo comprenda, e si riconosca in Lei.
Ma la Chiesa non utilizza i mezzi a sua disposizione, scegliendo di negare questo riconoscimento, nonostante l’evidenza.
Perché’?
Cosa impedisce alla Chiesa di ritrovare in Maria apparsa alla piccola Adelaide la piena corrispondenza e identità con se stessa – con la propria natura?
E come può confermare la profezia pronunciata dalla Madonna il 19 maggio 1944 (nella settima apparizione successiva all’Ascensione) allorquando, presentandosi tutta azzurra, ha assicurato: “Sarò riconosciuta dalla Chiesa”?
Non è difficile, per la Chiesa, trovare la via per giungere a questo fine.
C’è una persona tanto vicina alla Chiesa, alla quale la Chiesa può guardare per riconoscersi in Maria apparsa alla piccola Adelaide.
Nelle apparizioni accompagna sempre la coppia dell’Incarnazione, Gesù-Maria, mostrandosi sempre vestita nello stesso modo (lo si deduce facilmente anche se Adelaide descrive il suo abito soltanto nell’apparizione del 19 maggio 1944).
Padri, Dottori, e scrittori della Chiesa hanno scritto tanto su questa persona.
Non è difficile scoprirlo.
E’ Giuseppe,
il santo che la Divina Provvidenza ha messo accanto a Maria, per accompagnare con Lei, il Divin Figlio nato da lei per opera dello Spirito Santo, nell’opera di Salvezza del genere umano.
Adelaide lo descrive così:
San Giuseppe vestiva di marrone; dalle sue spalle scendeva un pezzo di stoffa pure marrone a forma di mantello, e nella mano destra teneva un bastoncino con il giglio fiorito
Ponendoci rispettosamente innanzi a questo grande santo, subito scorgiamo in lui l’immagine dell’umile guida paterna, visibile, oltre che nella tunica e nel mantello, soprattutto nel bastone impugnato nella mano destra, figura del vincastro di cui il bastone è sinonimo.
E, a partire da questa scoperta, saremmo tentati di indagare oltre, evidenziando altre immagini di guida paterna, che già intravediamo in lui.
Per ora, tuttavia, cerchiamo di limitare la nostra attenzione al giglio fiorito sul vincastro di Giuseppe – che, com’è noto, simboleggia la verginità di Giuseppe e la sua purezza –
perché proprio in questo fiore ritroviamo quello specchio, attraverso il quale la Chiesa può vedere la purissima verginità di Maria, e in Lei riconoscere la propria natura.
Padri, Dottori, santi e scrittori della Chiesa hanno tante volte ribadito che
la verginità di Maria e la verginità di Giuseppe erano una stessa verginità,
come l’umiltà dell’uno era l’umiltà dell’altra, così come la loro carità era una medesima carità, e la loro pazienza una medesima pazienza, poiché condividevano una medesima anima, una medesima vita celeste e divina.
Padri, Dottori, santi e scrittori della Chiesa hanno altresì sempre esortato
a vedere in Giuseppe e Maria, non solo due sposi che contraggono un matrimonio, ma una Verginità che si sposa ad un’altra verginità,
e comprendere che, accanto alla Vergine Maria, Giuseppe ha perfezionato la purezza tanto da conferire a questa eccelsa virtù uno splendore capace d’abbagliare gli angeli, sembrando più puro dell’Arcangelo Gabriele che si è trattenuto con Maria per l’Annuncio.
Perché così si richiedeva da lui, affinché fosse degno padre della Santità medesima e vero sposo della Regina de Santi.
Per questo – affermano ancora Padri, Dottori, santi e scrittori della Chiesa – si può credere che Maria ha consacrato la verginità di Giuseppe, come il Verbo di Dio fatto uomo ha consacrato la verginità di Maria, così da apparire non solamente come Figliuolo d’un padre vergine, ma della Verginità medesima.
Le apparizioni di Ghiaie ricordano questo,
e invitano a vedere Giuseppe come specchio puro di Maria, la sposa del Cantico, raffigurata anche Lei come un giglio.
Ma cosa impedisce alla Chiesa di riconoscersi in Maria, attraverso san Giuseppe?
La ragione appare evidente, per contrasto, guardando il giglio di Giuseppe.
E’ il peccato impuro.
Che acceca, allontana dalla Grazia di Dio, e sospinge alla violenza brutale causa di guerre e malattie, conducendo infine alla morte eterna.
Approfondiremo questo tema tornando a esaminare la visione del 21 maggio 1944, in particolare l’azione distruttiva del cavallo che calpesta furiosamente i gigli, simbolo della purezza, della quale Giuseppe mostra l’emblema sul bastone fiorito.
A tal fine ricordiamo il continuo ammonimento della Madonna ad evitare “certi peccati”, espressione nella quale si riconosce, appunto, il peccato impuro.
Ricordiamo altresì, una precedente riflessione su san Giuseppe in questo sito.