PREMESSA
L’apparizione simbolica del 21 maggio, a conclusione del primo ciclo di 9 apparizioni, mostra l’azione di san Giuseppe che riconduce il peccatore alla chiesa, e prepara la successiva apparizione, quella di domenica 28 maggio, solennità di Pentecoste, nella quale, come si è visto, l’azione paterna di San Giuseppe è completata da quella materna di Maria Santissima, Che eleva il peccatore – reintegrato nella chiesa – al Suo Sacro Cuore per riunirlo a Cristo nella Grazia di Dio.
Le apparizioni di Ghiaie invitano dunque, a intraprendere un itinerario interiore (Itinerarium mentis in Deum) e a pensare l’anima umana come luogo primo di questo itinerario, per riscoprirne il fondamento divino.
A questo fine ripubblichiamo l’intero racconto scritto da Adelaide dell’apparizione del 21 maggio 1944
Anche questa apparizione fu preceduta dai colombi e nel punto luminoso si manifestò la Sacra Famiglia vestita come ieri, in mezzo a una chiesa. Verso la porta principale c’era: un asino color grigiastro, una pecora bianca, un cane dal pelo bianco con macchie marroni, un cavallo del solito color marrone. Tutte le quattro bestie erano inginocchiate e muovevano la bocca come se pregassero. Ad un tratto il cavallo si alzò e passando vicino alle spalle della Madonna, uscì dalla porta aperta e s’incamminò sull’unica strada che conduceva ad un campo di gigli, ma non fece in tempo a calpestarne quanti voleva perché San Giuseppe lo seguì e lo riprese. Il cavallo, appena vide San Giuseppe, cercò di nascondersi vicino al muricciolo che serviva di cinta al campo dei gigli: qui si lasciò prendere con docilità, e, accompagnato da San Giuseppe ritornò in chiesa, ove s’inginocchiò e riprese la preghiera
……………………………………………………………………………………………………………………………….
Potremmo sintetizzare le precedenti riflessioni sull’apparizione del 21 maggio 1944,
nel seguente assunto:
il cavallo, figura del peccatore, riconosce in san Giuseppe il riflesso puro della sublime Coppia dell’Incarnazione Che contemplava nella chiesa. Verso la quale torna, guidato da san Giuseppe, per ritrovare la Comunione con Dio e l’unità in se stesso.
E fermarci a questo assunto, soddisfatti di aver capito il significato di quell’apparizione.
Ma subito comprendiamo che non è sufficiente.
Due domande almeno, sorgono spontanee.
La prima:
come può un animale, come il cavallo, raffigurare una persona?
E poi:
se il cavallo raffigura una persona, cosa rappresentano gli altri animali, quelli che rimangono nella chiesa?
Per rispondere a queste domande, dobbiamo capire innanzitutto cosa rappresenta la chiesa nel racconto di Adelaide,
che, lo ricordiamo, ancora, scrive così:
Anche questa apparizione fu preceduta dai colombi e nel punto luminoso si manifestò la Sacra Famiglia, vestita come ieri, in mezzo a una chiesa. Verso la porta principale c’era: un asino color grigiastro, una pecora bianca, un cane dal pelo bianco con macchie marroni, un cavallo del solito color marrone. Tutte le quattro bestie erano inginocchiate e muovevano la bocca come se pregassero.
Fin dalla prima lettura, in questo brano si vede bene che la chiesa è connotata dalla presenza della Sacra famiglia, posta al centro della chiesa stessa,
nella quale, alla Luce della Parola di Dio, non è difficile riconoscere l’anima umana,
al centro della quale si trova – come inabitazione della Santissima Trinità – la Sacra Famiglia, formata dalla coppia dell’Incarnazione, e san Giuseppe.
Che costituisce il fondamento dell’anima,
e dunque dell’uomo
- creato da Dio come coppia, per costituire la famiglia, a immagine di Dio Santissima Trinità, posta fin dal Principio al centro della sua anima,
- in vista dell’Incarnazione del Verbo di Dio nel seno dell’Immacolata Sempre Vergine Maria, ad opera dello Spirito Santo, a costituire, con san Giuseppe, la Sacra Famiglia,
- e delle nozze eterne fra Cristo e la Chiesa, a costituire la Comunione dell’umanità con Dio Santissima Trinità, in una sola famiglia.
Verità prima, questa, sull’uomo, grazie alla quale,
possiamo facilmente riconoscere nei quattro animali – che pregano inginocchiati nei pressi della porta principale della chiesa – l’elemento totalmente creato dell’uomo, ovvero le disposizioni virtuose originarie dell’anima umana, orientate al sublime modello d’Amore Famigliare posto al centro dell’anima.
E così comprendere che tutto l’uomo – potenzialmente unità di creato e increato nella sua stessa struttura – è chiamato fin dal Principio a edificarsi, a immagine di Dio Santissima Trinità, come famiglia – sul modello d’Amore della Sacra Famiglia – per realizzare la Comunione con Dio, in una sola famiglia con Lui.
Contesto sapienziale, questo, alla luce del quale non è difficile vedere, per contrasto,
- la dinamica del peccato nell’azione del cavallo, figura di una delle disposizioni virtuose dell’anima – ovvero lo slancio d’amore – dis-orientata dalla seduzione di uno spirito maligno,
- che l’uomo – creato libero da Dio (la porta della chiesa è aperta) – ha accettato spudoratamente (Il cavallo si alza ed esce dalla chiesa passando senza pudore davanti alla Madonna);
- separando questa disposizione virtuosa dalle altre (gli altri animali), e trasformandola in desiderio impuro, per identificarsi in esso, dividendosi così, sia in se stesso che dal modello d’Amore di Dio posto al centro dell’anima;
- e vivere un’esistenza depravata e individualistica, contraria alla famiglia, calpestando la purezza dell’anima (i gigli del campo distrutti furiosamente) e condannandosi, accecato (senza la Grazia di Dio), a una storia di violenza.
L’apparizione del 21 maggio, nella sua composizione figurativa e nella sua dinamica, c’invita dunque, a riflettere sull’anima umana creata come chiesa di Dio e sul peccato che separa l’anima da Dio,
ma anche a intraprendere il cammino di conversione e ritorno a Dio, seguendo il cavallo ammansito dallo sguardo di san Giuseppe,
nel quale, anche noi, come il cavallo, possiamo riconoscere lo sguardo dolcissimo di Gesù, il Verbo di Dio, Che ancor Bambino, si poneva nelle braccia di Giuseppe, unendo il proprio Cuore al suo.
E in questo sguardo lasciarsi, anche noi, ricondurre alla chiesa, dove possiamo ritrovare, in quel Bambino, Che ci attende in braccio a Maria, il sublime modello d’Amore della Sacra Famiglia iscritto al centro dell’anima, per essere in Lui, famiglia col prossimo e con Dio.
Prima di concludere questa riflessione si ritiene necessario rimarcare che il cammino di conversione, assai arduo da compiere, è possibile solo con la guida di san Giuseppe, l’unico che può condurci al centro dell’anima, e allontanarci da altre seduzioni del maligno che per separare l’uomo da Dio lo induce a edificarsi su fondamenti contrari a Dio.
Come ci avverte la Parola di Dio che in san Paolo (Prima lettera ai Corinizi, 3, 9-17) così ammonisce severamente:
Secondo la grazia di Dio che mi è stata data, come un sapiente architetto io ho posto il fondamento; un altro poi vi costruisce sopra. Ma ciascuno stia attento come costruisce. Infatti, nessuno può porre un fondamento diverso da quello che gia vi si trova, che è Gesù Cristo. Non sapete che siete tempio di Dio e che lo Spirito di Dio abita in voi? Se uno distrugge il tempio di Dio, Dio distruggerà lui. Perché santo è il tempio di Dio, che siete voi.
Brano questo, di capitale valore, per comprendere, non solo l’apparizione del 21 maggio, ma l’intero DISCORSO SAPIENZIALE contenuto nel ciclo epifanico di Ghiaie, offerto per Grazia di Dio alla Chiesa del nostro tempo tenebroso,
in cui molti pastori d’anime non guardano più a san Giuseppe come loro modello e cedono all’impurità,
lasciando che l’uomo, non vedendo in loro la purezza di Cristo, ponga la propria esistenza su un fondamento contrario a Cristo, e venga distrutto.
NB. si ritene necessario altresì, ricordare che la spiritualità di Monsignor Bernareggi, Vescovo di Bergamo al tempo delle apparizioni di Ghiaie, era fondata sulla “INABITAZIONE DELLA SANTISSIMA TRINITA’ NELL’ANIMA“, grazie alla quale avrebbe potuto facilmente comprendere il messaggio delle stesse apparizioni.
Perché lo si ricordi all’attuale Vescovo Francesco Beschi, al quale si chiede di rinnovare la spiritualità del predecessore e riconoscere il dono prezioso delle apparizioni di Ghiaie per le anime.
Ottimo il richiamare i vescovi che faranno finta di niente ilorocollaboratori
che ti leggono .
A me che piango in continuazione ricordarmi che sono TEMPIO
DELLO SPIRITO SANTO.
BELLISSIMO COMMENTO .
GRAZIE