Il diario scritto da Adelaide nel 1953, grazie al quale possiamo continuare le nostre riflessioni sulle apparizioni di Ghiaie è un vero miracolo.
In quell’anno, infatti, Adelaide entra nella Famiglia delle suore Sacramentine, come le aveva indicato la Madonna, e in quella Luce di Paradiso, liberate da fitte tenebre, le immagini che il Cielo le aveva donato, riaffiorano alla sua mente in tutto il loro splendore accecante, illuminando le pagine del Diario a formare un ricchissimo Discorso Sapienziale.
Che tentiamo di ritrovare – consapevoli della nostra inadeguatezza rispetto a tale immenso dono di Grazia – con le riflessioni pubblicate in questo sito,
affrontando, ora, l’esame della 7a apparizione (19 maggio 1944),
nella quale si ripresentano le tre persone della Santa Famiglia, accompagnate dagli angioletti rosa e azzurri – comparsi per la prima volta, come si ricorderà, nei due giorni precedenti (17 e 18 maggio), Tempo dell’Ascensione, attorno alla Madonna apparsa senza Gesù Bambino e senza san Giuseppe.
Così scrive Adelaide, rievocando la 7a apparizione:
La Madonna aveva il vestito e il velo celeste; una fascia bianca le cingeva i fianchi; aveva le rose ai piedi e la corona fra le mani. Gesù Bambino vestiva ancora di rosa con le stelline d’oro e le mani congiunte; il suo volto era sereno quasi sorridente. San Giuseppe era sereno, ma non sorrideva, vestiva di marrone; dalle sue spalle scendeva un pezzo di stoffa pure marrone a forma di mantello, e nella mano destra teneva un bastoncino col giglio fiorito. C’erano gli angioletti. La Madonna mi guardò sorridendo…
Prima di ricordare le parole che la Madonna ha detto ad Adelaide dopo averle sorriso – poiché la molteplicità degli elementi che formano il complesso figurativo/simbolico di questa apparizione possono disperdere l’attenzione –
occorre fissare innanzitutto lo sguardo sul colore celeste, ovvero azzurro chiaro, che riveste totalmente la Madonna, e rammentare che l’azzurro colora la Madonna anche nelle prime quattro apparizioni.
Come si ricorderà infatti,
- nelle prime due apparizioni l’azzurro colora il velo della Madonna,
- nelle successive due l’azzurro colora l’abito,
- nelle altre due, invece, al Tempo dell’Ascensione, l’azzurro non compare, nè sul velo, né sull’abito, colorati rispettivamente di rosso e verde.
- ma nella settima e ottava l’azzurro torna, e questa volta nella dimensione chiara del celeste (formato dall’azzurro carico di bianco), colorando sia il velo che l’abito.
Per comprendere questa successione del colore azzurro, è necessario considerare innanzitutto l’azzurro in relazione al bianco – visto che l’azzurro appare sempre in relazione al bianco – e a tal guisa, ripercorrendo le prime otto apparizioni, secondo il ritmo binario con cui si succedono, riflettere sulla seguente sequenza:
PRIMA E SECONDA APPARIZIONE (13 e 14 maggio): velo azzurro e abito bianco, con rose bianche ai piedi e Rosario bianco.
TERZA E QUARTA APPARIZIONE (15 e 16 maggio): abito azzurro e velo bianco, con rose bianche ai piedi e Rosario bianco.
QUINTA E SESTA APPARIZIONE (17 e 18 maggio): abito rosso e velo verde, con rose bianche ai piedi e Rosario bianco.
SETTIMA E OTTAVA APPARIZIONE (19 e 20 maggio): abito e velo celeste, ovvero azzurro/bianco, e fascia bianca ai fianchi, con rose bianche ai piedi e Rosario bianco.
E poi, dopo aver fissato bene questa sequenza di colori, di nuovo ripercorrere le prime sei apparizioni rammentando i “titoli” con cui la Madonna vuole essere riconosciuta in relazione ai colori con cui si riveste, per scoprire alla fine con quale titolo vuol essere riconosciuta nella 7a e 8a apparizione.
Ripercorrendo dunque le prime sei apparizioni, si ricorderà che
1) nelle prime due (13 e 14 maggio) la Madonna si mostra come Madre del Verbo, poiché il velo azzurro indica che, per opera dello Spirito Santo, ha concepito il Verbo di Dio, sceso dal Cielo (azzurro) per prendere da Lei – Immacolata (vestito bianco) e Tutta Pura (rose bianche ai piedi) – la carne umana (vestito rosa di Gesù Bambino);
2) nelle due successive (15 e 16 maggio), la Madonna si mostra come Sposa del Figlio Crocifisso, poiché l’abito azzurro indica che, nel “mirabile Scambio”, Lei, Immacolata e Tutta Pura, è diventata una sola cosa col Divin Figlio sceso dal Cielo (azzurro), e dunque Sua sposa (velo bianco), per accompagnarlo nella Passione fino alla Crocifissione (vestito rosa di Gesù Bambino tempestato di stelline che indicano, come abbiamo visto, la carne dolente, ricevuta dalla Madre, carica del dolore innocente);
3) nella 5a e 6a apparizione, infine, al Tempo dell’Ascensione (17, 18 maggio), col vestito rosso, il velo verde e le rose bianche ai piedi (colori che rimandano alle tre virtù teologali), la Madonna si mostra come la Corredentrice, nella sua intima partecipazione alla Santissima Trinità, Che L’ha creata, Immacolata, in vista della partecipazione all’Opera della Redenzione che avrebbe compiuto il Figlio, e donata, per questo compito, al Figlio, come Sua Madre (come avverrà con l’Incarnazione) e Sua Sposa (come avverrà alla Crocifissione).
A questo punto, allora, dopo aver afferrato la relazione fra i colori con cui Maria si riveste e i titoli con cui intende essere identificata nelle prime sei apparizioni,
non è difficile scoprire con quale titolo vuol essere riconosciuta nella 7a apparizione mostrandosi tutta celeste, colore nel quale l’azzurro e il bianco, non più distinti, si fondono.
Per capirlo, occorre semplicemente considerare il passaggio dalla distinzione dell’azzurro dal bianco con cui si mostra la Madonna nelle prime quattro apparizioni, alla loro fusione nel celeste che la riveste nella 7a apparizione.
- Mentre infatti, nelle prime due apparizioni l’azzurro colora solo il velo e il bianco colora l’abito a indicare Maria come Madre del Verbo,
- e nelle altre due apparizioni il bianco colora il velo e l’azzurro colora solo l’abito, a indicare Maria come Sposa del Crocifisso,
- nella 7a apparizione, essendo l’azzurro e il bianco fusi nel celeste che colora sia il velo che l’abito, in Maria possiamo vedere insieme la Madre e la Sposa.
Considerando poi che nella 5a e 6a apparizione la Madonna vestita dei colori teologali (bianco verde e rosso) si mostra come la Corredentrice,
si può concludere affermando che,
- avendo Dio santissima Trinità reso Maria partecipe del Suo Essere Trinitario, come Corredentrice, e, per questo compito, in vista della Crocifissione del Figlio, come Sua Madre, Sposa,
- in Maria possiamo vedere la creatura Immacolata, alla Quale la Santissima Trinità fin dal Principio ha donato il Cielo, rivestendola di Cielo, dove, fin dal Principio Vi è Assunta, come la Piena di Grazia, e dunque come Mediatrice di Grazia.
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Per comprendere meglio questo sublime “titolo” veicolato dal colore celeste che riveste la Madonna, occorre vederLa con Gesù Bambino tornato fra le Sue braccia col vestito rosa tempestato di stelline d’oro, e accompagnata da san Giuseppe (come nelle prime quattro apparizioni).
Contemplando la Santa Famiglia così ricomposta, possiamo infatti, vedere che il Mistero dell’Incarnazione ancor più si rischiara, proprio alla luce del colore celeste di Maria.
Maria tutta celeste col Bambino vestito di rosa fra le braccia, ci ricorda che grazie al Suo Fiat all’angelo, Ella si è disposta, come serva, a ricevere – per Opera dello Spirito Santo – nel Suo grembo immacolato (fascia bianca ai fianchi) – il Seme del Padre, aprendo così per tutti gli uomini il Cielo, Cui appartiene da sempre, e del Quale è da sempre Regina, rimanendo sempre serva.
Più compiutamente, si può dire che:
in virtù del “fiat” di Maria e del “mirabile scambio” – a partire dal quale, viene finalmente superata la disobbedienza di Eva che aveva spezzato ogni mediazione con Dio scegliendo il peccato – il Cielo viene riaperto, così che la Grazia di Dio passa di nuovo, in pienezza, attraverso la mediazione umana.
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Per comprendere ancor meglio il grande tema evidenziato fin qui, occorre fare un altro passo avanti, e orientare l’attenzione alle stelline d’oro sul vestito rosa di Gesù Bambino, figura, come abbiamo visto, della carne dolente del Redentore sulla Quale brilla, glorioso nella luce dorata, il dolore dei piccoli martiri di tutti i tempi chiamati da sempre a consoffrire con Gesù e partecipare, anch’essi, all’Opera della Redenzione.
Quelle stelline ci fanno capire che, non solo grazie all’atroce dolore di Maria, ma anche grazie all’immenso dolore di una schiera innumerevole d’innocenti, riassunto nell’infinito dolore sofferto nella Passione e sulla Croce da Cristo Innocente – da sempre unico sostituto di tutti davanti a Dio – l’uomo può chiedere e ottenere la Grazia di Dio.
Ovvero che:
al disegno della Redenzione e della Comunione d’Amore concepito dalla Santissima Trinità, sono contemplati anche i piccoli martiri di tutti i tempi, eletti anch’essi, perciò, nella Gloria di Dio, con Maria, e subordinati a Lei, come Mediatori di Grazia.
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Da ultimo, per completare ulteriormente la comprensione del complesso figurativo della settima apparizione, e approfondire il tema della Mediazione che ci viene offerto in pienezza nel vestito celeste di Maria, si consiglia di orientare lo sguardo, dal vestito rosa di Gesù Bambino tempestato di stelline d’oro, al coro di angeli rosa e azzurri, che attorniano la Santa Famiglia – apparsi, come si ricorderà, anche nei due giorni precedenti.
In quel coro angelico possiamo distinguere almeno tre realtà.
- l’immagine dell’umanità fanciulla angelicata considerata nella propria origine femminile (rosa) e maschile (azzurro), com’era al Principio, nel pensiero e nel progetto di Dio e alla Creazione, quando i progenitori vivevano nell’Ordine della Grazia e l’un l’altro erano mediatori di Grazia;
- la schiera dei Santi Innocenti chiamati all’Opera della Redenzione, che con la loro sofferenza pura, unita a quella infinita del Cristo Innocente ottengono, con Maria, di riaprire il Cielo e ottenere la Grazia della salvezza;
- il compimento della Comunione d’Amore dell’umanità con Dio – com’era al Principio, nel pensiero e nel progetto di Dio – in una sola Famiglia con Lui.
Contemplare la Madonna tutta celeste è dunque vedere, in Lei, già, la Chiesa nella pienezza della Grazia di Dio, affinché sia comunicata all’umanità, così da riunirla a Dio, in un solo corpo e in solo spirito, come una sola Famiglia.
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La riflessione potrebbe, per il momento, concludersi così.
Ma un particolare, apparentemente insignificante, colpisce, e suscita ancora una domanda.
Leggendo attentamente il racconto di Adelaide, ci accorgiamo che la Madonna sorride, come Gesù Bambino – anche se Lui accenna un sorriso – mentre san Giuseppe non sorride.
Perché questa diversità?
- Come abbiamo visto nella precedente riflessione, il sorriso della Madonna – pur adombrato dal dolore del Suo Cuore trafitto a causa delle anime che si perdono – riflette la gioia immensa del Paradiso, e perciò del Padre Eterno, all’Amore del Quale Ella chiama gli uomini esortandoli continuamente a fuggire e riparare il peccato, i cui effetti devastanti sono visibili nello strazio del dolore innocente. (Alla gente che, attraverso Adelaide, chiede se i bambini ammalati debbano essere portati al luogo delle apparizioni per essere guariti, la Madonna risponde: «No, non è necessario che proprio tutti vengano qui; quelli che possono vengano che, secondo i loro sacrifici saranno guariti o rimarranno ammalati, però non si facciano più peccati gravi»)
- Il sorriso appena accennato di Gesù Bambino, che prega con le mani giunte – in una continua supplica d’intercessione al Padre offrendo a Lui la Sua Santa Passione in favore dell’umanità peccatrice – lo possiamo comprendere perché quel Bambino è il Verbo di Dio Che si è fatto uomo, per morire sulla Croce e salvare gli uomini, sapendo che molti avrebbero consapevolmente rifiutato: non solo la Redenzione da Lui attuata sulla Croce costata tanto dolore, ma anche lo strazio sofferto dalla Madre Corredentrice per colmarli di Grazie, e persino il dolore dei piccoli martiri innocenti offerto a Dio per la loro salvezza.
- In san Giuseppe infine, che non sorride, riconosciamo il rimprovero del Padre Eterno Che ricorda agli uomini il male compiuto e la riparazione necessaria del peccato così da intraprendere il cammino di conversione, tanto importante, e vitale, non solo per la salvezza dell’anima, e delle anime, ma anche per lo stesso riconoscimento delle apparizioni quale Fonte di Grazia.
Dopo aver ammonito di non fare più peccati, alla richiesta da parte di Adelaide di fare qualche miracolo affinché la gente possa credere, la Madonna risponde così:
«Verranno anche quelli, molti si convertiranno ed io sarò riconosciuta dalla Chiesa».
Affermazione, grazie alla quale possiamo comprendere ancor meglio, che mostrandosi tutta celeste, la Madonna desidera essere riconosciuta dalla Chiesa con il titolo di Mediatrice di Grazia, affinché la Chiesa stessa lo sia.
A questo fine, occorre ricordare la grande promessa con cui la Madonna concluderà le apparizioni dicendo ad Adelaide:
«Prega per il papa e digli di fare presto perché voglio essere premurosa per tutti in questo luogo. Qualunque cosa mi si chiederà la intercederò presso mio Figlio».
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PS: questo articolo è un approfondimento di uno precedente dal titolo: Vestita d’azzurro, Maria piena di Grazia e Sede della Sapienza, per essere in pienezza Madre della Chiesa. Al termine del quale ci è sembrato scorgere una grande Verità, che traspare luminosissima nel colore celeste con cui si riveste Maria oltre il tempo dell’Ascensione. Ovvero, la Verità sancita dalla Chiesa nel Dogma della GLORIFICAZIONE DI MARIA CON L’ASSUNZIONE AL CIELO IN ANIMA E CORPO (proclamato da Papa Pio XII dopo sei anni dalle apparizioni di Ghiaie). Ricordando la quale, possiamo affermare che, COME LOURDES CONFERMA IL DOGMA DELL’IMMACOLATA CONCEZIONE PROCLAMATO quattro anni prima DA PAPA PIO IX – GHIAIE CONFERMA IL DOGMA DELL’ASSUNZIONE DI MARIA IN CIELO PROCLAMATO sei anni dopo DA PIO XII)