L’immenso tesoro di Grazia che il Cielo le ha donato, Adelaide lo ha riversato in un quaderno di terza elementare, ogni pagina del quale è formata da 10 righe.
E’ uno strumento molto povero, capace però, di suscitare grande stupore e meraviglia, allorché la Grazia di Dio permette d’intravedere in esso lo splendore di un grande tesoro sapienziale.
Le cui perle preziose cerchiamo, con umiltà, di estrarre, mediante queste riflessioni;
come la presente, che riguarda le due pagine (16 righe) in cui Adelaide ha raccontato l’ottava apparizione,
La quale, a una prima lettura, non sembra rilevante.
Nel suo breve racconto infatti, Adelaide ricorda soltanto l’esortazione della Madonna a capire quanto le ha detto nelle precedenti apparizioni, e l’avviso che le sarebbe apparsa l’indomani e per altri quattro giorni, dopo una settimana d’intervallo.
Questo, il racconto di Adelaide.
Domani sarà l’ultima volta che ti parlo, poi per sette giorni ti lascio pensare bene quanto ti ho detto. Cerca di capirlo bene perché fatta più grandicella ti servirà molto se vorrai essere tutta mia. Dopo questi sette giorni ritornerò ancora quattro volte.
Nella semplicità del racconto, subito colpisce la condizione posta dalla Madonna ad Adelaide con la frase: se vorrai essere tutta mia.
Che suscita diverse domande.
E ci chiediamo:
- era forse in grado Adelaide, a sette anni, di capire cosa intendeva dire la Madonna con quella frase?
- e quali parole pronunciate dalla Madonna, avrebbe dovuto ricordare, Adelaide, per soddisfare quella condizione?
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Prima di rispondere a queste domande, e per capire in profondità il significato di quella frase, occorre sfogliare il diario fino a incontrare, qualche pagina più avanti, nel racconto della dodicesima apparizione, questa affermazione della Madonna:
«Cara bambina, tu sei tutta mia».
E constatare che quel giorno la Madonna non pone alcuna condizione ad Adelaide. Non le dice più: «se vorrai essere tutta mia», ma, categoricamente, le dichiara: «tu sei tutta mia».
Come comporre questa contraddizione?
La condizione posta nell’ottava apparizione, con la frase espressa mediante il tempo futuro: «se vorrai essere tutta mia», appare infatti, in evidente opposizione con la dichiarazione enunciata nella successiva dodicesima apparizione, con la frase espressa mediante il tempo presente: «tu sei tutta mia».
Come avrebbe potuto, Adelaide, voler essere tutta di Maria se lo era già?
Per risolvere l’apparente contrasto e capire che le due frasi non collidono l’una con l’altra, iniziamo dapprima a dare significato all’affermazione categorica della Madonna: «Cara bambina tu sei tutta mia».
La quale si comprende ricordando che le parole della Madonna sono parole della Divina Sapienza e che, pronunciando la frase: «tu sei tutta mia», è come se avesse detto ad Adelaide:
Tu sei tutta mia, perché il mio Divin Figlio, Che tu vedi fra le mie braccia, per volontà del Padre e in unità con lo Spirito Santo, ha scelto di donarti a Me affinché tu mi appartenga in tutto, e diventi, con Me e come Me, una sola cosa con Lui, rimanendo sempre unita a Me.
Di conseguenza, ponendo la condizione: «se vorrai essere tutta mia», è come se la Madonna, rivelando ad Adelaide la sua elezione, le avesse ricordato la necessità della sua scelta con queste parole:
Fin dal Principio Dio ti ha scelto, donandoti a Me per essere tutta Sua, e ora che sei sulla terra aspetta il tuo sì a Me, come ha atteso il mio Sì all’angelo, sapendo che tu lo darai quando sarai più grandicella, come sapeva che avrei dato il mio Sì, senza condizioni, nel tempo deciso fin dal Principio, perché avvenisse in me l’Incarnazione del Verbo.
Dalla quale verità, si può facilmente comprendere che:
se con l’affermazione: «tu sei tutta mia», la Madonna ricorda ad Adelaide che dal Principio, prescelta da Dio, Le appartiene totalmente, come dono di Dio a Lei,
dicendole: «se vorrai essere tutta mia», la esorta a predisporsi a divenire, come Lei, Madre del Verbo di Dio, nella totale appartenenza a Lei, prescelta dal Padre e donata, Immacolata, al Figlio, in perfetto accordo con Lui e con lo Spirito Santo, in vista della Redenzione.
Più semplicemente:
dicendole: «se vorrai essere tutta mia» la Madonna richiama Adelaide a consacrarsi totalmente a lei come religiosa.
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A questo punto, non è difficile capire quel che Adelaide avrebbe dovuto ricordare obbedendo all’esortazione della Madonna: «ti lascio pensare bene quanto ti ho detto. Cerca di capirlo bene perché fatta più grandicella ti servirà molto se vorrai essere tutta mia»
Quel giorno, Adelaide avrebbe dovuto riportare alla mente le parole pronunciate dalla Madonna nella seconda apparizione, del 14 maggio, per chiamarla, appunto, alla vita religiosa.
Ovvero:
«fra tra il 14° e il 15° anno ti farai suora Sacramentina»
Grazie alle quali, parole, possiamo tradurre il pensiero rivolto dalla Madonna ad Adelaide con la seguente proposizione:
Cara bambina tu sei tutta mia perché Dio ti ha prescelto, ma occorre che tu scelga d’essere tutta mia, e, se lo vorrai, quando sarai più grandicella, fra il 14° e il 15° anno ti farai suora Sacramentina.
Età cardine, quella – fra il 14° e il 15° anno -; e momento supremo, per Maria e per la storia della Salvezza.
Perché a quell’età – la stessa nella quale le donne ebree si sposano – Lei, Maria Santissima, ha pronunciato il Suo Sì all’angelo, ricevendo nel Suo Seno, per opera dello Spirito Santo, il Verbo di Dio.
Età cardine e momento supremo, quello stesso, anche per Adelaide, che, pronunciando il suo sì a quell’età, sarebbe diventata, misticamente, con Maria e come Maria, MADRE DEL VERBO DI DIO.
Come prima conclusione possiamo perciò, affermare che:
dicendo ad Adelaide «se vorrai essere tutta mia», la Madonna ha voluto richiamare di nuovo il Grande Mistero dell’Incarnazione del Verbo di Dio in Lei; tema che caratterizza fin dalla prima apparizione il ciclo epifanico di Ghiaie, provvidenzialmente scelto dall’Eterno per quel Tempo di Pasqua, affinché questo Grande Mistero tornasse a fondamento del pensiero dell’uomo, oscurato in un tempo di tenebra.
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Per capire ancor meglio l’importanza del Mistero dell’Incarnazione nella chiamata di Adelaide alla vita religiosa, e contestualizzarla nel mirabile rapporto fra Eterno e tempo che illumina il ciclo epifanico di Ghiaie,
occorre inoltre, ricordare che,
in quello stesso tempo, e proprio nei giorni delle apparizioni, Adelaide attende il giorno della Prima Comunione, prevista per la Solennità di Pentecoste.
Questa coincidenza desta una grande meraviglia.
Soprattutto notare che,
proprio nei giorni in cui la Madonna chiede ad Adelaide di farsi suora Sacramentina per appartenerLe totalmente, la piccola veggente, prescelta dal Padre Eterno, si prepara a ricevere nell’anima il Divin Figlio nell’Ostia Consacrata, e divenire così, misticamente, per opera dello Spirito Santo, Sua piccola Sposa, iniziando a vivere, già da quel momento, la vocazione religiosa.
Sorprendente sincronia!
Grazie alla quale possiamo comprendere che, fin da quel momento Adelaide è chiamata pronunciare il suo sì a Maria, e in Lei unirsi a Gesù Eucarestia, come piccola suora Sacramentina, disponendosi, fin da quel giorno, al compito per cui è stata prescelta.
Ovvero:
donarsi come Ostia Eucaristica nel martirio inesausto che le è stato preparato dalla Santissima Trinità, e che la Madonna le ha preannunciato nella seconda apparizione.
Come si ricorderà, infatti, proprio quel giorno, 14 maggio, dopo averle indicato la vocazione religiosa come suora Sacramentina, la Madonna le ha profetizzato un’esistenza colma di dolore, con parole nette e recise.
«Soffrirai tanto e poi tanto», le ha detto quel giorno, chiamandola a con-soffrire, su questa terra, insieme a Lei e come Lei, la Santa Passione del Divin Figlio, fino al Calvario, per la Redenzione delle anime.
Possiamo così, affermare, che fin da quel giorno, la Madonna ha chiesto ad Adelaide di pronunciare il suo sì a Lei, evocando nel cuore il Suo Sì all’angelo, per divenire anch’ella, con Maria e come Maria, unita a Cristo Unico Redentore dell’umanità, una piccola CORREDENTRICE.
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Oltre alla chiamata alla vita religiosa e alla sofferenza – continuando a obbedire all’esortazione della Madonna: «ti lascio pensare bene quanto ti ho detto. Cerca di capirlo bene perché fatta più grandicella ti servirà molto se vorrai essere tutta mia» – quel giorno, Adelaide ha sicuramente rammentato altre “parole” che le ha detto la Madonna nelle precedenti apparizioni,
come:
- le ferme prescrizioni impartite dalla Madonna – nella terza, quarta e settima apparizione – a rifiutare il peccato responsabile della sofferenza dei bambini, da comunicare ai genitori chiamati al sacrificio;
- e l’appello accorato della Madonna alla preghiera e alla penitenza, in particolare – nella sesta apparizione – per i poveri peccatori più ostinati, che trafiggono il Suo Cuore, perché, giunti al termine della vita, rifiutando il perdono di Dio, si separano per sempre da Lui.
Prescrizioni e appelli, nei quali Adelaide avrebbe dovuto riconoscere i compiti da sempre assegnati a lei dalla Divina Sapienza, che avrebbe dovuto svolgere, totalmente unita a Maria, come:
- MESSAGGERA, della Parola e della volontà di Dio;
- e MEDIATRICE DI GRAZIA, in Cristo unico Mediatore fra i peccatori e il Padre Eterno.
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Per completare la riflessione sull’ottava apparizione non si può dimenticare che la Madonna ha offerto ad Adelaide indicazioni temporali precise, come vivesse anche Lei nel tempo finito.
Domani sarà l’ultima volta che ti parlo, poi per sette gironi ti lascio pensare bene quanto ti ho detto. Dopo questi sette giorni ritornerò ancora quattro volte – dice ad Adelaide.
Del resto già nella prima apparizione, come vivesse, oltre che nel tempo finito anche in uno spazio limitato, aveva detto ad Adelaide:
ritorna in questo luogo per nove volte, sempre a quest’ora
Per comprendere il mirabile intreccio fra Eternità e tempo, che caratterizza le apparizioni di Ghiaie, si propongono le seguenti prime note:
- Le 13 apparizioni si svolgono nel Tempo di Pasqua e portano il carattere trinitario.
Sono 13 (numero formato da 1 e 3), iniziano il giorno 13 (formato da 1 e 3) e terminano il giorno 31 (formato da 3 e 1).
- Sono divise in due tempi: il primo di 9 giorni e il secondo di 4 giorni.
Il primo tempo di 9 (3×3) giorni, che si svolge nel tempo liturgico dell’Ascensione, richiama i tre tempi della Salvezza: Incarnazione, Morte e Resurrezione del Signore Gesù Cristo.
Il secondo tempo di 4 (3+1) giorni, che si svolge nel tempo liturgico della Pentecoste, richiama il compimento dell’unione sponsale di Dio Santissima Trinità con l’umanità.
- I due tempi delle apparizioni sono intervallati (fra due domeniche) da una settimana.
Il periodo di 7 giorni (3+3+1), numero che simboleggia la completezza, ricorda la Nuova Creazione, e il compimento della Nuova ed Eterna Alleanza.
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Tenendo conto di tale contesto provvidenziale, e ricordando che le apparizioni di Ghiaie avvengono in un tempo tenebroso di guerra, possiamo perciò, concludere in questo modo:
- Il ciclo epifanico di Ghiaie è preordinato dall’Eterno, per un tempo oscuro contraddistinto da una battaglia decisiva fra la Luce e le Tenebre, e, per questo, configurato in perfetta sincronia con la liturgia Pasquale.
Considerazione, in base alla quale si evince che:
- chiamando, proprio in quel tempo, la piccola Adelaide ad appartenerLe totalmente ed essere Sua immagine fedele, la Madonna ha voluto invitare l’umanità a riconoscere in quella bimba il modello e il mezzo per la totale consacrazione a Lei, e farsi condurre da Lei, attraverso le tenebre del tempo ultimo, nella Luce Eterna, alla Comunione con tutti nel Suo Divin Figlio.
Per questo, nel bosco sopra il villaggio, dove Adelaide ha incontrato i bambini martiri e pregato con loro, il Fanciullo Gesù l’ha presa per mano e accompagnata lungo le stazioni della via Crucis, promettendole di condurle la Madre come Suo dono.
Piccola martire, fra i piccoli martiri