«La Madonna in questo giorno vestiva come nella prima apparizione».
Così scrive Adelaide aprendo la pagina del diario dedicata all’ultima apparizione,
con la chiara intenzione di mostrare che l’ultima apparizione debba essere considerata come la prima di un nuovo ciclo, ripercorrendo il quale è possibile ritrovare ed estendere le verità rinvenute con le riflessioni acquisite nel primo ciclo, e scoprire che l’evento epifanico di Ghiaie è davvero un evento soprannaturale possedendo il carattere di “un sempre più”, proprio come lo è un autentico Discorso della Divina Sapienza.
A tal fine, e a conferma di quanto rilevato sopra, occorre evidenziare che, oltre all’analogia indicata da Adelaide, fra le due apparizioni si riscontra una palese differenza:
nell’ultima apparizione infatti, la Madonna si mostra da sola (come del resto, in tutte le ultime quattro apparizioni che avvengono nel Tempo di Pentecoste, a segnare, appunto, una progressione dello stesso Discorso Sapienziale).
Pur vestendo come il 13 maggio (velo azzurro e abito bianco) non porta il Bambino Gesù in braccio, e Giuseppe non è al suo fianco.
Differenza di non poco conto.
Per comprendere la quale occorre leggere attentamente il lungo Discorso che la Madonna rivolge ad Adelaide, e mettere in risalto la seguente frase, che contiene una grande promessa:
Qualunque cosa mi si chiederà lo intercederò presso mio Figlio.
Sconcerta soprattutto notare, rileggendo per intero il periodo cui è connessa la frase, che questa grande promessa viene elargita dalla Madonna senza condizioni, eccetto una, molto semplice, ma importantissima.
Dice la Madonna ad Adelaide:
«desidero presto il mio trionfo. Prega per il Papa e digli che faccia presto, perché voglio essere premurosa per tutti in questo luogo. Qualunque cosa mi si chiederà lo intercederò presso mio Figlio».
Come non stupirci nel constatare che la Madonna vincoli il Suo TRIONFO alla decisione del Papa, invitato a fare presto (avverbio ripetuto ben due volte!).
E’ come se la Madonna dicesse:
Il Papa riconosca presto le mie apparizioni a Ghiaie e sancisca presto il mio trionfo.
Inevitabile a questo punto chiederci:
perché tanta importanza attribuita dalla Madonna al Papa da cui fa dipendere il Suo trionfo?
Per rispondere occorre rileggere la frase che abbiamo messo in rilievo,
- «Qualunque cosa mi si chiederà lo intercederò presso mio Figlio» (31 maggio)
e confrontarla con una frase analoga detta dalla Madonna due giorni prima.
- «Quelli che soffriranno senza lamento otterranno da me e dal Figlio mio qualunque cosa chiederanno» (29 maggio).
La differenza è assai evidente:
- mentre nella prima frase, per ottenere qualunque cosa, la Madonna non pone condizioni se non la parola del Papa;
- nella seconda frase, la condizione per ottenere qualunque cosa è molto severa, ovvero santificare la sofferenza e soffrire senza lamento.
Per questo ci si chiede:
come può la parola del Papa valere come e più di tutte le sofferenze santificate e accettate in silenzio?
La risposta giunge immediata.
Ed è la seguente:
la parola del Papa vale più di tutte le sofferenze patite dagli uomini perché, essendo “il dolce Cristo in terra”, la sua parola è la Parola stessa di Cristo, colma della tremenda sofferenza del Calvario, che brucia ed estingue tutti i peccati del mondo e ottiene per tutti la Grazia del perdono e della guarigione.
La differenza sostanziale evidenziata nelle due frasi ci permette allora di comprendere che la Madonna si rivolge a due entità diverse:
da un lato alla Chiesa gerarchica e dall’altro all’umanità.
Più precisamente:
- da un lato alla Chiesa gerarchica, identificata con il Papa, nata dall’infinita sofferenza del Calvario patita dal Divin Figlio Redentore – alla quale Lei, Corredentrice, ha partecipato per volontà del Figlio stesso –ricevendo, in dono, l’incommensurabile Tesoro del Corpo e del Sangue Purissimo di Cristo Redentore; nato da Lei nell’Incarnazione;
- dall’altro all’umanità redenta dal Suo Divin Figlio col Santo Sacrificio della Croce, al quale Sacrificio è chiamata a partecipare, con Lei, per offrire a Lui, le sofferenze, fino al Suo ritorno nella Gloria, alla fine dei Tempi.
Distinzione assai netta e chiara in relazione alla quale possiamo dire, più semplicemente, che
la Madonna si pone come Mediatrice di Grazie,
- da un lato fra Cristo e la Chiesa
- dall’altro fra Cristo e l’umanità.
ponendo il primo rapporto, quello fra Cristo e la Chiesa, come preminente e determinante per sancire il Suo TRIONFO, rispetto al secondo, quello fra Cristo e l’umanità.
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Purtroppo, come sappiamo, l’appello urgente della Madre di Dio non è stato ascoltato, con la conseguenza che la Chiesa e l’umanità, sempre più lontane da Cristo, sono preda di un mondo dominato dal peccato.
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Questo rifiuto tuttavia non deve essere motivo di scoraggiamento, perché il TRIONFO della Santa Vergine, è certissimo, come il vincolo eterno di Maria coi Suoi figli (la Sua stirpe) chiamati a vivere, con Lei, sulla terra, in un’ADORAZIONE CONTINUA, come ai piedi di un immenso ALTARE consacrato dal Purissimo sangue di Cristo sceso dalla Croce, insieme alla moltitudine immensa delle anime vittime e dei martiri di tutti i tempi, fino alla fine dei tempi, nella battaglia definitiva contro il peccato, allorquando la Chiesa, come una Sposa, sarà una sola cosa con Cristo, come Maria, segnando il Suo TRIONFO.
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Non era difficile, per i Ministri Sacri – chiamati alla custodia di un immenso tesoro di scienza e sapienza – riconoscere nella coppia dei colombi bianchi che aprono tutte le apparizioni – e guidano lo sguardo della piccola Adelaide alla Luce accesa nel cielo a Oriente spalancando poi dinnanzi ai suoi occhi la coppia dell’Incarnazione Gesù Maria – il simbolo delle nozze eterne fra Cristo e la Chiesa.
Come non era difficile capire che il Figlio, Cui la Madonna (apparsa col velo azzurro e l’abito bianco per ricordare l’Incarnazione) promette di intercedere come Mediatrice fra Cristo e la Chiesa, è lo stesso Verbo di Dio fatto uomo in Lei, Suo Sposo, Che morendo sulla Croce ha vinto il peccato e la morte, generando la Chiesa.
Ma così doveva essere, secondo il disegno della Divina Provvidenza, ben noto alla Santa Vergine.
Per questo, ricordando l’Ora del Calvario, che è l’Ora della Misericordia (con le parole: ma la mia ora è passata), la santa Vergine ha prefigurato l’inesausta sofferenza di Adelaide, destinata a salire fino all’ora della morte, la stessa Via Dolorosa percorsa dal Figlio, lungo la Quale cammineranno i Suoi figli redenti, fino al Suo Ritorno e alla VITTORIA DI CRISTO SULLA CITTA’ DEL PECCATO.
In tutti i modi si è cercato di negarle, alterarle, sminuirle, ma ormai
LE APPARIZIONI DI GHIAIE EMERGONO SEMPRE PIU’ CHIARAMENTE COME IL PRELUDIO DEL TRIONFO DI MARIA.
SANCITO IL GIORNO SUCCESSIVO ALL’ASCENSIONE, DALLA STESSA VERGINE SANTA APPARSA A GHIAIE, CON QUESTE PAROLE:
«MOLTI SI CONVERTIRANNO, ED IO SARO RICONOSCIUTA DALLA CHIESA»