Premessa
La presente riflessione scaturisce dalla rilettura del diario di padre Felice Murachelli – Sotto il manto di Maria Liberatrice – nel quale tanta parte è dedicata al periodo da lui trascorso nel piccolo villaggio di Ghiaie.
Oltre al Titolo , ci ha fatto pensare la pagina del diario (147) in cui padre Felice ricorda che il 19 ottobre 1944, recatosi a Bergamo, dopo aver celebrato a Ghiaie, ha incontrato “quasi per divina disposizione”, in via Albini, il pittore Galizzi, che lo ha invitato nel suo studio, dove, dinnanzi alla pala d’altare realizzata secondo le indicazioni di Adelaide, sorpreso dalla grandiosità dell’opera, si è domandato:
Verrà il giorno in cui migliaia di persone ammireranno e s’inginocchieranno dinnanzi a questa S. immagine e invocheranno Maria REGINA DELLA PACE?
Padre Felice, che tanto ha riflettuto sulle apparizioni di Ghiaie fino a dichiararle come L’EPILOGO DI FATIMA, vede, dunque, nell’icona della Santa Vergine apparsa a Ghiaie, LA REGINA DELLA PACE.
Perché mai allora si è diffuso il Titolo di REGINA DELLA FAMIGLIA? E che valore ha questo Titolo?
Da queste domande (alle quali abbiamo dedicato un breve studio) è scaturita la presente riflessione, che si è deciso di affrontare riconsiderando l’intero ciclo epifanico,
a iniziare dal Titolo col quale la santa Vergine si presenta ad Adelaide, nella prima apparizione del13 maggio, dicendole:
Sono la Madonna!
sicura che la piccola la riconosca con quel Titolo e si fermi a guardarla ed ascoltare le Sue parole,
che da quel momento formeranno un vero e proprio ammaestramento impartito, in un crescendo di straordinaria intensità, dalla prima all’ultima apparizione,
al termine della quale, posando un bacio sulla fronte di Adelaide, per imprimere nella sua mente ogni visione contemplata e ogni parola udita, le rivela chiaramente il fine ultimo per cui le è apparsa, dicendole:
Desidero presto il mio Trionfo.
Affermazione chiarissima che, unita al Titolo con cui la Santa Vergine si è presentata, forma una dichiarazione molto sorprendente:
sono la Madonna, desidero presto il mio trionfo
nella quale si può facilmente constatare la stretta relazione fra:
- il Titolo con cui la Santa Vergine si fa riconoscere: – la Madonna,
- e il fine ultimo della Missione per cui è apparsa: – il Suo Trionfo.
Inevitabile, a questo punto
– dopo aver messo in evidenza la stretta relazione fra Titolo e Missione – prima di affrontare la ricerca sul Titolo –
capire la natura della Missione per cui la Santa Vergine è apparsa a Ghiaie.
Esame, che abbiamo cercato di svolgere traducendo i messaggi della Santa Vergine ad Adelaide, in modo molto semplice, mediante un discorso diretto, così da ascoltare noi stessi la Santa Vergine ed entrare nel cuore del Suo Discorso.
Prima parte: LA MISSIONE
A nostro avviso la Santa Vergine ha parlato così ad Adelaide:
Sono la Madonna, la Madre di Gesù, Che è qui tra le mie braccia. Guardalo Adelaide.
Con Lui e con il castissimo mio sposo Giuseppe, che vedi qui al mio fianco, sono scesa dal Cielo, per ricordarti la sublime vocazione alla quale Lui ti ha destinato, e chiedere il tuo consenso, che darai a me quando sarai grandicella, perché Lui ti ha affidata a me.
Fino a quel momento, dovrai comunque essere sempre d’esempio: nella bontà verso tutti, nell’obbedienza a Dio, nel rispetto del prossimo e nella preghiera per i peccatori, in particolare per i più ostinati che trafiggono il Mio Cuore dimentichi che il mio Divin Figlio è morto sulla Croce per salvarli; inoltre dirai a tutti che occorre santificare la sofferenza e rifiutare il peccato responsabile del dolore dei piccoli innocenti, vittime pure votate al martirio riparatore.
Quando poi sarai più grandicella, fra il quattordicesimo e il quindicesimo anno, darai il tuo Sì a me, come ho dato il mio Sì all’angelo perché avvenisse l’Incarnazione del Verbo di Dio nel Mio Seno Purissimo Verginale. E ti farai suora Sacramentina, per essere, con me e come me, Madre del Verbo Divino, Che concepirai nel tuo cuore così d’essere unita a Lui come Sua sposa, come lo sono io, e offrirti a Lui insieme a me, come vittima per la salvezza delle anime, che porterai nelle mie mani, come i fiori che hai raccolto per me, perché dalle mie mani siano condotte, libere dal peccato, a Lui, il Mio Divin Figlio, a formare nella Luce Divina una sola famiglia di fratelli uniti nella Pace.
Questa è la tua Missione, Adelaide, per la quale soffrirai tanto e poi tanto, perché, insieme a me, salirai, ogni giorno, con Mio Figlio, al Calvario, fino alla Croce, sotto la Quale rimarrai, insieme a me, in un’adorazione continua, come ai piedi di un immenso altare consacrato dal Suo Purissimo sangue, partecipando così alla mia Missione e al mio Trionfo.
Mia cara bambina, sarai una piccola martire, ma sopporta tutto con pazienza. Sarò la tua ricompensa. Nell’ora della tua morte, avvolta nel mio manto, ti porterò in Cielo.
Questa traduzione, rispettosa e fedele, del Discorso della Santa Vergine ci permette:
- d’individuare con immediatezza la natura della Missione affidata ad Adelaide dalla Santa Vergine – chiaramente espressa nella chiamata a farsi suora Sacramentina,
- e vedervi riflessa la stessa natura della Missione della Santa Vergine, Che desidera vedere in Adelaide la Sua stessa immagine, quale Madre del Verbo e Sposa del Crocifisso, offerta a Lui, come vittima per la salvezza delle anime.
Correlazione, fra le due Missioni – di Adelaide e della Santa Vergine – che possiamo ritrovare con estrema evidenza nel bacio mandato – al termine dell’undicesima apparizione – dalla Santa Vergine ad Adelaide, con indice e pollice uniti, dopo aver liberato nel cielo i colombi scuri, i quali tornano a librarsi nel cielo, ritrovando il candore perduto, come quelli che annunciano le apparizioni.
In quel gesto d’amore e di unità, compiuto dalla Santa Vergine noi possiamo infatti, ravvisare:
- l’investitura conferita ad Adelaide, dalla Santa Vergine – mediante il soffio dello Spirito Santo emanato col respiro – della Sua stessa Missione
(ricevuta fin dal Principio nel seno della Santissima, Trinità di partecipare all’Opera della Redenzione – decisa, in unità con lo Spirito Santo e per volontà del Padre, dal Verbo di Dio Che in Lei si sarebbe fatto uomo – consoffrendo con Lui, per liberare le anime dal peccato e condurle alla Comunione con Dio.
In estrema sintesi si può affermare che:
mediante il bacio della Santa Vergine (confermato dal bacio lasciato dalla stessa Santa Vergine sulla fronte di Adelaide, nell’ultima apparizione, quale sigillo di eterna appartenenza a Lei e al Suo Divin Figlio),
Adelaide viene chiamata a partecipare, come suora Sacramentina, alla Missione di Corredentrice e Liberatrice delle anime dal peccato, per condurle, unita a Cristo Eucarestia, alla Comunione con Dio.
Per comprendere ancor meglio il significato eucaristico di quel bacio, occorre altresì ricordare che, alle suore Sacramentine dell’Oratorio di Ghiaie, Adelaide dirà di aver visto la Madonna unire l’indice e il pollice
“come fa il sacerdote quando tiene l’Ostia consacrata prima di offrirLa ai credenti per unirli a Gesù”;
dettaglio molto importante, in base al quale possiamo dire che ad Adelaide, la Santa Vergine dona Se stessa, e il Verbo in Lei, con lo Spirito Santo, come una Comunione Eucaristica, affinché sia una cosa sola con Lei in Cristo Eucarestia, e, in Cristo Eucarestia, offra la vita in riparazione dei peccati per liberare le anime e condurle alla Comunione con Dio.
La Madonna chiama dunque Adelaide alla vocazione religiosa come suora Sacramentina, perché, insieme a Lei, nell’offerta della vita a Cristo, sia partecipe della Sua stessa Missione Eucaristica di Corredentrice, e Liberatrice, per ricondurre, con Lei, i peccatori a Cristo e, in Cristo, alla Comunione con Dio a formare una sola Famiglia.
Seconda Parte: IL TITOLO
Dopo aver evidenziato la natura della Missione della Santa Vergine, cerchiamo d‘individuare il Titolo, correlato alla Missione della Santa Vergine, con cui identificare la stessa Santa Vergine portatrice di questa Missione,
e a tal fine, si è pensato di proporre, innanzitutto, quello con cui Ella si presenta nella prima apparizione, tante volte udito da Adelaide al villaggio e in parrocchia dove si recava in quei giorni a frequentare il catechismo in preparazione alla Prima Comunione.
Ovvero: la Madonna.
Anche se generico, è assolutamente doveroso evidenziarne l’importanza, visto che la stessa Santa Vergine non si è identificata con altri Titoli,
Ragione per cui potremmo limitarci a dire che:
a Ghiaie è apparsa la Madonna, come Lei stessa si è definita.
Ma la straordinaria ricchezza dell’apparato simbolico delle apparizioni, in particolare la varietà di abiti e ornamenti con cui la Santa Vergine si mostra, ci permette d’intuire che c’è molto di più.
E subito comprendiamo che questo Titolo – Madonna – si apre a molti altri Titoli, come il bocciolo del fiore in una miriade di petali.
Ricordando, ad esempio, il complesso figurativo della prima apparizione,
nella finizione di perle al collo del vestito legate in oro a forma di collana, possiamo vedere in Lei (come abbiamo rilevato nelle precedenti riflessioni) la Sposa del Cantico, ma anche la Sposa dell’Agnello e la Madre dei redenti che hanno conservato la Fede uniti, per mezzo del filo d’oro dell’Amore di Dio, come un solo corpo e un solo spirito, e dunque la Madre della Chiesa, ma anche la Città Santa, la Gerusalemme Celeste...
Nel rosario al braccio, vediamo la Madre degli oranti, e dei martiri della Fede che pregano con Lei, in Cielo e sulla terra, partecipando alla battaglia contro la città del peccato.
Nelle rose bianche ai piedi della santa Vergine, vediamo la Madre dei vergini e delle anime vittime immolate, con Cristo, insieme a Lei, per la salvezza dei peccatori.
Guardando poi, al centro del complesso figurativo della prima apparizione, ovvero al Bambino Gesù che la santa Vergine tiene fra le braccia, riconosciamo in Lei tutti i Titoli che si riferiscono all’Incarnazione del Verbo per opera dello Spirito Santo, e dunque: la Piena di Grazia, la Sposa dello Spirito Santo, la Madre del Verbo, la Madre di Dio.
Titolo quest’ultimo che ricorda il primo Dogma Mariano: la Theotokos, proclamato nel concilio di Efeso del 431, visibile appunto nella Santa Vergine che tiene il Bambino Gesù fra le braccia, al centro del complesso figurativo della prima apparizione,
nel quale, con grande sorpresa, possiamo scorgere chiaramente tutti gli altri Dogmi Mariani.
Nelle rose bianche ai piedi della Santa Vergine, riconosciamo la Sempre Vergine, e dunque il secondo Dogma Mariano proclamato nel concilio di Costantinopoli II, del 553 d.C.
Nell’abito bianco della Santa Vergine, l’Immacolata concezione, e dunque il terzo Dogma Mariano, proclamato da Pio IX l’8 dicembre del 1854.
Nel velo azzurro infine, l’Assunta in Cielo, e dunque il quarto Dogma Mariano proclamato il 1° novembre del 1950, da Pio XII (ancor più visibile nella settima, ottava e nona apparizione, nelle quali la Santa Vergine si mostra tutta celeste con la fascia bianca ai fianchi).
Giunti a questo punto potremmo estendere il nostro sguardo alle successive apparizioni, e – alla luce della relazione fra il ciclo epifanico di Ghiaie e il tempo di Pasqua che rammenta l’Opera della Redenzione – possiamo individuare molti altri Titoli con cui riconoscere la Santa Vergine relativi a questo contesto salvifico, come: la Madre del Redentore, e di tutti i chiamati a partecipare con l’offerta della vita alla Redenzione.
Ad esempio, nella terza e quarta apparizione, le stelline d’oro – che formano un’aureola attorno al volto della Madonna, e sono cosparse sull’abito rosa di Gesù Bambino, quali figure dei piccoli martiri di tutti i tempi – permettono di riconoscere nella Santa Vergine la Madre dei martiri e dei Santi Innocenti, chiamati da sempre a partecipare, con Lei, all’Opera della Redenzione, unendo, con Lei, le loro sofferenze a quelle di Cristo Crocifisso; e dunque l’Addolorata, Madre dei bimbi che soffrono a causa del peccato, e ancora: la Madre dei bimbi non nati, dei bimbi abortiti, e degli embrioni annientati con la fecondazione artificiale.
Spingendoci poi, più in là nel ciclo epifanico, alle apparizioni del Tempo dell’Ascensione, nella Santa Vergine rivestita dei tre colori – bianco (delle rose e del Rosario) verde (del velo) e rosso (dell’abito) – che simboleggiano le tre virtù teologali (Fede, Speranza e Carità) possiamo riconoscere la creatura che Dio, da tutta l’eternità ha reso partecipe del Suo Essere Trinitario, affinché, per volontà del Padre, divenisse Madre del Figlio, nello Spirito santo, così da partecipare al Santo Sacrificio del Figlio, come Sposa del Figlio, e all’Opera della Redenzione attuata dal Figlio stesso, e dunque Madre e Sposa del Risorto.
Proseguendo ancora, fino al culmine del ciclo epifanico, costituito dall’apparizione di Pentecoste, il complesso figurativo di questa apparizione ci permette di vedere nella Santa Vergine, la Regina della Pace, la Regina degli apostoli, la Regina degli angeli, e ancor più, nei due colombi scuri che tiene nelle mani, la Corredentrice, la Riconciliatrice dell’umanità con Dio, e la Madre della Misericordia, chiamata da sempre a compartecipare al Santo Sacrificio del Figlio, per far nascere, in un nuovo adombramento dello Spirito, la Chiesa, e dunque, di nuovo ancora, la Madre della Chiesa (si vedano le riflessioni, in questo sito, su questa apparizione).
E se poi, dall’apparizione di Pentecoste approdiamo all’apparizione del giorno successivo, rammentando il bacio con cui la Santa Vergine conferisce ad Adelaide la Missione di partecipare alla Sua stessa Missione Eucaristica, riconosciamo in Lei la Mediatrice di Grazia e la Liberatrice delle anime dal peccato, per condurle, unita a Cristo Eucarestia, alla Comunione con Dio.
Ricordando infine, la penultima apparizione – nella quale la Santa Vergine si mostra col velo bianco e il vestito rosa, colore della carne umana – possiamo riconoscere in Lei la Nuova Eva, e ancor più la Prima Eva, prima creatura preredenta, com’era nel disegno di Dio Santissima Trinità, per concepire il Figlio al fine di seguirLo e compiere, in totale obbedienza a Lui, la Redenzione delle anime, per condurle in Paradiso, nella Luce Eterna, a vivere fraternamente. in Comunione fra loro, in una sola famiglia, come figli di Dio.
Molti altri sono i Titoli con cui possiamo riconoscere la Santa Vergine, tornando a ripercorrere le apparizioni, come: la Madre degli infermi, dei moribondi, dei peccatori, ma anche la Madre della preghiera, della Sapienza, delle vocazioni.
Titoli che sbocciano, tutti, dall’iniziale Titolo – Madonna – compreso quello con cui più di altri la si riconosce, ovvero: Regina della famiglia,
sul quale è doveroso soffermarci per un breve commento, perché si è affermato oscurando tutti gli altri, del resto mai finora presi in considerazione..
A tal proposito ricordiamo allora, che nel diario di Adelaide si trova un accenno alla famiglia, in due commenti della stessa Adelaide:
- nella nona apparizione, a proposito dei quattro animali presenti nella Chiesa simbolo delle quattro virtù indispensabili per formare una santa famiglia (pazienza, fedeltà, mitezza e silenzio) ripudiate dal cavallo che abbandona la preghiera e causa disordine e rovina
- nella decima apparizione, a proposito dei due piccioni/colombi nelle mani della Madonna simbolo dei coniugi che devono rimanere uniti al vigile sguardo della Madonna per essere una santa famiglia.
Certamente ispirati dalla Santa Vergine, in questi commenti di Adelaide, come si può facilmente rilevare, il tema della famiglia è strettamente correlato al tema della conversione a Dio (centrale nell’apparizione del 21 maggio) con particolare riferimento al peccato dei coniugi (ai quali la Santa Vergine, nelle prime apparizioni, rivolge ammonimenti severi) simboleggiato dal colore scuro della coppia di colombi opposti fra loro negli sguardi (come appaiono nell’apparizione del 28 maggio) con chiaro rimando al peccato originale commesso dalla prima coppia, Adamo ed Eva, cancellato dalla sublime coppia dell’Incarnazione, Gesù Maria, Nuovo Adamo e Nuova Eva, uniti sul talamo della Croce al Calvario.
Nei commenti di Adelaide comprendiamo perciò, che la Santa Vergine chiama i coniugi:
a formare, nella Grazia di Dio, sante famiglie, affinché i loro figli, nel loro amore, diventino FIGLI DI DIO.
Per questo il significato più alto delle apparizioni di Ghiaie lo si trova nell’atto della Santa Vergine che apre le mani e libera la coppia dei colombi scuri (figura della coppia coniugale), i quali, volando nella luce, ritrovano l’unità d’amore spezzata col peccato, divenendo simili alla coppia colombi bianchi che aprono tutte le apparizioni.
Conclusione
A conclusione della presente riflessione, e conseguentemente al contenuto di questa riflessione, riteniamo che il Titolo con cui è conosciuta la Santa Vergine apparsa a Ghiaie – Regina della famiglia – dovrebbe essere strettamente correlato alla Missione Eucaristica della Santa Vergine e formulato, completandolo, come
REGINA DELLA FAMIGLIA DEI FIGLI DI DIO
affinché si ricordi la nostra vocazione di battezzati redenti dal preziosissimo Sangue dell’Agnello Immolato, chiamati ad essere, in quel Sangue purissimo, UNA SOLA FAMIGLIA DI FIGLI DI DIO, come saremo in Cielo, attorno alla Regina del Cielo, Madre di Dio e nostra.
Questo Titolo inoltre,
colloca le apparizioni di Ghiaie al centro della terribile, ultima, e decisiva battaglia del nostro tempo fra la Madonna e l’Anticristo sulla coppia e la famiglia, e dunque sull’uomo.
Per quanto riguarda la riflessione sul Titolo Regina della famiglia