Nella precedente riflessione dal titolo “l’Amore di Adelaide”
abbiamo rivelato che
in don Ettore morente, Adelaide vedeva Cristo sofferente, poiché ogni sacerdote è figura di Cristo,
e che,
quale suora Sacramentina, desiderava partecipare alla sofferenza di don Ettore, alter Christus, come vittima espiatoria, testimoniando così la vocazione religiosa alla quale la santa Vergine l’aveva esortata nell’apparizione del 14 maggio: essere sua immagine quale Madre e Sposa del Divin Figlio Crocifisso.
Inoltre, grazie a questa premessa, abbiamo visto:
in don Ettore e Adelaide uniti nel dolore di Cristo, la perfetta coppia eucaristica.
Scoperta che possiamo ancor meglio comprendere soffermandoci, brevemente, sul momento estremo della vita di don Ettore, ovvero sulla sua morte, avvenuta 36 anni dopo la guarigione, il 24 luglio 2002;
che brevemente raccontiamo.
*
Gravemente malato, ai primi di luglio dell’anno 2002, don Ettore viene ricoverato nel reparto di chirurgia dell’Ospedale di Clusone. Nei giorni successivi si aggravano le sue condizioni, e il 21 luglio perde conoscenza.
Quel giorno è assistito dal nipote Adalberto e dalla moglie, che hanno dato il cambio a Italo, fratello di don Ettore.
E’ domenica sera. Tutto è silenzio nella stanza, ma a un tratto, come uscendo da un sonno profondo, don Ettore inizia a salmodiare.
Stupiti, Adalberto e la moglie si mettono in ascolto, ma non capiscono le parole che lo zio pronuncia. E’ una lingua che non conoscono. Lo spirito di don Ettore sembra vivere come in un’altra dimensione.
In quel momento, accanto a loro, giunge un salesiano, don Camillo Giordani, amico di don Ettore.
Adalberto e la moglie chiedono subito a lui cosa accade allo zio.
La risposta li lascia allibiti:
«Canta Messa in Aramaico!»
E’ uno squarcio di luce abbagliante che conduce tutti i presenti in Terra Santa, dove don Ettore vive, con Cristo, le sue ultime ore, per morire, con Lui.
E dirà Messa fino all’ultimo respiro.
*
Questo racconto ci permette di comprendere
che don Ettore, unito a Cristo nell’anima con tutta la sua persona, ha partecipato interiormente alla Passione di Cristo per tutta la vita, in una Messa ininterrotta, fino all’ultimo istante.
Come non vedere allora,
in don Ettore agonizzante sul letto del reparto del Policlinico, il sacerdote che, unito a Cristo sale il Calvario per morire con Cristo, e in Adelaide orante accanto a lui, la religiosa, unita alla santa Vergine Addolorata, che sale il Calvario per soffrire e morire con il Divin Figlio Sposo!
Certo, non appartiene a questo mondo tale visione,
ma con la mente illuminata dalla Fede, nella certezza che il santo Sacrificio di Cristo ha un valore infinito e si rinnova oltre il tempo e lo spazio,
ognuno può riattualizzare quel momento
e vedere, ancora, in don Ettore e suor Adelaide la coppia eucaristica che, a quel capezzale d’ospedale, offre il santo Sacrificio del Calvario, potendo vivere con loro quella santa Messa.
E così comprendere che:
la guarigione di don Ettore, non è da considerarsi semplicemente un evento prodigioso,
- ma un frutto della Grazia ottenuta da Cristo col suo santo Sacrificio, al quale don Ettore ha partecipato, in persona Christi, unito a suor Adelaide, figura della santa Vergine Addolorata.
E di conseguenza
- contemplare il letto d’ospedale trasfigurato in un altare e l’ospedale in una chiesa.
*
La qual cosa non deve stupire.
Perché, come sappiamo (si veda la pagina “Al principio” di questo sito)
fin da bambina Adelaide aveva imparato a riconoscere Cristo nel sacerdote; in particolare partecipando alle Messe celebrate nel bosco da Candido coi bambini martiri mandati dal Cielo e col fanciullo Gesù, sentendo nel cuore d’essere nata per essere suora;
vocazione confermata il 14 maggio dalla santa Vergine, che ha unito, quale mediatrice della Divina Sapienza, Adelaide e Candido nella stessa Missione Eucaristica, eleggendo Candido sacerdote per sempre tutto di Dio, e Adelaide suora per sempre tutta di Dio.
*
Occorre altresì ricordare:
- che, nella Fede in Cristo, la guarigione di don Ettore non è un evento passato,
- e che ancor oggi – soprattutto oggi – si rinnova, a ricordare quale era e quale è la Missione affidata alla Chiesa di Cristo, dalla Divina Sapienza, per mezzo della santa Vergine, apparsa ad Adelaide, nel piccolo villaggio di Ghiaie, come Regina della famiglia e della Chiesa.
Ovvero:
- ricondurre l’umanità, divisa dal peccato e dalla guerra, all’Amore di Dio, e unirla nell’Unità e nella Pace, a formare una sola famiglia e una sola Chiesa, PER ESSERE UNA SOLA COSA, nel santo Sacrificio di Cristo celebrato in tutto l’universo.
Grande Missione, per quale, la santa Vergine ha impresso su Adelaide
il SIGILLO DI DIO CON IL BACIO EUCARISTICO
mandato il 29maggio (giorno seguente a Pentecoste, solennità in cui nasce la Chiesa, figura del nostro tempo) dalle sue labbra con l’indice e il pollice uniti – ponendo poi, il 31 maggio, le sua labbra purissime sulla fronte di Adelaide.
SIGILLO INDELEBILE – che rimane in eterno – perché le parole e le azioni dell’uomo non potranno mai cancellarlo,
*
Per comprendere l’origine della vocazione di Adelaide si legga