Secondo i disegni della Santissima Trinità, il ciclo epifanico di Ghiaie si svolge a Pasqua,
che è il punto terminale dell’Incarnazione e inizio della Chiesa –
affinché sia compreso proprio nel passaggio fra questi due momenti, riconoscibili nei due giorni nei quali si aprono le due fasi in cui si compone il ciclo epifanico.
Ovvero:
- il 13 maggio, primo giorno della prima fase (13 – 21 maggio)
- il 28 maggio, primo giorno della seconda fase (28 – 31 maggio)
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Il primo momento – l’Incarnazione – lo si riconosce infatti, chiaramente nella prima apparizione del 13 maggio, in cui
- la santa Vergine si mostra vestita di bianco e velata azzurro,
- col Divin Figlio Redentore vestito di rosa fra le braccia,
- accompagnata da san Giuseppe, vestito di marrone col bastone fiorito nelle mani, leggermente discosto da lei.
Complesso figurativo nel quale abbiamo individuato:
- nella santa Vergine vestita di bianco, l’Immacolata Sempre Vergine Maria, che in obbedienza alla volontà del Padre, per mezzo dello Spirito Santo, ha ricevuto nel suo Seno, il Verbo di Dio, raffigurato dal Bambino nelle sue braccia;
- nel Bambino in braccio a Lei, Gesù, il Verbo di Dio, riconoscibile: sia dagli occhi azzurri come il Cielo da Cui è sceso, che dal suo vestito rosa, colore della carne assunta dall’Immacolata Sempre Vergine Maria, per divenire uomo, e salvare l’umanità dal peccato e dalla morte, col Santo Sacrificio della Croce;
- nel giovane, accanto a loro, vestito di marrone col bastone fiorito nelle mani, san Giuseppe, lo sposo casto dell’Immacolata Sempre Vergine Maria e padre putativo di Gesù, custode, senza condizioni e solo per amore puro, della coppia dell’Incarnazione Gesù Maria.
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L’altro momento – l’inizio della Chiesa – lo si ritrova, invece, come detto, nella decima apparizione del 28 maggio, solennità di Pentecoste in cui la santa Vergine si mostra :
- con un diadema sul capo a forma di corona,
- con l’abito rosso, il manto verde, le rose bianche ai piedi,
- circondata da un coro di angeli azzurri e rosa,
- affiancata da due santi apostoli,
- tenendo nelle mani, non più il Divin Bambino, ma una coppia di colombi neri e divaricati nello sguardo – figura inquietante, nella quale il vero fedele può riconoscere la tremenda divaricazione dell’umanità da Dio provocata dal peccato, e sofferta sulla Croce da Cristo Redentore, Agnello Pasquale, sorgente della Chiesa.
Come abbiamo rilevato (esaminando l’apparizione del 28 maggio nella pagina dedicata alle apparizioni)
per capire questa figura, occorre
- portarci al Calvario e accostarci a Maria immersa nel fuoco tremendo della sofferenza del Divin Figlio che brucia ed estingue tutti i peccati del mondo,
- assistere con lei alla preghiera del Divin Figlio che, nel dolore più atroce, perdona tutti i peccatori e riconsegna al Padre, con il Suo Spirito, lo Spirito della Madre (lo stesso per opera del quale si è incarnato in Lei e che L’ha unito a Lei per tutto il tempo passato sulla terra) affinché anche la Madre possa soffrire nello stesso modo, senza il minimo sollievo, per dimostrare, in unità col Divin Figlio, contrariamente ai progenitori, l’amore incondizionato e la totale obbedienza al Padre,
- così vedere che, deprivata dal Figlio di ogni prerogativa, Maria muore della morte del Divin Figlio, separata da Lui, nella più totale oscurità e umiliazione, povera oltre ogni limite, sfigurata dal dolore
- e in questa tremenda separazione contemplare, il costato aperto del Divin Figlio, dal quale nasce la Chiesa, che inizierà la sua Missione nel mondo con la seconda discesa dello Spirito Santo su Maria e gli apostoli al Cenacolo nel giorno di Pentecoste.
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In continuità di senso con l’apparizione del 13 maggio,
l’apparizione del 28 maggio riassume dunque, in una sola figura l’itinerario di salvezza percorso da Cristo, secondo il disegno eternamente pensato dalla Santa Trinità:
- dall’Incarnazione,
- attraverso la Croce,
- alla nascita della Chiesa
E per questo motivo assurge a sintesi del ciclo epifanico di Ghiaie.
In essa infatti si ravvisa chiaramente la Missione affidata da Cristo alla Chiesa che la santa Vergine è venuta a richiamare mediante i moniti reiterati riguardo al peccato e alla salvezza delle anime.
Si ricordi ad esempio l’esortazione angosciosa della santa Vergine ad Adelaide nel giorno successivo a Pentecoste:
- «Prega molto per coloro che hanno l’anima ammalata; il Figlio mio Gesù è morto sulla Croce per salvarli. Molti non capiscono queste mie parole e per questo io soffro» (29 maggio).
E poi si rammentino le altre esortazioni sofferte e accorate a pregare per i peccatori:
- «Prega per i peccatori ostinati che fanno soffrire il mio Cuore perché non pensano alla morte» (28 maggio)
- «Prega per i peccatori più ostinati che stanno morendo in questo momento e che trafiggono il mio Cuore» (18 maggio)
- «Prega per i poveri peccatori che hanno bisogno della preghiera dei bambini» (16 maggio).
E poi ancora
le dolorose esortazioni a evitare certi peccati, causa di malattie e della guerra, che i piccoli innocenti pagano, come martiri, con Cristo Crocifisso.
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Le apparizioni di Ghiaie, disegnate dalla Santa Trinità per il Tempo di Pasqua, sono dunque un richiamo di Dio Santa Trinità, attraverso la Madre, alla Chiesa, ad operare per
SALVARE LE ANIME DALLA PERDIZIONE ETERNA E RICONDURLE A CRISTO LUNGO LA VIA DELLA CROCE PERCHÉ FORMINO LA SUA FAMIGLIA: “COME UNA COSA SOLA” CON LUI.
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In tale contesto di senso, occorre altresì evidenziare con forza
che la Missione affidata ad Adelaide dalla santa Vergine si comprende solo collocandola nello stesso luminosissimo passaggio pasquale – dall’Incarnazione alla nascita della Chiesa – nel quale, come detto, si rischiara il significato delle apparizioni di Ghiaie.
E’ di primaria importanza pertanto, non separare mai Adelaide dalle apparizioni, ma riconoscere l’eccelso Disegno della Divina Sapienza,
che ha scelto:
- il piccolo villaggio di Ghiaie per richiamare l’umanità a convertirsi e tornare al Padre,
- e la piccola, povera, bimba di questo villaggio, Adelaide, quale immagine della stessa santa Vergine, Madre di Dio e della Chiesa, per lasciarsi condurre da Maria e dalla Chiesa all’Amore del suo Divin Figlio.
Con l’esortazione della santa Vergine, nella seconda apparizione del 14 maggio, a farsi suora Sacramentina, Adelaide è stata chiamata, infatti:
- a concepire misticamente il Verbo di Dio, divenendone mistica Madre,
- per salire, accompagnata da Maria, con Lui, la Via della Croce, nella diuturna partecipazione al sacrificio Eucaristico,
- e far nascere la Chiesa, alla quale ricondurre le anime pentite, grazie all’offerta della vita, a formare una sola Famglia, come una sola cosa con il Divin Figlio.
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PS: ricordando che a Lucia, interessata a sapere cosa pensasse, la piccola Giacinta Marto, aveva detto: «Penso alla guerra che deve venire» e poi, con grande pena, aveva aggiunto: «Dovrà morire tanta gente! E quasi tutta andrà all’Inferno…Che tristezza! Se smettessero di offendere Dio, non verrebbe la guerra, né andrebbero all’Inferno»,
più che mai urgente si rivela il richiamo della Madre di Dio e della Chiesa apparsa a Ghiaie
perché la Chiesa non opponga più alcun impedimento, alterazione e dilazione, al riconoscimento delle apparizioni e alla santità di Adelaide.