A completamento della pagina di questo sito dedicata a “suor Adelaide”, offriamo la presente riflessione, corredata dal dipinto proposto in apertura, col quale si vuole dare un’immagine viva della nascita al Cielo di Adelaide,
avvenuta, secondo il disegno eterno della Santa Trinità, nella notte del 24 agosto 2014, all’hospice dell’Istituto dei tumori di Milano, sul nudo letto di degenza della stanza numero 7,
come si racconta nell’appendice del libro appena pubblicato – dal titolo L’ORA DI MARIA L’ORA DELLA CHIESA – nella quale appendice è trascritta la testimonianza dell’infermiere ch’è stato accanto ad Adelaide nei suoi ultimi momenti di vita.
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Leggiamola dunque, questa testimonianza, assai preziosa, anche se tanto scarna, e soffermiamoci sull’ultima parte di essa,
che inizia con l’indicazione dell’ora della morte di Adelaide, ricordata dall’infermiere come un dato di cronaca, senza alcun commento, con una brevissima frase:
Erano circa le 3 di notte.
Questa notazione, così spoglia, si spiega col ricordare che Adelaide non si è svelata, e perciò l’infermiere non può comprendere quanto sia importante che Adelaide muoia, secondo il Disegno della Divina Provvidenza, proprio a quell’ora,
ovvero nel tempo in cui la notte si fa più oscura e suscita in ogni uomo il pensiero del nulla e la paura di precipitare in un buio senza fine.
L’infermiere non sa che Adelaide è una suora, tanto meno ch’è una suora Sacramentina, chiamata da sempre a morire a quell’ora, al termine di una vita costellata da morti continue, in un inesausto martirio, ed essere così, unita a Cristo Crocifisso, Luce per ogni uomo che muore nella notte dell’anima.
Passaggio inevitabile, riservato a tutti gli uomini, destinati a terminare la vita in quel luogo di dolore, e in tanti altri, dispersi nei paesi e nelle città del mondo, che a quell’ora brulicano in una rete sconfinata di luci inconsistenti.
Adelaide muore a quell’ora, proprio per vivere la solitudine della moltitudine dei poveri del mondo, nell’ultima ora della loro vita.
Come racconta l’infermiere,
proprio lei, ch’era stata osannata da migliaia e migliaia di persone, quella notte è accompagnata al trapasso solo da due persone: la figlia, cui Adelaide ha donato la vita, e l’infermiere, sospinto a entrare spesso in quella stanza, per sua stessa ammissione, “da un inspiegabile desiderio di vicinanza fisica”.
Da una parte la figlia e dall’altra io le tenevamo la mano, entrambi con gli occhi ludici,
scrive l’infermiere, offrendo un quadro di grande solitudine e dolore,
che subito dopo, si compone, improvvisamente, in una stupenda e luminosissima immagine, allorquando Adelaide, volgendosi a lui, rivela la presenza, in quella stanza, anche della santa Vergine, alla quale Adelaide tende la mano perché sia afferrata dalla mano purissima della stessa santa Vergine,
come racconta l’infermiere,
che così continua a scrivere:
Adelaide si rivolse a me e mi disse: “Grazie Gianluigi, va tutto bene, è qui con me la Madonna! Ora mi devi lasciare la mano perché la devo dare a Lei! Tu mi hai accompagnata fin qui ma ora devo andare con Lei! Grazie di tutto!” e con una lacrima che scendeva dal suo viso, tipica di molti pazienti la cui anima abbandona il proprio corpo, Adelaide esala il suo ultimo respiro.
Immagine tanto semplice e sublime che rivela la santità di Adelaide, morta povera come tutti, nell’ora più oscura, perché tutti potessero vivere, con lei, lo stesso suo trapasso da questa vita al Cielo, per mano alla santa Vergine.
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Potrebbe bastare questa testimonianza per vivere gli ultimi istanti della vita santa di Adelaide.
Ma le sue ultime parole ci sospingono oltre,
e, con lo sguardo dell’anima illuminato dalla Fede, possiamo vedere un’altra persona rimasta, per tutto il tempo, dinnanzi a quel letto d’ospedale, a soffrire con la santa Vergine l’agonia del Divin Figlio, nell’agonia di Adelaide.
Questa persona è un religioso, tanto atteso da Adelaide, che a lui tende l’altra mano esalando il suo ultimo respiro, per essere sollevata insieme a lui, mano nella mano, avvolti entrambi nel manto azzurro della santa Vergine.
Per comprendere quanto sia importante questo momento nella vita di Adelaide, e quale gioia abbia provato nell’afferrare la mano di quel religioso, occorre sapere che qualche mese prima, avvertendo ormai prossimo il suo tanto sospirato trapasso, a un caro amico aveva scritto:
Finalmente vedrò il mio Candido, sono impaziente di riabbracciarlo profuma di rosa.
certa che l’amico avrebbe capito, perché tante volte gli aveva parlato di Candido ricordando la sua morte santa.
Quel giorno tanto triste, Adelaide era salita nella povera soffitta dove Candido aveva trascorso gli ultimi mesi di vita, e, rimasta sola con lui, si era inginocchiata accanto al suo letto di croce, ricevendo la sua benedizione.
Poi lui aveva unito le mani, e, tracciando su di sé il segno della Croce, aveva iniziato a dir la sua ultima Messa con lei, in un intenso profumo di rose scaturito proprio in quel momento, segno della presenza della santa Vergine apparsa d’un tratto in quella soffitta,
che in quello stesso momento si era spalancata, estendendosi fino al bosco sopra il villaggio perché la Messa continuasse coi bambini del Cielo e con gli angeli,
com’era accaduto tante volte, tanto tempo prima, in quel bosco, eletto dal Cielo quale prefigurazione della nuova Gerusalemme, unica Chiesa del Cielo unita alla chiesa della terra, nell’unico santo Sacrificio dell’Agnello Immolato per l’unità eterna dell’umanità con Dio.
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Affinché tutti un giorno potessero conoscere l’Amore sconfinato celato nel suo cuore, al caro amico che l’ha accompagnata nel dolore durante gli ultimi anni di vita, Adelaide aveva confidato anche quest’altra verità:
Candido è stato per me un grande amico fratello e con lui sono morta anch’io.
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OFFRIAMO LA LETTURA DI ENZA PASQUALI
Il dipinto e’ molto suggestivo , mi piace molto la riflessione che leggerò con molto più approfondimento.
Bravo Giuseppe mi ha molto commosso.
Si bellissimo il dipinto, due anime che si muovono all’unisono finalmente tornate insieme per sempre.
Grazie di cuore per la testimonianza
Grazie
Bellissima testimonianza. Adelaide, padre Candido, Gianluigi …siete testimoni della presenza di Maria madre di Gesù…questo da solo un’immensa forza per continuare a sperare in un mondo migliore. Protetti e consacrati da Lei camminiamo come nel dipinto guardando verso la metà.