Il libro di Giuseppe Arnaboldi Riva, dal titolo : PICCOLA MARTIRE, Ritratto di Adelaide Roncalli, risponde pienamente ai criteri di giudizio storico e teologico indicati nel documento:
Memoria e riconciliazione, la Chiesa e le colpe del passato. della Commissione Teologica Internazionale per il Giubileo dell’anno 2000.
L’autore ha infatti rispettato i tre passaggi fondamentali indicati dal cardinal Ratzinger come necessari a formulare un corretto giudizio storico, che sia alla base anche della valutazione teologica, per una giusta individuazione delle colpe del passato di cui fare ammenda.
(capitolo 4, GIUDIZIO STORICO E GIUDIZIO TEOLOGICO).
Questi i passaggi:
- Ci si deve domandare: che cosa è precisamente avvenuto? che cosa è stato propriamente detto e fatto?
- Solo quando a questi interrogativi sarà stata data una risposta adeguata, frutto di un rigoroso giudizio storico, ci si potrà anche chiedere se ciò che è avvenuto, che è stato detto o compiuto può essere interpretato come conforme o no al Vangelo, e, nel caso non lo fosse, se i figli della Chiesa che hanno agito così avrebbero potuto rendersene conto a partire dal contesto in cui operavano.
- Unicamente quando si perviene alla certezza morale che quanto è stato fatto contro il Vangelo da alcuni figli della Chiesa ed a suo nome avrebbe potuto essere compreso da essi come tale ed evitato, può aver significato per la Chiesa di oggi fare ammenda di colpe del passato.
Facciamo un esempio.
L’autore ha esaminato il testo della definizione dell’anima di Adelaide, scritto dall’inquisitore e docente del Seminario Arcivescovile di Bergamo, don Luigi Cortesi, a pg 115 del suo libro editato dalla Curia di Bergamo, Il problema delle apparizioni di Ghiaie, al capitolo Il Biotipo di Adelaide;
testo, molto importante per la ricerca della verità, perché inviato dallo stesso don Cortesi a padre Gemelli in contrasto col suo esame della normalità di Adelaide, e usato dal Tribunale Ecclesiastico composto da Giudici insigni membri della Curia di Bergamo che hanno processato e condannato Adelaide come bugiarda indemoniata.
Questo il testo di don Cortesi:
La piccina ha tanta intelligenza e tanta furbizia da simulare spesso la spontaneità,
ma in verità la seconda faccia della sua anima è terribilmente complessa e anfrattuosa, un nodo di vipere, uno scrigno chiuso, custodito da sette draghi.
Chi potrà sollevare alquanto il coperchio di quello scrigno, dove stanno isolati e nascosti i ricordi delle visioni,
riceverà l’impressione che Adelaide voglia celare un episodio doloroso e vergognoso della sua vita; sospetterà che le apparizioni siano state un’infelice menzogna.
Giuseppe Arnaboldi Riva ha esaminato questo testo,
e dopo aver constatato che:
- Adelaide è descritta chiaramente, come un mostro infernale,
- e le sue visioni sono giudicate un’infelice menzogna prodotta da un’anima orripilante, ingannata dal “cupo genio del male”, come concluderà lo stesso don Cortesi al termine del suo libro.
si è domandato:
- questo testo è conforme al Vangelo, e risponde a verità, per cui la Chiesa deve giudicare Adelaide come una bimba mostro, bugiarda indemoniata e non vere le sue apparizioni?
oppure
- questo testo non è conforme al Vangelo e non risponde a verità, perché composto artatamente per distruggere Adelaide e le sue apparizioni?
La risposta al quesito si trova al capitoletto Il ritratto mostruoso del libro dell’autore, PICCOLA MARTIRE, Ritratto di Adelaide Roncalli (pp. 94 -97)
Nel suo libro, Giuseppe Arnaboldi Riva afferma che:
- Il ritratto mostruoso di Adelaide è frutto di una inquisizione violenta, sulla stessa Adelaide, operata da don Luigi Cortesi, dopo averla fatta sequestrare, oltrepassando ogni diritto (naturale, civile, penale, canonico);
- per superare l’esame di normalità di padre Gemelli e così distruggere le apparizioni ricevute dalla stessa Adelaide;
- sostenuto, nell’opera violenta contro un minore indifeso, dal cerchio di ecclesiastici della Curia, che hanno sottoposto Adelaide a un processo iniquo condannandola come bugiarda indemoniata.
Pertanto,
poiché – in relazione ai tre passaggi indicati dal cardinal Ratzinger, nel Documento sopracitato,
- l’opera di don Cortesi e dei Monsignori della Curia non è conforme al Vangelo,
- don Cortesi e i Monsignori della Curia hanno agito consapevolmente perché erano ministri sacri
si deduce che:
- la Chiesa di oggi deve condannare l’opera di don Cortesi e dei Monsignori della Curia che lo hanno sostenuto
- fare ammenda delle loro colpe.
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Come ogni lettore può constatare,
il libro di Giuseppe Arnaboldi Riva risponde ai “criteri di una corretta interpretazione del passato dal punto di vista del sapere storico al fine di comprenderlo nella sua oggettività attraverso le fonti”,
indicati dal cardinal Ratzinger nel testo sopracitato,
ovvero:
nel rapporto fra il soggetto che interpreta e il passato oggetto dell’interpretazione, per quanto concerne: la reciproca estraneità fra il soggetto che interpreta e il passato, la coappartenenza fra essi, l’osmosi in cui consiste l’atto di comprensione per una intelligenza corretta degli eventi.
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Il Vescovo e la Curia di Bergamo sono comunque chiamati ad avvalorare pubblicamente l’opera di don Cortesi e dei Monsignori Giudici del Tribunale Ecclesiastico, e dunque a confermare il ritratto mostruoso di Adelaide che, grazie a loro, appartiene alla Chiesa intera,
finché non viene da loro ricusato mediante la richiesta di un pubblico perdono ad Adelaide, sull’esempio del santo Padre Benedetto XVI°, insieme alle ragioni che hanno promosso il martirio di Adelaide.