Al termine della precedente riflessione – sulla “finizione di perle tutte eguali legate in oro, al collo dell’abito bianco indossato dalla Santa Vergine” – che ha condotto il nostro pensiero dal Cantico dei Cantici all’Apocalisse,
abbiamo riconosciuto nel Santo Bambino vestito di rosa in braccio alla Santa Vergine,
non solo il Verbo di Dio concepito nel Suo Seno per opera dello Spirito Santo (a conferma del grande mistero dell’INCARNAZIONE) ma anche l’Agnello di Dio, Suo Sposo,
evidenza sublime che ci ha permesso di vedere nella coppia dell’INCARNAZIONE, Gesù Maria, la prefigurazione delle nozze eterne fra Cristo e la Chiesa alla fine dei tempi.
Abbiamo perciò, compreso che
- per ritrovare compiutamente il significato del ciclo epifanico di Ghiaie – presente in toto fin della prima apparizione – occorre rivolgere lo sguardo INNANZITUTTO al Divin Bambino in braccio alla Santa Vergine,
senza mai dimenticare
- che quel Divin Bambino – nel Quale abbiamo riconosciuto l’Agnello di Dio, nostro Redentore e Signore, “fondamento e chiave della Sacra Scrittura e della storia” – scende dal Cielo e appare all’umanità in braccio alla Sua Santa Madre Sposa, nel tempo di Pasqua (13/31 maggio 1944) a rischiarare, con la Luce della Sua Resurrezione, un tempo oscuro della storia (guerra mondiale) che si prolunga fino al nostro tempo ancor più cupo, contraddistinto dalla BATTAGLIA DECISIVA FRA LUCE E TENEBRE.
Tema basilare, che informa tutto il ciclo epifanico di Ghiaie, fin dalla prima apparizione del 13 maggio.
(Per questo, come più volte abbiamo affermato, sarebbe bene offrire ai fedeli una rappresentazione fedele della prima apparizione, superando immagini incomplete, come la pala d’altare dipinta dal pittore G. B. Galizzi, o dalla pittrice Balzarini, attualmente alla cappelletta delle apparizioni, che ritraggono l’apparizione di Pentecoste, la decima!, oltretutto privata delle figure essenziali come gli angeli e gli apostoli).
A conferma di questo nostro assunto, in continuità con la precedente riflessione, torniamo a esaminare
- la finizione di perle tutte eguali legate in oro – al collo del vestito bianco;
prendendo poi, in considerazione anche gli altri due riferimenti figurativi che adornano la Santa Vergine nelle diverse parti del Suo corpo purissimo, ovvero:
- il rosario – al braccio;
- e le rose bianche – ai piedi;
Subito ci accorgiamo che
- tutti e tre i riferimenti (la collana, il rosario, le rose) presentano una forma circolare (proprio come il ciclo epifanico di Ghiaie) a simboleggiare la infinita perfezione divina, e intuiamo, perciò, che rappresentano tre “insiemi”, o totalità che appartengono a Dio.
Osservandoli poi con maggior attenzione, notiamo che
- ciascuno di questi tre “insiemi” è formato da componenti diversi (le perle della collana, i grani del rosario e i petali delle rose), nei quali riconosciamo raffigurati i diversi componenti di tre diverse totalità.
Che possiamo evidenziare nel modo seguente.
Nelle perle della collana al collo della Santa Vergine (simbolo di unità fra cuore e mente, ovvero fra amore e sapienza) riconosciamo:
– la totalità dei redenti che hanno conservato la Fede – uniti, per mezzo del filo d’oro dell’Amore di Dio e della Sua Sapienza, come un solo corpo e un solo spirito, e partecipi, da sempre, alle nozze eterne dell’Agnello con Lei, la Città Santa, Sua Sposa (ognuno di noi, redento dal Sangue dell’Agnello Immolato, può vedersi come perla della collana di cui si adorna la Santa Vergine).
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Nei grani del rosario al braccio della Santa Vergine (simbolo dell’azione) riconosciamo:
– la totalità degli apostoli della Santa Vergine – oranti con Lei, in Cielo e sulla terra, nella contemplazione dei santi misteri della nostra Redenzione, oltre che uniti con Lei nella battaglia contro la città del peccato;
– e la totalità dei martiri della Fede – chiamati con Lei, da sempre, a partecipare al Santo sacrificio dell’Agnello e alla Sua Vittoria sulla città del peccato.
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Nei petali raccolti in cerchio attorno al calice delle rose bianche ai piedi della santa Vergine (fondamento della persona), riconosciamo:
– la totalità dei vergini (degli ordini maschili e femminili) su cui s’innalza, distaccata dalla terra, la Sempre Vergine Madre Sposa dell’Agnello, icona della Città Santa di Dio, nella Quale tutto è santo e puro;
– e la totalità delle anime vittime immolate, con Cristo, insieme a Lei, per la salvezza dei peccatori.
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A conferma di quanto fin qui abbiamo affermato, aggiungiamo, succintamente, che:
- l’abito bianco indica, nella Santa Vergine, l’Immacolata Madre di Dio priva del peccato originale, così come il Divin Bambino, in braccio a Lei, l’ha concepita, fin dal Principio, per la Sua Incarnazione e la nostra Redenzione, nel disegno della Santissima Trinità;
- il velo azzurro, indica, nella Santa Vergine, la Sposa Sempre Vergine di Dio, come il Divin Bambino in braccio a Lei, l’ha voluta, fin dal Principio, per la Sua Incarnazione e la nostra Redenzione, nel disegno della Santissima Trinità, unendola a Sé in nozze eterne;
- la stessa Luce abbagliante che si effonde dalla santa Vergine facendola risplendere come la Città di Dio, proviene dal Divin Bambino in braccio a Lei, nel Quale riconosciamo, come abbiamo detto, l’Agnello Immolato, Che è il Tempio della Città di Dio (Ap. 21,10- 22).
Contemplare così la Santa Vergine apparsa a Ghiaie il 13 maggio 1944, è come vedere in atto il Suo TRIONFO, deciso fin dal Principio, nel disegno della Santissima Trinità, per la nostra Redenzione.
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Con la promessa di estendere lo sguardo su san Giuseppe, correlando i riferimenti figurativi che contraddistinguono la sua figura al Divin Bambino, oltre che alla Santa Vergine,
a conclusione di questo lavoro
offriamo il bozzetto che ritrae la prima apparizione realizzato dalla pittrice Vitalba in occasione della prima esecuzione dell’Inno alla Regina della Famiglia, il 13 maggio 2018, nella chiesa di Agrate Brianza, dal Coro di Voci Bianche di Agrate Brianza.
L’inno si può ascoltare in questo sito al seguente link: