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ESEGESI DEL CICLO EPIFANICO DI GHIAIE
Impreziosito dalla bella prefazione di padre Serafino Tognetti,
in un’attenta e minuziosa analisi di ciascuna delle diverse composizioni figurative che compongono le 13 apparizioni del ciclo epifanico di Ghiaie,
L’ORA DI MARIA L’ORA DELLA CHIESA. Esegesi del diario di Adelaide Roncalli,
guida il lettore alla comprensione del continuo ordinato mutamento delle stesse diverse composizioni figurative, che, mirabilmente accordate alle parole della santa Vergine,
svelano il vero e profondo discorso sapienziale ad esse sotteso, mostrando
l’incontrovertibile verità soprannaturale dell’evento di Ghiaie.
Come abbiamo scritto:
dal 13 al 31 Maggio 1944, Tempo di Pasqua, la DIVINA SAPIENZA ha illuminato il piccolo villaggio di Ghiaie,
per richiamare la CHIESA alla grande Missione conferitale dalla SANTA TRINITA’ nel giorno di Pentecoste:
RIUNIRE L’UMANITÀ COME UNA SOLA FAMIGLIA NELL’AMORE DI CRISTO EUCARESTIA, E PREPARARE, COSÌ, IL TRIONFO DELLA SANTA VERGINE MARIA, SUA MADRE E SPOSA,
secondo il desiderio eterno della stessa DIVINA SAPIENZA, che, per bocca della santa Vergine, nell’apparizione del 31 maggio, ha detto queste parole ad Adelaide, perché fossero trasmesse da lei alla Chiesa:
«…desidero presto il mio trionfo. Prega per il Papa e digli che faccia presto perché voglio essere premurosa per tutti in questo luogo. Qualunque cosa mi si chiederà lo intercederò presso mio Figlio»
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al Principio
Tutto inizia un giorno particolare, nel tempo d’Avvento.
E proprio quel giorno Candido scende dal suo casolare, che si trova nel fitto di un bosco sopra il villaggio di Ghiaie, al cascinale di Adelaide, per farle un grande regalo.
«Sono Candido!» si presenta, bussando alla porta, e quando poi si trova Adelaide davanti, le dice:
«Vieni con me! Dei bambini ti cercano».
Adelaide lo conosce appena, ma non è sorpresa da quello strano invito, e senza far domande lo segue, correndo dietro a lui nella piazzetta, e poi lungo il viottolo stretto e accidentato verso la campagna digradante al Brembo, e poi ancora sul sentiero che sale per la morena fra arbusti e rovi di robinie e more, superando infine, il ponticello sul canale, oltre il quale corre con lui lungo un sentiero pianeggiante, fino a un grande prato;
dinnanzi al quale, improvvisamente, si ferma stupita, non solo nel vederlo affollato di bambini che non conosce, ma anche perché quei bambini, come avessero atteso il suo arrivo, le vanno incontro festanti, e poi la circondano, sospingendola, tutti insieme, dentro un bosco, dinnanzi a un grosso tronco spezzato di betulla, sul quale vede del pane duro e un grembiule nero, che Candido afferra e indossa, come fosse una veste talare per disporsi a dire Messa.
Adelaide non è sorpresa dal comportamento di Candido, perché sa, come tutti al villaggio e in Parrocchia, che vuol farsi prete, ma la sconcertano tutti quei bambini. Non comprende proprio, perché siano corsi incontro a lei.
Solo Candido potrebbe aiutarla a capire, visto ch’è sceso al suo casolare per condurla da loro.
Ma, ancora, non fa domande, e partecipa con loro alla Messa, che Candido celebra sul quel tronco di betulla, comprendendo alla fine, quando riceve dalle mani di Candido un pezzetto di pane duro, come un’Ostia consacrata,
che quei bambini hanno mandato Candido a chiamarla per farle capire quel che sempre aveva sentito nel cuore. Ovvero che lei è nata per essere suora, come Candido è nato per essere prete.
Da quel giorno, accompagnata dalle sue piccole amiche, Adelaide salirà molte volte in quel prato per partecipare alla Messa di Candido, prima e dopo la quale reciteranno sempre il rosario, pregando e cantando coi bambini del Cielo, molti dei quali si mostreranno abbigliati con la divisa a righe verticali bianche e azzurre dei lager.
E con loro, il giorno dell’Immacolata, utilizzando piccoli tronchi e rametti rivestiti di foglie, Candido e Adelaide allestiranno il presepe;
dinnanzi al quale, i bambini del Cielo confideranno, ad Adelaide e a Candido, le grandi sofferenze patite a causa della guerra,nei campi di sterminio, schiacciati e smembrati nel crollo di case e scuole distrutte dai bombardamenti, colpiti dalle armi da fuoco, strappati alla vita con mezzi atroci, appena nati e ancor prima di nascere.
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Una sublime verità finora ignorata ci viene dunque donata da Adelaide stessa, come frutto del lungo e atroce martirio sofferto per tutta la vita.
- La “piccola martire” – come la santa Vergine chiamerà Adelaide – riceve la vocazione in tenera età, dai bambini martiri del Cielo,
- che la porranno, secondo il disegno della Divina Provvidenza, come una piccola suora al fianco di Candido piccolo sacerdote, anch’egli martire,
- per formare, con lui e insieme a loro, nella celebrazione del santo Sacrificio Eucaristico, una grande Chiesa,
- nella quale possiamo scorgere, fin d’ora, come il sorgere della Chiesa dei Santi Innocenti, che offrono, nel santo Sacrificio Eucaristico, il loro dolore innocente per la salvezza delle anime.
E perciò comprendere che
- Adelaide e Candido, destinati al martirio, sono chiamati dal Cielo, fin dai primi anni della loro vita, ad essere testimoni nel mondo della Chiesa dei martiri, sempiterna vera Chiesa di Dio,
- mirabilmente simboleggiata, nella terza apparizione del 15 maggio 1944, dalle miriadi di stelline risplendenti sull’abito rosa di Gesù Bambino, figure dei piccoli martiri di tutti i tempi membri del Corpo di Cristo,
CHE E’ LA CHIESA,
rappresentata, in quell’apparizione, dal vestito rosa del Bambino Gesù, colore della carne, assunta dal Verbo di Dio nel seno della santa Vergine Maria, per essere martirizzata al fine di redimere l’uomo dal peccato e vincere la morte.
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La Chiesa dei Santi Innocenti.
La storia delle apparizioni di Ghiaie scaturisce dunque dal presepe allestito da Candido, con Adelaide e le sue piccole amiche, nel tempo di Natale, in un bosco, al limitare di un grande prato del villaggio, trasformato dal Cielo in un Paradiso in terra, grazie alla fede pura di quelle creature innocenti.
Per comprenderla meglio questa storia, occorre aggiungere che gli incontri con quei bambini continueranno anche dopo quel Natale.
Adelaide con le sue piccole amiche saliranno ancora, nei giorni di pieno inverno, fino al quel prato, dinnanzi al casolare di Candido, per partecipare, nel bosco, alle sue Messe; seguendolo poi, nel tempo della Quaresima, lungo la Via Crucis da lui ideata, con croci incise nei tronchi degli alberi di quello stesso bosco, nel quale il luogo della morte del Signore si affiancherà, così, provvidenzialmente, al luogo della Sua nascita, a costituire una continuità visibile, per ricordare che il Bambino di Betlemme, doveva salire il Golgota per la salvezza dei peccatori.
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Dopo quest’esordio, forse qualcuno, pensando proprio a quel prato, e a quel bosco, lasciato nella desolazione e nell’incuria, potrebbe interrompere la lettura; perché, se era difficile credere a quel che accadeva in quel prato e in quel bosco nel tempo di Natale, lo sarebbe ancor più, nel vedere, non solo Adelaide e le sue piccole amiche seguire Candido – che dinanzi ad ogni albero ricorda, stazione dopo stazione, la Santa Passione e Morte del Signore – ma anche il grande corteo dei bambini martiri che a Natale hanno adorato, con loro, il Santo Bambino nel presepe di foglie e rametti sotto la capanna di tronchi. Un corteo immenso e silenzioso di piccole anime innocenti, che offrono, ciascuno, la propria sofferenza, a completamento dell’immenso dolore di Gesù.
Ma ancora non basta. Questa storia non termina qui. Coloro che hanno perseverato nella lettura dovrebbero alzare gli occhi al cielo, e nel più grande stupore, vedere sopra quella moltitudine di piccoli martiri innocenti, una miriade di angeli raccogliere nelle ali tutto quel dolore, per elevarlo al Cielo nell’amore di Cristo Crocifisso.
Forse, non è cosa semplice credere che per davvero dei bambini abbiano aperto il Paradiso sulla terra in un prato e in bosco di un remoto villaggio, in quel tempo d’Inferno segnato da una terribile via della croce estesa al mondo intero.
Eppure, questa storia è vera.
Ed è molto ricca.
Si racconta ad esempio, che durante una Via Crucis, stringendo nelle mani un crocifisso regalatole da Candido, Adelaide lo abbia visto animarsi e, sentendo dolori al cuore, abbia avvertito in quel momento l’amore di Gesù per lei e la richiesta di una grande sofferenza per la salvezza dei peccatori, che farà di lei una piccola martire, come i bimbi martiri mandati dal Cielo ad accompagnarla in quella Via della Croce.
Molti altri sono i racconti che formano questa storia.
Uno, in particolare, non si può tacere.
Si narra che un giorno di quell’inverno, per partecipare alla Via della Croce, arriva un bambino, dal volto bellissimo, ma tremante a causa del freddo, perché veste solo una leggera tunica grigia ed è a piedi nudi. Nel vederlo, Adelaide prova compassione, e subito si precipita al casolare a prendere un paio di calze per riscaldare i suoi piedi. Quel bambino la ringrazierà con un sorriso luminosissimo prendendo poi, fra le sue, le mani di Adelaide, che rimarranno segnate per sempre da quell’incontro.
Per coloro che sono arrivati fin qui nella lettura, non sarà difficile capire chi è quel Bambino; anche se qualcuno di loro proverà incredulità.
Per costoro, e per questa Chiesa – che distrugge le storie del Cielo e antepone la convenienza complice del potere alla Verità – ricordiamo che in quel prato e in quel bosco, dimenticato e nascosto al mondo, vive ancora l’anima vera della Chiesa pura, santa e immacolata, la Chiesa dei Santi Innocenti, dove Adelaide torna a pregare, e piangere – insieme a Candido, ai bambini martiri, agli angeli, all’Emanuel e alla Sua Santa Madre – per la terra segnata di nuovo, orribilmente, da inesauste stragi di bambini e di cristiani, sempre più atroci, a causa del peccato e dell’incredulità.
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Piccola martire, fra i piccoli martiri
Inoltriamoci ancor di più in quel prato e poi nel bosco, alle spalle del villaggio, che Adelaide raggiungeva con le sue piccole amiche per partecipare alle Messe di Candido, allestire con lui, a Natale, il presepe di foglie e rametti, e seguirlo, in Quaresima, nella Via Crucis, lungo i tronchi degli alberi segnati da una croce.
E cerchiamo di vedere attorno ad Adelaide, alle sue piccole amiche e a Candido, la moltitudine di bambini martiri mandati dal Cielo a formare come una grande, immensa Chiesa pura, fatta di anime innocenti, che abbiamo chiamato: la Chiesa dei Santi Innocenti.
Ricordiamo poi che da quei bambini – tantissimi morti nei campi di sterminio, molti nelle città distrutte dai bombardamenti, o colpiti dalle armi da fuoco – Adelaide ha imparato, non solo prematuramente la sapienza del dolore, ma anche ad offrire, con loro, la propria sofferenza, unita all’anima della Chiesa, a formare, con Cristo Crocifisso, un unico immenso dolore salvifico.
Passaggio, questo, importantissimo da capire, perché proprio in quel prato e in quel bosco, insieme a quei bambini martiri, nell’offerta di sé, l’anima di Adelaide si è predisposta alla vocazione religiosa, alla quale la esorterà la Madonna nella seconda apparizione, che abbraccerà per tutta la vita, unita anima e corpo al Crocifisso.
Coi sistemi più orrendi, e anche nei modi più turpi e occulti, veniva tolta la vita ai bambini in quel tempo di guerra.
Adelaide ne ha incontrati alcuni, ai quali era stata strappata la vita dopo la nascita solo perché non c’era niente da mangiare, ed erano di troppo. Da loro ha saputo che venivano eliminati con la purga dai genitori con il consenso del medico, che rilasciava il certificato di morte, con la stessa infausta diagnosi, enterocolite, e con il silenzio del prete che benediva i piccoli corpi.
Alcuni di loro erano nati in paese, ed erano sepolti nel cimitero vicino.
Fra quei bambini martiri, tantissimi erano vestiti di bianco, diversamente dagli altri vestiti di rosa o azzurro. Quando li ha visti, Adelaide ha cercato di capire il perché, e ha scoperto ch’erano stati uccisi prima di nascere, nel ventre materno, strappati con mezzi terrificanti e dolorosi.
In quella Chiesa dei Santi Innocenti raccolta in quel prato dal Cielo, Adelaide, già piccola martire fra i piccoli martiri, ha imparato quanto terribile è il peccato, e la ragione dell’atroce dolore del Cristo, il Verbo di Dio Che si è incarnato nel seno di Maria, la Vergine Immacolata, per soffrire, fino a morire in Croce, e liberare l’uomo dal peccato.
Si racconta, altresì, che, insieme a quella moltitudine di piccoli, arrivava sempre, anche quel Bambino molto bello, rivestito di una tunica grigia, per il quale Adelaide era tornata al casolare a prendere un paio di calze perché aveva i piedi freddi. Quel Bambino assisteva alle Messe di Candido, pregava dinanzi al presepe, e seguiva con tutti gli altri le Vie Crucis.
Era molto serio, ma, terminate le liturgie, anche molto allegro.
Spesso invitava Adelaide a giocare.
«Raccogliamo fiori!» le diceva.
«Per chi?» domandava Adelaide
«Per la mia Mamma» rispondeva il Bambino.
«E dov’è la tua Mamma?» domandava ancora Adelaide
«Presto la vedrai» le diceva quel Bambino con un sorriso luminoso.
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IL DOLORE INNOCENTE, sorgente della vocazione sacerdotale di Candido e religiosa di Adelaide.
(questa riflessione, pubblicata nella pagina “Padre Candido”, riprende le notizie sulla vita di padre Candido ricordate in quella pagina).
Dopo avere evidenziato la devozione di Candido a sant’Antonio Maria Claret e Giovanni Bosco, e la grande venerazione per san Luigi Gonzaga fonte cristallina della sua anima sacerdotale, cerchiamo di scoprire la radice profonda della sua vocazione, sentita fin dalla fanciullezza e confermata dalla santa Vergine nella seconda apparizione ad Adelaide, del 14 maggio 1944;
nella prima parte della quale la santa Vergine dice ad Adelaide che si farà suora Sacramentina, mentre nella seconda parte, attraverso Adelaide, la santa Vergine conferma a Candido che sarà Sacerdote Missionario secondo il suo Sacro Cuore.
Il racconto, scritto da Adelaide nel suo diario, appare davvero sconcertante.
Innanzitutto colpisce la gioia provata da Adelaide dopo la predizione della santa Vergine che le preannuncia una vita di sofferenza.
Scrive Adelaide:
«…Tra il quattordicesimo e quindicesimo anno, ti farai suora Sacramentina. Soffrirai molto, ma non piangere perché dopo verrai con me in Paradiso”. Poi lentamente si allontanò e scomparve come la sera prima. Sentivo nel cuore tanta gioia per le brevi parole della Madonna e, nella mia mente, era chiaro e preciso il ricordo della sua dolce presenza».
Questo brano del diario non può non destare nel lettore un grande sconcerto, perché è indubbiamente difficile capire per quale ragione Adelaide, bambina di sette anni, abbia potuto provare tanta gioia nel cuore dopo le parole della santa Vergine, che le prefigura un’esistenza di dolore e le dice anche di non piangere.
Ma ancor più sorprende la seconda parte del racconto, nel quale è del tutto evidente la ben strana arrendevolezza di Adelaide alla richiesta di Candido, arrivato di corsa a chiedere che la santa Vergine le appaia un’altra volta.
Così infatti, continua, Adelaide:
«Ritornai con le mie compagne verso l’oratorio: a metà strada incontrammo un buon ragazzo di nome Candido, che m’interroga. Alla mia affermazione di aver visto la Madonna, egli ansioso, mi disse: “Prova ancora a vedere se ti appare e domandale se io potrò essere sacerdote consacrandomi a Lei”. In fretta ritornai sul posto, guardai in cielo con la speranza che la Madonna ritornasse».
Stupisce che Adelaide inverta il cammino senza chiedere nulla a Candido, per tornare con lui al luogo delle apparizioni.
E ancor più che la stessa santa Vergine assecondi la richiesta di Candido e si mostri una seconda volta ad Adelaide per confermare il desiderio di Candido di farsi sacerdote.
Scrive ancora Adelaide:
«Infatti poco dopo pochi minuti si manifestò di nuovo la bella presenza della cara Madonna alla quale espressi il desiderio di Candido, presente alla Sua nuova visita. Essa con voce soave e materna mi rispose: “Sì, egli si farà sacerdote missionario secondo il mio Sacro Cuore, quando la guerra sarà terminata”. Detto questo lentamente scomparve. Terminata la visione sentii tirarmi il grembiule dal ragazzo il quale, ansioso, mi chiese cosa aveva risposto la Madonna. Quando gli ripetei le parole della Madonna egli corse felice a dirlo a sua mamma. Ritornai a casa con le mie compagne e nel mio cuore sentivo una grande gioia»
A una prima lettura, i due brani appaiono davvero sconcertanti.
Ma una lettura più attenta permette di intravedere, in tutta evidenza, un intimo legame spirituale fra Adelaide e Candido, che consente ad Adelaide, di provare una grande gioia al pensiero di un’esistenza di dolore, e poi di acconsentire alla richiesta di Candido senza domandare nulla.
Adelaide, scontrosa, dal carattere fermo e deciso, avrebbe di certo respinto immediatamente la richiesta di Candido se non avesse ben conosciuto il suo desiderio di essere prete, sentendolo in perfetta sintonia col proprio desiderio di essere suora,
come confermerà la santa Vergine, che le appare di nuovo per unirla a Candido nella stessa Missione Eucaristica: Candido come prete e Adelaide come suora.
Una traccia di questo legame nascosto la troviamo nella lettera di Candido seminarista a padre Felice Murachelli, del 10 ottobre 1957, nella quale Candido, aprendo uno spiraglio di luce sull’origine della sua vocazione sacerdotale, scrive:
«Lei mi ricorda il tempo trascorso insieme e mi fa vivere, almeno per brevi istanti la vita di fanciullo. Io credo che allora ero più buono, benché una ne facessi e un’altra ne pensassi: ricordi di giorni sereni e felici in cui cantavo tutto il giorno senza stancarmi, in cui mi facevo i mei altarini e celebravo le mie messe in cui costringevo mia mamma a rispondere alle domande e tante altre cose che sono chiuse entro il mio cuore, le quali gettano uno sprazzo di luce sulla mia vita quando la prova bussa alla porta».
A lungo ci siamo domandati cosa contenessero queste “tante altre cose” conservate da Candido come pietre preziose di un gran tesoro racchiuso nella sua anima.
scorgendo una luce molto chiara nel vederlo inginocchiato nell’erba, accanto ad Adelaide inginocchiata dentro la carriola, condividere la corona del rosario con lei, uniti nella fiducia, spinta oltre ogni limite, che il Cielo esaudisse la loro preghiera.
In quell’accordo ci è parso cogliere un forte e consolidato legame spirituale fra loro, e una storia nascosta,
che si è sempre più chiaramente dipanata in una lunga raccolta di testimonianze fino alla rivelazione della stessa Adelaide offerta nei suoi ultimi giorni di vita,
affinché si potesse conoscere la grande santità di Candido (tanto miseramente denigrato e obliato) dal quale, ora possiamo con certezza affermarlo, è sorta la vocazione religiosa di Adelaide,
confermata e definita dalla santa Vergine nella seconda apparizione del 14 maggio 1944, insieme a quella dello stesso Candido.
E a tal fine, rispettosi delle ultime volontà di Adelaide, s’invita a leggere quanto scritto succintamente nelle prime pagine di “NELLA LUCE DI GHIAIE”,
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Le riflessioni, pubblicate in questo sito, sulle 13 apparizioni del ciclo epifanico di Ghiaie, sono raccolte nel pdf allegato
Il testo del diario di Adelaide è qui riportato in originale.