Dopo le riflessioni pubblicate, nella pagina “Il trionfo“, su quattro apparizioni (5 ª , 7 ª , 10 ª e 13 ª) nelle quali la santa Vergine si rivolge esplicitamente alla Chiesa,
continuiamo ad affrontare il tema proposto:
“Maria e la Chiesa, un’identità da svelare per preparare il Trionfo di Maria e della Chiesa“,
esaminando brevemente, in questa riflessione, la stretta correlazione fra due di queste quattro apparizioni – la 7 ª e la 13 ª – nelle quali la santa Vergine,
- predice il suo riconoscimento (7 ª), e annuncia il suo trionfo (13 ª).
E a tal fine,
prendiamo in considerazione le parole della santa Vergine nelle due diverse apparizioni:
- «molti si convertiranno e io sarò riconosciuta dalla Chiesa» (7 ª)
- «desidero presto il mio trionfo, Prega per il Papa e digli che faccia presto» (13 ª) .
A un primo esame, queste due proposizioni appaiono strettamente correlate fra loro, e in questa correlazione intuiamo che il trionfo e il riconoscimento sono interconnessi.
Più precisamente comprendiamo:
che il riconoscimento della santa Vergine, non solo è un evento futuro deciso per divino volere, ma è anche un compito richiesto al Papa, e perciò alla Chiesa, affinché, col riconoscimento, prepari il trionfo della stessa santa Vergine.
E’ come se la santa Vergine avesse pronunciato, in due apparizioni successive, una sola proposizione, e avesse detto:
- il mio riconoscimento avverrà certamente in un tempo prossimo, con la conversione di molti, com’é deciso nel Disegno Eterno della santa Trinità,
- e per rivelare questo grande evento sono scesa dal Cielo a esortare il Papa affinché riconosca le mie apparizioni, in obbedienza al Disegno Eterno della santa Trinità ,
- Che desidera avvenga presto, nel luogo dove sono apparsa, il trionfo mio e della Chiesa.
Poiché dunque,
il riconoscimento della santa Vergine è in stretto rapporto al suo trionfo,
possiamo concludere con la seguente affermazione, che sintetizza il fine del discorso sapienziale offerto dalla santa Vergine con le apparizioni di Ghiaie:
A GHIAIE AVVERRA’ IL TRIONFO DI MARIA GRAZIE AL SUO RICONOSCIMENTO DA PARTE DELLA CHIESA, SEGNATO DALLA CONVERSIONE DI MOLTI
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Questo assunto trova altresì, conferma nella piena corrispondenza fra:
- quello che ha detto la santa Vergine e come si è mostrata nelle due apparizioni considerate (la 7 ª e la 13 ª)
E a tal fine cominciamo a comprovarlo, esaminando la relazione fra le parole della santa Vergine e la composizione figurativa della 7ª apparizione.
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Quel giorno, come abbiamo ricordato, la santa Vergine ha detto:
- «molti si convertiranno e io sarò riconosciuta dalla Chiesa»
e, come si legge nel racconto di Adelaide, quello stesso giorno la santa Vergine:
- «aveva il vestito e il velo celeste. Una fascia bianca le cingeva i fianchi; aveva le rose ai piedi e la corona fra le mani. Gesù Bambino vestiva ancora di rosa…»,
e ci chiediamo:
quale corrispondenza possiamo rinvenire fra questa composizione figurativa e le parole della santa Vergine pronunciate in quella stessa apparizione?
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Per rispondere al quesito, e di conseguenza scoprire la relazione fra le parole della santa Vergine e la composizione figurativa della 7ª apparizione,
occorre tener presente, innanzitutto, che il ciclo epifanico di Ghiaie segue la liturgia Pasquale e che la 7ª apparizione avviene il giorno successivo alla Solennità dell’Ascensione,
contesto liturgico grazie al quale si comprende perché quel giorno la santa Vergine si mostra tutta celeste.
In una semplice proposizione possiamo dire che:
- apparendo tutta celeste il giorno successivo all’Ascensione, la santa Vergine vuole ricordare ch’ella è stata assunta in Cielo con il Divin Figlio, a conferma del legame indissolubile che la unisce al Divin Figlio in virtù dell’Incarnazione.
Verità evidenziata dalla fascia bianca ai fianchi della santa Vergine, figura del grembo verginale e immacolato nel quale – per opera dello Spirito Santo – è stato concepito il suo Divin Figlio, Verbo di Dio, Che vediamo nel Bambino Gesù, in braccio a lei, vestito di rosa, colore della carne umana assunta da lei.
La composizione figurativa della 7ª apparizione si svela così in tutto il suo significato salvifico
e ci permette così di riconoscere:
- nella santa Vergine tutta celeste col Bambino Gesù vestito di rosa fra le sue braccia, la coppia santa e immacolata dell’Incarnazione,
- da cui principia l’Opera della nostra Redenzione,
- attuata da quel Divin Bambino con la partecipazione della sua santa Madre – nel grembo della quale si è rivestito della carne umana destinata ad essere crocifissa nel santo Sacrificio della Croce, per la salvezza dell’umanità.
Più precisamente,
- pensando all’unione fra Gesù e Maria compiuta sul Talamo della Croce,
nella composizione figurativa presa in esame, possiamo riconoscere:
- nel Bambino vestito di rosa fra le braccia della santa Vergine tutta celeste con la fascia bianca ai fianchi, lo Sposo Eterno della sua santa Madre – fin dall’Incarnazione nel suo grembo Immacolato – e per tutta la vita con lei – fin sul Talamo della Croce – e poi in Cielo, dove, come sua Sposa, ella vive nella totale unità con Lui.
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In conclusione possiamo dire che:
la profezia annunciata nella 7ª apparizione, dalla santa Vergine con le parole: «molti si convertiranno e io sarò riconosciuta dalla Chiesa»,
deve essere perciò considerata come
- espressione dell’Unità Sponsale della coppia dell’Incarnazione,
- grazie alla quale Unità Sponsale (come abbiamo evidenziato nella precedente riflessione) la Chiesa deve riconoscere la santa Vergine nel sommo privilegio di Mediatrice di tutte le Grazie, poiché lei può ottenere tutto dal Divin Figlio suo Sposo,
- e così preparare il trionfo della stessa santa Vergine, che sarà segnato dalla conversione di molti, condotti dalla Chiesa, con la santa Vergine, sulla Via tracciata da Cristo fino al Calvario, per essere elevati, con la Chiesa stessa, alle nozze eterne con Cristo Signore.
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Continueremo la riflessione approfondendo il tema proposto, anche come contributo alla comprensione del libro, di prossima pubblicazione: “L’ORA DI MARIA, L’ORA DELLA CHIESA, esegesi del diario di Adelaide Roncalli“.