Prima di esaminare l’apparizione del 28 maggio 1944, solennità di Pentecoste, occorre continuare a riflettere su quella precedente, del 21 maggio 1944, la quale, nell’azione distruttiva del cavallo che calpesta i gigli, evidenzia chiaramente, come abbiamo rilevato, la dinamica del peccato.
La domanda che pone questa apparizione è la seguente:
Visto che la natura del peccato è stata ampiamente chiarita (catechismo della Chiesa Cattolica) perché, proprio in questo tempo, la Madonna vuol farci riflettere ancora sul peccato?
La risposta a questa domanda si trova nella confusione operata da Teologi e Ministri della Chiesa, che hanno lasciato sempre più ampio spazio ad interpretazioni contraddittorie e mutevoli, fino a sminuirne l’importanza, e ridurlo, negandone l’azione distruttiva e devastante.
E’ per questa ragione che la Madonna esorta i fedeli a recuperare la consapevolezza della natura rovinosa del peccato, invitando i Ministri della Chiesa ad ammaestrare in Verità .
Ma non viene ascoltata.
E il messaggio di Ghiaie negato. Con conseguenze gravissime per l’umanità e la stessa Chiesa.
Eppure non è così difficile riconoscere, ad esempio, nell’apparizione del 21 maggio, l’immagine del peccato nella sua dinamica distruttiva, come emersione di una forza catastrofica uscita dalla Chiesa – raffigurata dal cavallo – capace di portare devastazione e morte.
Una forza catastrofica nella quale è possibile individuare senza difficoltà l’eros, invertito nel suo orientamento originario, e sospinto alla distruzione della vita e dell’Innocenza.
Il cavallo, che distrugge i gigli del giardino, esprime infatti, chiaramente la pulsione di morte prodotta dalla sessualità degradata, elevata a idolo, ovvero del peccato più pericoloso per il nostro tempo, nel quale l’uomo, chiamato da Dio a realizzare nell’incontro di coppia la Sua stessa Immagine, viene condotto invece a unioni perverse e distruttive.
E dunque alla disintegrazione della famiglia e alla completa signoria sulla vita, che l’uomo crede di procreare o annientare a proprio piacimento.
Gravissima appare perciò – proprio nel nostro tempo segnato dalla battaglia decisiva fra il peccato e la Grazia, e dunque fra il Regno di Cristo e Satana – la sottovalutazione e addirittura la negazione di questo peccato da parte di Teologi e Ministri Sacri (che riducono la sessualità semplicemente a dono di Dio aprendo nascostamente alla liceità di rapporti perversi).
A questo proposito si ritiene necessario ricordare un passo della lettera di suor Lucia di Fatima al Cardinal Carlo Caffarra – Presidente fondatore del Pontificio Istituto Giovanni Paolo II per Studi su Matrimonio e Famiglia.
Il Cardinale aveva scritto a suor Lucia:
“Stiamo attraversando un momento molto difficile. Ti chiedo solo di pregare.
Non si aspettava una risposta.
Invece, con sua gran sorpresa, dopo non più di due o tre settimane, ha ricevuto una lunga lettera scritta a mano.
La lettera di suor Lucia finiva così:
“Padre, verrà un momento in cui la battaglia decisiva tra il Regno di Cristo e Satana sarà sul matrimonio e sulla famiglia. E coloro che lavoreranno per il bene della famiglia sperimenteranno la persecuzione e la tribolazione. Ma non bisogna aver paura, perché la Madonna gli ha già schiacciato la testa”.
La notizia è stata pubblicata da vari media e siti internet. Ricordiamo in particolare un’intervista esclusiva pubblicata su ALETEIA, al termine della quale l’intervistatrice chiede al Cardinale se “le parole di Suor Lucia sulla “battaglia decisiva” sono state una profezia?”
“Si assolutamente” – risponde il Cardinale – “Ciò che Suor Lucia mi ha scritto si sta adempiendo oggi”.
Si ritiene perciò gravissimo il rifiuto, da parte di Teologi e Ministri Sacri, di ascoltare il richiamo della Madonna e il loro ammaestramento ingannevole che impedisce all’uomo di riconoscere questo peccato, foriero di tanto male, e combatterlo.
In questo contesto di chiara apostasia sempre più estesa nella Chiesa, nella figura del cavallo che calpesta i gigli possiamo perciò, anche identificare questi Ministri Sacri che demoliscono le Verità della Chiesa (dalla quale si sono separati, dissimulando di appartenervi ancora) per diffondere valori e modelli opposti, causa di peccato grave e dunque di malattia e di morte (nel linguaggio biblico, calpestare i fiori significa appunto rottura con Dio, come, per converso : “far fiorire fiori come il giglio” vuol dire unirsi a Dio)
Da ultimo, causa del peccato del nostro tempo non sono solo i mali che affliggono l’umanità (pestilenze, fame, guerre…) ma anche il terribile incessante martirio di tanti cristiani, massacrati come i gigli del campo calpestati dal cavallo.