FATIMA E GHIAIE CONFERMANO LA FEDE
Nella precedente riflessione, esaminando il racconto di Lucia relativo alle apparizioni dell’angelo della Pace,
abbiamo compreso:
- che l’angelo della Pace porta nel bosco di Fatima l’Eucaristia celebrata sull’altare del Cielo, nel quale sono “assunti” tutti gli altari della terra, a formare un solo Altare;
e, di conseguenza,
- che l’angelo della Pace ha preso l’Eucarestia dal Tabernacolo del Cielo, in cui si riassumono, a formare un solo Tabernacolo, tutti i tabernacoli della terra,
ai quali fa esplicito riferimento l’angelo della Pace, nella preghiera alla Santissima Trinità, da lui pronunciata – dopo aver lasciato l’Ostia sanguinante e il calice in aria, ed essersi inginocchiato con il volto a terra – con queste parole:
- Vi adoro profondamante e Vi offro il preziosissimo corpo, sangue, anma e divinità di Gesù Cristo presente in tutti i tabernacoli della terra.
In estrema sintesi, grazie al racconto di Lucia, possiamo fare la seguente affermazione:
a Fatima, viene confermata la Fede nella Realtà Eterna d’Amore Eucaristico che unisce Cielo e terra – non più separati, in virtù del Mirabile Scambio e del santo Sacrificio di Cristo.
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Vediamo ora che questa stessa affermazione possiamo ricavarla esaminando la storia del preludio delle apparizioni della santa Vergine a Ghiaie raccontata da Adelaide,
nella quale ritroviamo la stessa Realtà Eterna d’Amore Eucaristico che unisce Cielo e terra, a confermare la stessa Verità di Fede,
grazie alla quale crediamo che
- su tutti gli altari della terra, anche nei luoghi più speduti e nascosti, si celebra l’unico santo Sacrificio Eucaristico celebrato sull’altare del Cielo.
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Affronteremo la riflessione su questo tema ricordando la prima parte della storia del preludio delle apparizioni di Ghiaie, in due passaggi:
- LA PRIMA COMUNIONE DI ADELAIDE
- I PICCOLI MARTIRI E L’ALTARE DELLA CHIESA DEL CIELO
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PRMO PASSAGGIO: LA PRIMA COMUNIONE DI ADELAIDE
Volgiamo allora lo sguardo, dal bosco di Fatima al bosco di Ghiaie, e ricordiamo il giorno in cui Candido bussa alla porta del casolare di Adelaide, conducendola sul sentiero che sale per la morena, fino a un fontanile nascosto fra gli alberi,
dinnanzi al quale Candido si ferma, per una preghiera, nel ricordo dei santi martiri, Quirico e Giulitta, cui il fontanile è dedicato, inerpicandosi poi, con Adelaide, su per la morena fra arbusti e rovi di robinie e more, oltre il ponticello sul canale, lungo un sentiero pianeggiante,
fino a un grande prato affollato di bambini, che vanno incontro ad Adelaide e la circondano, sospingendola, tutti insieme, al limitare di un bosco, dinnanzi a un grosso tronco spezzato di betulla
sul quale Adelaide vede del pane raffermo e un grembiule nero, che Candido afferra e indossa, come fosse una veste talare per disporsi a dire Messa.
Adelaide subito comprende. Sa che Candido vuol farsi prete. E partecipa alla Messa di Candido, in quello spazio sacro trasformato in una chiesa;
che a un tratto Adelaide vede ampliarsi dinnanzi ai suoi occhi allorquando la voce forte di Candido inizia a echeggiare, accompagnata dal canto armonioso dei bambini, seguito dal canto sublime degli angeli giunti all’improvviso, a miriade, sopra quel prato.
Adelaide partecipa così, alla Messa di Candido: con devozione, in ginocchio, circondata dai bambini, nel volo degli angeli sopra di lei, senza porsi domande.
Solo alla consacrazione del pane, nel momento in cui Candido lo eleva al cielo pronunciando le stesse parole che il parroco pronuncia alla Messa della domenica nella chiesa parrocchiale,
- contemplando quel pane elevato da Candido al cielo, avverte nel profondo dell’anima che sarà suora,
- e quando poi, riceve sulle labbra, dalle mani di Candido un pezzetto di quel pane raffermo, come un’Ostia consacrata, sente che da quel giorno sarà unita a lui per sempre, perché tutto si è compiuto nella sacra liturgia.
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Come possiamo facilmente comprendere,
questo racconto,
se da un lato consente di dire che
nel bosco sopra il villagio di Ghiaie, Adelaide riceve da Candido la prima Comunione, come Giacinta e Francesco l’hanno ricevuta nel bosco di Fatima dall’angelo della Pace;
dall’altro pone un’inevitabile domanda:
- poichè a Ghiaie non “scende”, come a Fatima, l’angelo della Pace con l’Eucaristia presa dal Tabernacolo del Cielo, com’è possibile riconoscere nella Messa di Candido una vera Messa, e nel pezzetto di pane raffermo da lui consacrato, il Corpo e il Sangue di Cristo?
Più semplicemente
- come possiamo vedere a Ghiaie, nelle Messe di Candido, la stessa Realtà Eterna d’Amore Eucaristico che unisce Cielo e terra, scesa a Fatima, a confermare la Verità della Fede?
Per rispondere a questa domanda occorre affrontare il secondo passaggio
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I PICCOLI MARTIRI E L’ALTARE DELLA CHIESA DEL CIELO
Ovvero, occorre continuare a narrare la storia raccontata da Adelaide,
e ricordare
- che Adelaide salirà di nuovo, con Candido, nel bosco sopra il villaggio, dove, di nuovo, incontrerà quei bambini, molti dei quali si presenteranno a lei con la divisa, a righe verticali bianche e azzurre, imposta ai piccoli rinchiusi nei lager nazisti,
- e che, proprio quei bambini, dopo aver partecipato alla Messa di Candido, le racconteranno storie strazianti, grazie alle quali Adelaide capirà che, sono “scesi” dal Cielo dove sono stati “assunti”, come tutti gli altri bambini presenti alla Messa di Candido, in virtù del loro martirio.
Realtà dolorosa grazie alla quale la Messa di Candido si rivelerà come una vera celebrazione Eucaristica.
Poichè infatti,
- quelle piccole vittime vivono eternamente in Cielo con il Signore Gesù,
- possiamo vedere, accanto a Candido, il Signore Gesù Risorto, Che consacra il pezzetto di pane raffermo, dicendo, come all’Ultima Cena: “Questo è il mio Corpo, offerto in sacrificio per voi“.
E dunque, vedere altresì,
- nel tronco di betulla spezzato al limitare del bosco di Ghiaie, l’altare del Cielo, sopra il quale vi è la Vttima, l’Agnello Eucaristico, come su tutti gli altari della terra, dinnanzi ai quali pregano adoranti i martiri, coi santi e gli angeli.
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PER IL TEMPO DELLA DESOLAZIONE
I preludi di Fatima e di Ghiaie, che anticipano le apparizioni della santa Vergine, ci sono offerti come profezia per il tempo, ed è questo, in cui Forze maligne mandate dall’uomo del peccato, figlio della perdizione, si levano per “profanare il santuario”, “sopprimere il sacrificio continuo” e nascondere la Realtà d’Amore Eucaristico, per collocarvi il falso cristo, separare il Cielo dalla terra e annientare la Redenzione : “l’abominazione che causa la desolazione” (Daniele 9,27 -11,31 -12,11 / Mt 24,15 / Mc. 13,14 /Ap. 13,14…).
Sono trascorsi oltre cento anni da quando l’angelo della Pace, apparso ai tre pastorelli di Fatima, ha pregato così:
Vi adoro profondamante e Vi offro il preziosissimo corpo, sangue, anma e divinità di Gesù Cristo presente in tutti i tabernacoli della terra, in riparazione degli oltraggi, sacrilegi, indifferenze con cui Egli stesso è offeso.
E ora?
Accogliendo la dottrina protestante, si dirà che la Messa non è un Sacrificio, ma solo la sacra cena; cioè il ricordo di ciò che Gesù fece nella sua ultima cena. E così verrà soppressa la celebrazione della santa Messa. In questa abolizione del sacrificio quotidiano consiste l’orribile sacrilegio compiuto dall’anticristo (don Stefano Gobbi, 31, 12, 1992).
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Grazie Beppe, la mia ignoranza mi ha portato a non sapere che per i protestanti l’ Eucarestia è solo una sacra cena .
Ora lo so……e mi spiace sapere che hanno la possibilità di avere un tesoro immenso …..e non se ne accorgono ….