Fatima, Ghiaie, La Pace Eucaristica nel mondo
Molti hanno affermato che Fatima e Ghiaie sono eventi soprannaturali strettamente correlati fra loro.
In particolare, padre Felice Murachelli, scriveva che Ghiaie è l’epilogo di Fatima.
Affermazione assai importante, in base alla quale possiamo dire, conseguentemente, che:
Fatima è preludio di Ghiaie.
Questo nesso è ancor più avvalorato dall’affermazione di don Divo Barsotti secondo cui Fatima è il più grande evento soprannaturale dopo l’Ascensione.
Grazie a questa affermazione, infatti, rammentando che l’apparizione centrale del ciclo epifanico di Ghiaie è quella del 28 maggio, solennità di Pentecoste, (poiché l’Ascensione è il preludio di Pentecoste) si può dire che:
Fatima è il preludio di Ghiaie come Ghiaie è l’epilogo di Fatima.
Correlazione da tener ben presente nell’affrontare il grande tema che lega entrambi gli avvenimenti soprannaturali: LA PACE NEL MONDO.
- Per quanto riguarda Fatima, LA PACE NEL MONDO è legata, come noto, alle frasi della santa Vergine riferite da suor Lucia in merito alla:
CONSACRAZIONE DELLA RUSSIA AL CUORE IMMACOLATO DI MARIA.
- Per quanto riguarda Ghiaie la PACE NEL MONDO è espressa nella frase che la santa Vergine ha pronunciato nell’apparizione di Pentecoste, del 28 maggio 1944, scritta da Adelaide nel suo diario del 1953:
AL MIO CUORE PREME QUELLA PACE MONDIALE NELLA QUALE TUTTI SI AMINO COME FRATELLI.
A una prima lettura, in questi due messaggi relativi alla PACE NEL MONDO, possiamo rilevare due caratteri distinti:
- il messaggio di Fatima sembra presentare un carattere politico, visto il chiaro riferimento ad una particolare nazione, la Russia, che potrebbe avere un ruolo determinante nel rapporto con le altre nazioni del mondo;
- il messaggio di Ghiaie sembra presentare invece, un carattere prettamente ecclesiale, ecumenico, che riguarda l’umanità intera, indipendentemente dalle nazioni.
Per questo ci domandiamo:
come si integrano i due messaggi relativi alla PACE NEL MONDO data la stretta relazione fra Fatima e Ghiaie, essendo Fatima il preludio di Ghiaie e Ghiaie l’epilogo di Fatima?
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Iniziamo da Ghiaie, ovvero dalla frase pronunciata dalla santa Vergine nell’apparizione di Pentecoste, del 28 maggio 1944:
AL MIO CUORE PREME QUELLA PACE MONDIALE NELLA QUALE TUTTI SI AMINO COME FRATELLI.
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AL CENACOLO
In questa frase la santa Vergine indica, come ben si vede, la sorgente da cui sgorgano le sue parole sulla PACE NEL MONDO, ovvero il suo Cuore, che lei stessa indica, dicendo: “al mio cuore”.
E’ molto importante correlare le parole della santa Vergine al suo Cuore, perché,
- ricordando che il Cuore della santa Vergine è unito al Cuore del Divin Figlio come una cosa sola, formando un solo Cuore,
- comprendiamo che la santa Vergine esprime il desiderio del Cuore di Gesù manifestato da Lui al Cenacolo;
dove, preparandosi a salire il Calvario e morire in Croce, ha istituito l’Eucarestia e dove, dopo l‘Ascensione, scenderà, a Pentecoste, con lo Spirito Santo, su Maria e gli apostoli, chiamati a unire il mondo nella vera Pace di Cristo Crocifisso, Risorto e Asceso al Cielo, mediante l’Amore Eucaristico.
E’ proprio al Cenacolo infatti, che,
- possiamo chiaramene risentire, nelle Parole pronunciate da Gesù nella preghiera al Padre, le parole pronunciate dalla santa Vergine a Ghiaie, nella Solennità di Pentecoste, relative alla PACE NEL MONDO, come COMUNIONE D’AMORE FRATERNO
- e capire che la santa Vergine, sia pur appartata, ha udito e conservato nel proprio cuore le parole del Divin Figlio perché fossero rammentate nella Chiesa e in particolare nella Chiesa del nostro tempo.
Ricordiamo allora, due brani della preghiera di Gesù al Padre, quale fonte delle parole pronunciate dalla santa Vergine a Ghiaie il 28 maggio 1944, solennità di Pentecoste
Vi lascio la Pace, vi do la mia pace. Non come la dà il mondo io la do a voi. Avete udito che vi ho detto: “Io me ne vado, e torno da voi”; se voi mi amaste, vi rallegrereste che io vada al Padre, perché il Padre è maggiore di me. Ora ve l’ho detto prima che avvenga, affinché, quando sarà avvenuto, crediate. Io non parlerò più con voi per molto, perché viene il principe del mondo. Egli non può nulla contro di me; ma così avviene affinché il mondo conosca che amo il Padre e opero come il Padre mi ha ordinato. (Gv. 27,30)
Come tu mi hai mandato nel mondo, anch’io li ho mandati nel mondo; per loro io consacro me stesso, perché siano anch’essi consacrati nella verità. Non prego solo per questi, ma anche per quelli che per la loro parola crederanno in me; perché tutti siano una sola cosa. Come tu, Padre, sei in me e io in te, siano anch’essi in noi una cosa sola, perché il mondo creda che tu mi hai mandato. E la gloria che tu hai dato a me, io l’ho data a loro, perché siano come noi una cosa sola. Io in loro e tu in me, perché siano perfetti nell’unità e il mondo sappia che tu mi hai mandato e li hai amati come hai amato me, ma io ti ho conosciuto; questi sanno che tu mi hai mandato. E io ho fatto conoscere loro il tuo nome e lo farò conoscere, perché l’amore con il quale mi hai amato sia in essi e io in loro. (Gv. 18,26)
AL CALVARIO
Dopo il Cenacolo, le parole pronunciate dalla santa Vergine il 28 maggio 1944, solennità di Pentecoste, ci conducono dunque, al Calvario, dove, contemplando Cuore aperto di Gesù, in unità col Cuore della Madre spezzato dallo stesso atroce dolore del Figlio, possiamo comprendere che:
- la PACE NEL MONDO, come COMUNIONE D’AMORE FRATERNO, annunciata al Cenacolo con la preghiera di Gesù al Padre, nasce al Calvario, dal Cuore aperto di Cristo in unità col Cuore spezzato della sua santa Madre.
La frase pronunciata dalla santa Vergine, a Ghiaie, nell’apparizione di Pentecoste consente, pertanto, di affermare che:
- la PACE NEL MONDO come COMUNIONE D’AMORE FRATERNO scaturisce dal Cuore di Cristo Crocifisso, Nostro Redentore, e dal Cuore della santa Vergine Corredentrice eternamente unito al Cuore di Cristo come una cosa sola.
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Comprendere che il messaggio di Ghiaie, in relazione alla PACE NEL MONDO, è strettamente legato alla MISSIONE EUCARISTICA NEL MONDO,
è molto importante
perchè permette di comprendere meglio il messaggio di Fatima, relativo alla PACE NEL MONDO, strettamente legato alla CONSACRAZIONE DELLA RUSSIA AL CUORE IMMACOLATO DI MARIA.
I due messaggi si integrano perfettamente:
la CONSACRAZIONE DELLA RUSSIA AL CUORE IMMACOLATO DI MARIA è strettamente correlata alla MISSIONE EUCARISTICA NEL MONDO.
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Ghiaie e Fatima sorgono dall’Eucarestia
Come abbiamo scritto nella pagina “LUCI”, ricordiamo innanzitutto, il giorno in cui Candido bussa alla porta del casolare di Adelaide, conducendola sul sentiero che sale per la morena, fino a un fontanile nascosto fra gli alberi,
dinnanzi al quale Candido si ferma, per una preghiera, nel ricordo dei santi martiri, Quirico e Giulitta, cui il fontanile è dedicato, inerpicandosi poi, con Adelaide, su per la morena fra arbusti e rovi di robinie e more, oltre il ponticello sul canale, lungo un sentiero pianeggiante,
fino a un grande prato affollato di bambini, che vanno incontro ad Adelaide e la circondano, sospingendola, tutti insieme, al limitare di un bosco, dinnanzi a un grosso tronco spezzato di betulla
sul quale Adelaide vede del pane raffermo e un grembiule nero, che Candido afferra e indossa, come fosse una veste talare per disporsi a dire Messa.
Adelaide subito comprende. Sa che Candido vuol farsi prete. E partecipa alla Messa di Candido, in quello spazio sacro trasformato in una chiesa;
che a un tratto Adelaide vede ampliarsi dinnanzi ai suoi occhi allorquando la voce forte di Candido inizia a echeggiare, accompagnata dal canto armonioso dei bambini, seguito dal canto sublime degli angeli giunti all’improvviso, a miriade, sopra quel prato.
Adelaide partecipa così, alla Messa di Candido: con devozione, in ginocchio, circondata dai bambini, nel volo degli angeli sopra di lei, senza porsi domande.
Solo alla consacrazione del pane, nel momento in cui Candido lo eleva al cielo pronunciando le stesse parole che il parroco pronuncia alla Messa della domenica nella chiesa parrocchiale,
- contemplando quel pane elevato da Candido al cielo, avverte nel profondo dell’anima che sarà suora,
- e quando poi, riceve sulle labbra, dalle mani di Candido un pezzetto di quel pane raffermo, come un’Ostia consacrata, sente che da quel giorno sarà unita a lui per sempre, perché tutto si è compiuto nella sacra liturgia.
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Come possiamo facilmente comprendere,
questo racconto,
pone un’inevitabile domanda:
- poichè a Ghiaie non “scende”, come a Fatima, l’angelo della Pace con l’Eucaristia presa dal Tabernacolo del Cielo, com’è possibile riconoscere nella Messa di Candido una vera Messa, e nel pezzetto di pane raffermo da lui consacrato, il Corpo e il Sangue di Cristo?
Più semplicemente
- come possiamo vedere a Ghiaie, nelle Messe di Candido, la stessa Realtà Eterna d’Amore Eucaristico che unisce Cielo e terra, scesa a Fatima, a confermare la Verità della Fede?
Per rispondere a questa domanda occorre affrontare il seguente passaggio
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I PICCOLI MARTIRI E L’ALTARE DELLA CHIESA DEL CIELO
Ovvero, occorre continuare a narrare la storia raccontata da Adelaide,
e ricordare
- che Adelaide salirà di nuovo, con Candido, nel bosco sopra il villaggio, dove, di nuovo, incontrerà quei bambini, molti dei quali si presenteranno a lei con la divisa, a righe verticali bianche e azzurre, imposta ai piccoli rinchiusi nei lager nazisti,
- e che, proprio quei bambini, dopo aver partecipato alla Messa di Candido, le racconteranno storie strazianti, grazie alle quali Adelaide capirà che, sono “scesi” dal Cielo dove sono stati “assunti”, come tutti gli altri bambini presenti alla Messa di Candido, in virtù del loro martirio.
Realtà dolorosa grazie alla quale la Messa di Candido si rivelerà come una vera celebrazione Eucaristica.
Poichè infatti,
- quelle piccole vittime vivono eternamente in Cielo con il Signore Gesù,
- possiamo vedere, accanto a Candido, il Signore Gesù Risorto, Che consacra il pezzetto di pane raffermo, dicendo, come all’Ultima Cena: “Questo è il mio Corpo, offerto in sacrificio per voi“.
E dunque, vedere altresì,
- nel tronco di betulla spezzato al limitare del bosco di Ghiaie, l’altare del Cielo, sopra il quale vi è la Vittima, l’Agnello Eucaristico, come su tutti gli altari della terra, dinnanzi ai quali pregano adoranti i martiri, coi santi e gli angeli.
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CONFRONTO COL PRELUDIO DI FATIMA
prendiamo in esame, anzitutto, le apparizioni dell’angelo, che precedono le apparizioni della santa Vergine ai tre pastorelli di Fatima, secondo il racconto di Lucia, nella Biografia di suor Lucia e del Cuore Immacolato di Maria (Un cammino sotto lo sguardo di Maria, pp. 37-49).
– Ricordiamo, dapprima,
che l’angelo, presentatosi ai tre pastorelli come angelo della PACE, si mostra, nella sua terza apparizione, con un calice nella mano sinistra e, sospesa su di esso, un’Ostia, dalla quale cadono nel calice alcune gocce di Sangue.
– Ricordiamo poi
che, dopo aver lasciato il calice e l’Ostia sospesi in aria, quest’angelo s’inginocchia, posa il volto a terra, e ripete la preghiera insegnata ai pastorelli nella sua prima apparizione, aggiungendo queste parole:
Santissima Trinità, Padre, Figlio e Spirito Santo, Vi adoro profondamente e Vi offro il preziosissimo Corpo, Sangue, Anima e Divinità di nostro Signore Gesù Cristo, presente in tutti i tabernacoli del mondo.
– Ricordiamo infine, che
quest’angelo si rialza, e, dopo aver preso di nuovo in mano il calice e l’Ostia, dà a Lucia l’Ostia, ovvero il Corpo di Cristo, e a Giacinta e a Francesco fa bere il calice, ovvero il Sangue di Cristo, dicendo:
Prendete e bevete il Corpo e il Sangue di Gesù Cristo
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Ripercorrendo con la mente il racconto di Lucia, non è difficile cogliere, a un primo sguardo, in quale grande Mistero vengono collocati i tre pastorelli, e, insieme a loro, tutti quelli che, grazie al racconto di Lucia, possono rivivere quel momento di Grazia donato dal Cielo.
nelle parole dell’angelo, il cristiano può riconoscere infatti, con stupore, le parole della preghiera eucaristica della santa Messa (Canone Romano),e perciò, nell’angelo stesso, potrà vedere la figura del sacerdote che celebra il santo Sacrificio, e, ricordando il Vangelo dell’istituzione dell’Eucaristia al Cenacolo,
- dapprima proclama:
La vigilia della sua passione, Gesù prese il pane nelle sue mani sante e venerabili, e alzando gli occhi al cielo a te, Dio Padre suo Onnipotente, rese grazie con la preghiera di benedizione, spezzò il pane, lo diede ai suoi discepoli e disse: Prendete, e mangiatene tutti: questo è il mio Corpo offerto in sacrificio per voi;
- e poi, deposta sulla patena l’Ostia sacra dopo averla presentata, si genuflette in adorazione, prende il calice e, tenendolo sollevato sull’altare, così prosegue:
Allo stesso modo, dopo aver cenato, prese nelle sue mani sante e venerabili questo glorioso calice,
ti rese grazie con la preghiera di benedizione, lo diede ai suoi discepoli e disse: Prendete, e bevetene tutti: questo è il calice del mio Sangue, per la nuova ed eterna alleanza, effuso per voi e per tutti in remissione dei peccati. Fate questo in memoria di me.
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A un primo sguardo dunque, l’angelo appare chiaramente nella figura del sacerdote. E tuttavia, non è possibile non riscontrare una rilevante differenza fra:
- il sacerdote che agendo in persona Christi, grazie alla preghiera Eucaristica, realizza la transustanziazione del pane e del vino nel Corpo e nel Sangue di Cristo,
- e l’angelo che si presenta con l’Ostia consacrata dalla quale cadono nel calice alcune gocce di Sangue, come se la santa Messa sia stata celebrata altrove.
Per comporre questo iato apparente, e comprendere l’ineffabile mistero donato, per grazia di Dio, dal racconto di Lucia, a tutti i cristiani,
è sufficiente ricordare:
le parole che pronuncia il sacerdote al termine della consacrazione:
- Ti supplichiamo, Dio Onnipotente: fa’ che questa offerta, per le mani del tuo angelo santo, sia portata sull’altare del Cielo davanti alla tua Maestà Divina, perché su tutti noi che partecipiamo di questo altare, comunicando al santo mistero del Corpo e Sangue del tuo Figlio, scenda la pienezza di ogni grazia e benedizione del Cielo.
grazie alle quali, parole, possiamo comprendere che:
l’Ostia sanguinante mostrata dall’angelo della Pace insieme al calice,
- proviene dall’altare del Cielo dove è stata portata dall’angelo che sta dinnanzi alla Maestà Divina, nell’offerta del sacerdote che ha celebrato l’Eucaristia sull’altare della Chiesa pellegrina sulla terra.
Si può dire pertanto, forzando il linguaggio figurato, consapevoli dell’unità fra liturgia terrestre e liturgia celeste:
- che i tre pastorelli di Fatima hanno ricevuto la Comunione con l’Eucarestia posta sull’altare del Cielo, dinnanzi alla Maestà Divina,
- “riportata” sulla terra dall’angelo della Pace, per i tre pastorelli,
- e perciò che, veramente, per Giacinta e Francesco fu quello il giorno della Prima Comunione (come si legge nella Biografia di suor Lucia e del Cuore Immacolato di Maria, pg 43),
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Per comprendere in quale grande Mistero vengono collocati i tre pastorelli, e, insieme a loro, tutti quelli che, grazie al racconto di Lucia possono rivivere quel momento di Grazia donato dal Cielo, ci permettiamo di suggerire la lettura del paragrafo “La vita del Cielo è presente nella liturgia terrestre” in: Meditazione sull’Apocalisse, di Divo Barsotti (p. 331).
Scrive don Divo:
fra la terra e il Cielo non vi è più separazione o distanza, il Cielo è presente sulla terra, ma segreto, nascosto. Tuttavia, quello che la terra ora possiede e vive non è per nulla diverso da quello che è in Cielo.
In un passaggio precedente, nel capitoletto intitolato “Il trono e l’altare” don Divo scriveva:
E il Cielo è un altare...ora noi vediamo che nel Cielo vi è il tabernacolo veduto da Mosè: c’è un altare vi è l’altare dei profumi; vi è tutto quello che era nel tempio di Gerusalemme. Il Cielo non è soltanto il luogo dove Dio si manifesta come re sul trono e ha intorno i ministri che l’acclamano, è anche il tempio, vi è un altare, e sull’altare vi è una vittima, e la vittima è Cristo, e la vittima sono tutti i cristiani. La vita del Cielo è una liturgia, un Mistero sacro al quale partecipano Cielo e terra.
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CONCLUSIONE
Il prologo di Fatima come il prologo di Ghiaie, sono connotati dal sacrificio Eucaristico.
il preludio delle apparizioni della santa Vergine a Fatima, connotato dalle tre apparizioni dell’angelo della Pace che comunica Lucia e i cuginetti Giacinta e Francesco, “nel cuore del bosco”, con l’Eucaristia della Chiesa del Cielo,
è in stretta correlazione con il preludio delle apparizioni della santa Vergine a Ghiaie, dove la Chiesa del Cielo scende di nuovo sulla terra, con gli angeli e i bambini martiri, per unirsi all’Eucaristia celebrata “nel cuore del bosco” sopra il villaggio, da Candido con Adelaide.
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I preludi di Fatima e di Ghiaie, che anticipano le apparizioni della santa Vergine, ci sono offerti come profezia per il tempo, ed è questo, in cui Forze maligne mandate dall’uomo del peccato, figlio della perdizione, si levano per “profanare il santuario”, “sopprimere il sacrificio continuo” e nascondere la Realtà d’Amore Eucaristico, per collocarvi il falso cristo, separare il Cielo dalla terra e annientare la Redenzione : “l’abominazione che causa la desolazione” (Daniele 9,27 -11,31 -12,11 / Mt 24,15 / Mc. 13,14 /Ap. 13,14…).
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Il Papa, Fatima e Ghiaie
Iniziamo confrontando due frasi similari dei due messaggi di Fatima e di Ghiaie che riguardano il Papa.
A Fatima, il 13 luglio 1917 (redazione del 31 AGOSTO 1941)
la santa Vergine ha detto
Se accetteranno le mie richieste, la Russia si convertirà e avranno pace; se no, spargerà i suoi errori per il mondo, promovendo guerre e persecuzioni alla Chiesa. I buoni saranno martirizzati, il Santo Padre avrà molto da soffrire,
A Ghiaie, nell’apparizione del 28 maggio 1944, solennità di Pentecoste, la santa Vergine ha detto
La pace non tarderà, ma al mio cuore preme quella pace mondiale nella quale tutti si amino come fratelli. Solo così il Papa avrà meno da soffrire
Confrontiamo dunque le due frasi.
il Santo Padre avrà molto da soffrire (Fatima) /il Papa avrà meno da soffrire (Ghiaie).
La prima frase comporta un periodo causale, la seconda invece un periodo ipotetico. Entrambe possono perciò formare una sola frase:
- il Santo Padre avrà molto da soffrire A CAUSA di guerre e persecuzioni nel mondo (ma) avrà meno da soffrire SE tutti si ameranno come fratelli
Questo semplice nesso fra le due frasi permette di percepire il legame provvidenziale fra le apparizioni di Fatima e le apparizioni di Ghiaie.
E’ come se la santa Vergine avesse detto all’umanità (attraverso Lucia di Fatima e Adelaide di Ghiaie):
- A Fatima vi ho avvertiti che il Papa avrebbe molto sofferto a causa di persecuzioni e castighi,
- ma non sono stata ascoltata; per questo a Ghiaie vi ho detto cosa dovete fare perché il Papa abbia meno da soffrire.
Il messaggio di Ghiaie si rivela, in tale semplice raffronto, come un Ammaestramento Sapienziale donato al mondo e alla Chiesa, dalla Santa Vergine, come Madre della famiglia umana e della Chiesa, perché siano limitate le persecuzioni e attenuati i castighi annunciati a Fatima.
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Colpire Ghiaie per colpire Fatima
Le recenti “Norme del Dicastero per la Dottrina della Fede per procedere nel discernimento di presunti fenomeni soprannaturali“, oltre a manifestare l’idiosincrasia per il soprannaturale, rivelano, in particolare, il chiaro disegno di confinare e annientare definitivamente alcune grandi apparizioni della santa Vergine.
In particolare sono prese di mira (nell’occulto) le apparizioni della santa Vergine a Ghiaie, perchè (col “nihil obstat” a conferma del “non costa”) siano affondate nello stato deplorevole nel quale sono state lasciate, 76 anni or sono, dal Vescovo Mons. Bernareggi,
costretto, per salvarle dalla devastante opera distruttiva di don Cortesi sostenuta dalla Curia di Bergamo, a far credere che, anche se non erano vere, la Madonna aveva comunque premiato la fede della gente.
Questo decreto del Vescovo è stato poi, utilizzato dagli stessi che volevano distruggere le apparizioni, e dai loro eredi, come utile strumento ingannevole per far credere che non importa se le apparizioni sono vere perché viene premiata la fede della gente,
alla quale basta dare in pasto una generica falsa devozione, deprivandola (derubandola) del grande tesoro sapienziale che le apparizioni di Ghiaie offrono, e così:
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IMPEDIRE LA MISSIONE EUCARISTICA DELLA CHIESA
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Colpendo le apparizioni di Ghiaie, il decreto del Dicastero per la Dottrina della Fede
mira a conseguire due risultati:
- continuare a nascondere le feroci persecuzioni operate contro la “piccola martire” Adelaide Roncalli,
- continuare il progetto anticristico di coloro che hanno martirizzato Adelaide per distruggere le apparizioni, e non avere ostacoli nell’opera diabolica di rescindere il Fondamento della Chiesa, ovvero: il santo Sacrificio Eucaristico di Cristo.
Il decreto del Dicastero per la Dottrina della Fede persegue dunque, due chiare finalità:
- impedire si conosca l’atroce martirio di Adelaide perchè non si riconosca, nel suo atroce martirio di suora Sacramentina, la Missione Eucaristica affidatale dalla santa Vergine per la Chiesa, e, nella sua Missione, l’autentico significato sapienziale delle apparizioni;
- sradicare il Fondamento della Chiesa – ovvero: il santo Sacrificio Eucaristico di Cristo – e sostituire la Missione Eucaristica della Chiesa (ricordata dalla santa Vergine nel messaggio di Pentecoste del 28 maggio 1944) con una falsa fratellanza filantropica promossa mediante il sincretismo religioso, al fine di sostituire il Vero Cristo con un falso cristo, la Vera Eucarestia con una cena similprotestante.
Il Dicastero per la Dottrina della Fede, erede di coloro che hanno operato il martirio di Adelaide, intende inoltre, impedire il riconoscimento delle apparizioni di Ghiaie
perché non si veda a Ghiaie la presenza di due opposte concezioni della Chiesa, fra le quali ogni fedele è chiamato a scegliere nella battaglia decisiva di questi nostri tempi ultimi, come ricorda suor Lucia a padre Fuentes.
E questa battaglia decisiva è lo scontro finale, da cui una parte uscirà vittoriosa e l’altra sconfitta. Dobbiamo scegliere sin da ora da che parte stare, se con Dio o con il diavolo.
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IMPEDIRE IL COMPIMENTO DI FATIMA
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Un’altra importantissima finalità che il decreto del Dicastero per la Dottrina della Fede si propone mantenendo le apparizioni di Ghiaie nell’inganno è: impedire il compimento del messaggio di Fatima di cui Ghiaie rapprenta l’epilogo.
Premettendo infatti, che
- l’Eucaristia è una cosa sola con il Cuore Immacolato di Maria, essendo una cosa sola con la Chiesa,
e perciò, che
- la Devozione al Cuore Immacolato di Maria (Fatima) è una cosa sola con la Missione Eucaristica della Chiesa (Ghiaie).
possiamo affermare che:
- annientando la Missione Eucaristica della Chiesa (Ghiaie) viene, contemporaneamente, svilita la Devozione al Cuore Immacolato di Maria (Fatima).
Contro i progetti diabolici di una falsa chiesa che sempre ha voluto separare Fatima da Ghiaie, avvelenandone il rapporto, è di primaria importanza unire la Devozione al Cuore Immacolato di Maria (Fatima) alla Missione Eucaristica della Chiesa (Ghiaie) conseguente al santo Sacrificio del Divin Figlio che, mediante l’Incarnazione nel seno purissimo dell’Immacolata santa Vergine Maria, è sceso dal Cielo e si è fatto uomo per formare la propria Famiglia come una cosa sola mediante il suo Corpo e il suo Sangue.
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L’apostasia sincretista, ormai egemone nella Chiesa, intende apertamente ripristinare la devozione a culti pagani, come mostra l’agnello rovesciato (Cristo rovesciato) dell’altare della parrochiale di Ghiaie, intitolato Fertilità (in riferimento ai noti culti pagani della fertilità), e la mano del vescovo vestito di bianco che accarezza il grembo fertile dell’idolo Pachamama, madre dell’Anticristo).
Collocato sotto la mensa, capovolto, con le zampe all’aria a sostegno della mensa, ad un primo sguardo questo agnello fa pensare a ben altro sacrificio. Rimanda a un altro rito.
La forma dell’intero blocco marmoreo, una piramide rovesciata, che allude chiaramente al Delta Sacro massonico, Delta Sacro, riconoscibile nel triangolo rovesciato sotto la mensa, nel quale sono sufficientemente rispettati i parametri del triangolo massonico (isoscele, con i due angoli alla base più piccoli (trentasei gradi) e l’angolo al vertice più grande (centootto gradi) simboleggiante la vittoria sul conflitto umano della dualità).