La Missione Eucaristica di Adelaide
Iniziamo questa pagina, rammentando l’affermazione che Adelaide ripeteva, con forza, agli amici più vicini negli ultimi tempi della sua esistenza sulla terra mentre si avviava con decisione verso la morte, scelta col dono della vita:
«Sono stata, sono, e sarò sempre suora Sacramentina».
E’ un’affermazione assai importante, anzi determinante, perché solo accettandola in questa luce Adelaide permette di avvicinarla, conoscere la sua storia, e così accedere alla sua anima,
nella quale è iscritta da sempre la vocazione religiosa e la Missione a lei indicata dalla santa Vergine per conto della Divina Sapienza.
E a questo fine aggiungiamo che, per far comprendere il fine della sua vocazione religiosa, agli amici più vicini Adelaide, diceva anche
- di aver sempre desiderato d’essere suora per portare e far crescere l’Amore di Dio nei cuori delle consorelle come voleva la santa Vergine,
rivelando poi, che:
- in obbedienza alla santa Vergine, avrebbe dovuto affiancare, come suora Sacramentina, il santo Padre, per riportare l’Eucarestia al centro della Chiesa e aiutare la Missione Eucaristica della Chiesa nel mondo.
la quale rivelazione
consente di affermare che le apparizioni di Ghiaie non devono essere confinate al luogo e al territorio dove la santa Vergine si è manifestata nel maggio dell’anno 1944,
ma considerate come
un evento soprannaturale deciso da Dio santa Trinità, per la Chiesa Universale, chiamata a portare l’Amore Eucaristico nel mondo, dalla santa Sede di Roma,
come ha fatto ben capire Adelaide dicendo al pittore Galizzi – impegnato a rappresentare in una pala d’altare l’immagine della santa Vergine apparsa a Pentecoste – che il manto verde della santa Vergine si estendeva fino a Roma,
soprattutto com’é ben esplicitato dal “desiderio” espresso dalla santa Vergine nell’apparizione di Pentecoste:
«al mio cuore preme quella pace mondiale nella quale tutti si amino come fratelli. Solo così il Papa avrà meno da soffrire»
nel quale risuona chiaramente il “comandamento” espresso da Gesù all’Ultima Cena coi suoi discepoli, il giovedì santo, giorno in cui la Chiesacelebra l’istituzione dell’Eucaristia:
«che vi amiate gli uni gli altri; come io vi ho amato, così amatevi anche voi gli uni gli altri» (Gv. 13, 34-35).
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Per comprendere meglio questa grande Missione rivelata da Adelaide occorre:
- dapprima ricordare – nella seconda apparizione del 14 maggio – l’esortazione rivolta ad Adelaide dalla santa Vergine a farsi suora Sacramentina,
nella quale esortazione, si riconosce chiaramente l’inizio del “mandato” della Missione affidata dalla santa Vergine ad Adelaide per volontà della santa Trinità, perché Adelaide concepisse, misticamente, il VERBO EUCARISTICO nell’anima, quale immagine della santa Vergine.
- e riconoscere poi la conferma della stessa Missione nel bacio Eucaristico inviato ad Adelaide, dalla santa Vergine – nell’apparizione del 29 maggio – con l’indice e il pollice uniti sulle labbra,
grazie al quale Adelaide riceve il dono dello SPIRITO SANTO effuso nella sua anima, col “respiro” dell’anima della santa Vergine, perché si rinnovi in lei, misticamente, l’Incarnazione del VERBO EUCARISTICO e possa così attuare e sostenere la grande Missione Eucaristica per cui è stata prescelta e dovrà compiere come suora Sacramentina.
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Ancor più compiutamente, la Missione rivelata da Adelaide, la possiamo riconoscere
- nella prima Comunione ricevuta da lei il 28 maggio, solennità di Pentecoste e giorno della decima apparizione, la più significativa del ciclo epifanico, perché, proprio in quell’apparizione Adelaide – con l’abito della prima Comunione e il Signore nell’anima – offre, come piccola suora Sacramentina, un mazzo di fiori alla santa Vergine,
simbolo delle anime che saranno ricondotte, attraverso le sue mani immacolate, all’Amore di Gesù Eucarestia, unite come fratelli in una stessa famiglia, come la santa Vergine dice nel messaggio di quel giorno (al mio cuore preme quella pace mondiale nella quale tutti si amino come fratelli), ricordando il comando del Signore all’Ultima Cena.
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Purtroppo questa Missione (su cui torneremo a riflettere) com’è noto è stata distrutta.
Stracciandole l’abito e deportandola brutalmente oltre le mura del convento impedendole poi, in ogni modo, di tornare, i persecutori di Adelaide, nemici delle apparizioni della santa Vergine l’hanno fatta precipitare in un nero abisso mortale.
Ma, per Grazia di Dio, in questa notte oscura, l’anima di Adelaide si è illuminata sempre più della Sapienza della Croce, presente nella sua anima fin da bambina,
grazie alla quale continuerà, nel silenzio e nel nascondimento, fino alla morte, la Missione a lei affidata, dalla santa Vergine, come suora Sacramentina, con l’anima sempre unita all’anima della santa Vergine in una continua adorazione, e nell’adempimento dei voti da religiosa:
- totalmente obbediente alla Divina Volontà
- nell’estrema povertà,
- e con l’animo perfettamente casto,
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Adelaide, il Papa, la Missione Eucaristica
LA SANTA VERGINE HA VOLUTO STABILIRE UN LEGAME MOLTO STRETTO FRA ADELAIDE E IL PAPA,
affinché la Chiesa potesse riconoscere, in questo legame,
la grande Missione Eucaristica che la Chiesa stessa è chiamata a condurre nel mondo – insieme alla santa Vergine, in unità col suo Divin Figlio – fin dalla sua nascita nel giorno di Pentecoste.
La santa Vergine ha voluto stabilire un legame moto stretto fra Adelaide e il Papa Vicario di Cristo,
affinchè si veda in questo legame,
l’unità della Chiesa con Cristo, e duque della santa Vergine col suo Divin Figlio,
poiché la Missione Eucaristica sorge fin dal Principio, dall’unione dei due Cuori, di Gesù e Maria.
Lo si evince facilemente rileggendo le tre esortazioni della santa Vergine ad Adelaide.
1) Iniziamo dalla quinta apparizione, del 17 maggio, Vigilia dell’Ascensione, nella quale la santa Vergine dice ad Adelaide:
Dì al Vescovo e al Papa il segreto che ti confido. Ti raccomando di eseguire quanto ti dico, ma non dirlo a nessun altro.
Esaminando attentamente le parole della santa Vergine comprendiamo che:
- la santa Vergine invita Adelaide ad eseguire il compito di recarsi dal Papa, come sua messaggera, per comunicare a lui il segreto che le confida,
- e, allo stesso tempo invita il Papa ad ascoltare Adelaide, quale figura della santa Vergine, perchè incaricata di portare le sue parole; le quali provengono dal suo Cuore eternamente unito al Cuore del Divin Figlio,
- E CON ADELAIDE AFFRONTI UN TEMPO TENEBROSO, nel quale i nemici della Chiesa opereranno per distruggere il fondamento stesso della Chiesa, che è l’Eucaristia, e spezzare l’unità fra Cristo e la Chiesa, con conseguenze terribili per l’umanità, non più unita in Cristo, dal suo eterno Sacrificio Eucaristico.
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2) Continuiamo con la decima apparizione, del 28 maggio, solennità di Pentecoste, nella quale la santa Vergine dice ad Adelaide:
Prega pure per il Santo Padre che passa momenti brutti. Da tanti è maltrattato e molti attentano la sua vita. Io lo proteggerò ed Egli non uscirà dal Vaticano. La pace non tarderà, ma al mio cuore preme quella Pace mondiale nella quale tutti si amino come fratelli. Solo così il Papa avrà meno da soffrire.
Esaminando attentamente le parole della santa Vergine comprendiamo che:
- la santa Vergine invita Adelaide a eseguire il compito di pregare per il Papa, sofferente perché rimanga in Vaticano,
- e, allo stesso tempo invita il Papa ad ascoltare la preghiera di Adelaide in unione con la Madre di Dio, la quale assicura che proteggerà il Papa impedendo venga rapito,
- affinchè, rimanendo in Vaticano, CONDUCA INSIEME AD ADELAIDE LA MISSIONE EUCARISTICA affidata a Pentecoste da Cristo Risorto alla Chiesa, di unire tutti gli uomini come fratelli in un’unica famiglia nella vera Pace di Cristo, e così, possa soffrire meno nel vedere l’umanità divisa e travolta da un tempo tenebroso, nel quale i nemici della Chiesa opereranno per distruggere il fondamento stesso della Chiesa, che è l’Eucaristia, e spezzare l’unità fra Cristo e la Chiesa.
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3) Concludiamo con l’ultima apparizione, del 31 maggio, nella quale la santa Vergine dice ad Adelaide:
Desidero presto il mio trionfo. Prega per il Papa e digli che faccia presto perché voglio essere premurosa per tutti in questo luogo. Qualunque cosa mi si chiederà lo intercederò presso mio Figlio.
Esaminando attentamente le parole della santa Vergine comprendiamo che:
- la santa Vergine invita Adelaide ad eseguire il compito di unire la Chiesa nella preghiera per il Papa al quale deve comunicare il desiderio della stessa santa Vergine che avvenga presto il suo trionfo,
- e allo stesso tempo invita il Papa a PREPARARE INSIEME AD ADELAIDE IL TRIONFO DELLA SANTA VERGINE
- e dunque con lei salire il Calvario, nella battaglia contro i nemici della Chiesa che opereranno per distruggere il fondamento stesso della Chiesa, e spezzare l’unità fra Cristo e la Chiesa.
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In estrema sintesi possiamo dire che
la santa Vergine ha voluto stabilire un legame molto stretto fra Adelaide e il Papa, affinchè, insieme ad Adelaide, il Papa potesse
- AFFRONTARE UN TEMPO TENEBROSO
- CONDURRE LA MISSIONE EUCARISTICA
- PREPARARE IL TRIONFO DELLA SANTA VERGINE
Per questo, Adelaide avrebbe dovuto farsi “suora Sacramentina“, e per questo, PER SEPARARLA DAL PAPA, i nemici della Chiesa le hanno strappato l’abito di novizia Sacramentina.
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Continueremo a riflettere su questo tema, grazie al quale possiamo comprendere:
- la grande importanza della Missione Eucaristica affidata dalla santa Vergine ad Adelaide per la Chiesa Universale, che permane dopo la sua morte, perchè sia ripresa dalla vera Chiesa in unità con il vero Papa;
- il gravissimo danno per la Chiesa compiuto da coloro che hanno cercato di distruggere le apparizioni di Ghiaie per poi confinarle in una generica devozione opponendosi al disegno di Dio su Adelaide.
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E’ importante perciò ricordare che il martirio sofferto da Adelaide è strettamente legato alla vocazione religiosa, e dunque alla MISSIONE, che la Madonna le ha indicato il 14 maggio 1944, secondo giorno delle apparizioni, con le parole ormai tanto note, ma ancora incomprese, nelle quali, dopo averla esortata a farsi suora Sacramentina, le preannuncia una sofferenza terribile e continua:
“fra tra il 14° e il 15° anno ti farai suora Sacramentina. Soffrirai tanto e poi tanto”.
Come si vede, la Madonna, dapprima indica ad Adelaide un periodo preciso nel quale diventare suora, poi le profetizza che soffrirà tanto.
Perché quel periodo? E perché le preannuncia una vita di sofferenza?
In quel periodo – fra tra il 14° e il 15° anno – le donne ebree si sposano, e in quello stesso periodo Maria, la Vergine Immacolata, diviene Sposa dello Spirito Santo ricevendo nel suo seno il Verbo di Dio, Che scende dal Cielo per farsi EUCARESTIA mediante il santo Sacrificio della Croce.
Si comprende così che, indicando ad Adelaide quel periodo di tempo per farsi suora Sacramentina, la Madonna ha voluto investirla della Sacra Missione di diventare immagine fedele di Lei, in quanto Madre del Verbo di Dio, e portare l’EUCARESTIA nel mondo, mediante il Martirio.
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al Principio, la Missione Eucaristica
Tutto inizia un giorno particolare, nel tempo d’Avvento.
E proprio quel giorno Candido scende dal suo casolare, che si trova nel fitto di un bosco sopra il villaggio di Ghiaie, al cascinale di Adelaide, per farle un grande regalo.
«Sono Candido!» si presenta, bussando alla porta, e quando poi si trova Adelaide davanti, le dice:
«Vieni con me! Dei bambini ti cercano».
Adelaide lo conosce appena, ma non è sorpresa da quello strano invito, e senza far domande lo segue, correndo dietro a lui nella piazzetta, e poi lungo il viottolo stretto e accidentato verso la campagna digradante al Brembo, e poi ancora sul sentiero che sale per la morena fra arbusti e rovi di robinie e more, superando infine, il ponticello sul canale, oltre il quale corre con lui lungo un sentiero pianeggiante, fino a un grande prato;
dinnanzi al quale, improvvisamente, si ferma stupita, non solo nel vederlo affollato di bambini che non conosce, ma anche perché quei bambini, come avessero atteso il suo arrivo, le vanno incontro festanti, e poi la circondano, sospingendola, tutti insieme, dentro un bosco, dinnanzi a un grosso tronco spezzato di betulla, sul quale vede del pane duro e un grembiule nero, che Candido afferra e indossa, come fosse una veste talare per disporsi a dire Messa.
Adelaide non è sorpresa dal comportamento di Candido, perché sa, come tutti al villaggio e in Parrocchia, che vuol farsi prete, ma la sconcertano tutti quei bambini. Non comprende proprio, perché siano corsi incontro a lei.
Solo Candido potrebbe aiutarla a capire, visto ch’è sceso al suo casolare per condurla da loro.
Ma, ancora, non fa domande, e partecipa con loro alla Messa, che Candido celebra sul quel tronco di betulla, comprendendo alla fine, quando riceve dalle mani di Candido un pezzetto di pane duro, come un’Ostia consacrata,
che quei bambini hanno mandato Candido a chiamarla per farle capire quel che sempre aveva sentito nel cuore. Ovvero che lei è nata per essere suora, come Candido è nato per essere prete.
Da quel giorno Adelaide salirà molte volte in quel prato per partecipare alla Messa di Candido, prima e dopo la quale reciteranno sempre il rosario, pregando e cantando coi bambini del Cielo, molti dei quali si mostreranno abbigliati con la divisa a righe verticali bianche e azzurre dei lager.
E con loro, il giorno dell’Immacolata, utilizzando piccoli tronchi e rametti rivestiti di foglie, Candido e Adelaide allestiranno il presepe;
dinnanzi al quale, i bambini del Cielo confideranno, ad Adelaide e a Candido, le grandi sofferenze patite a causa della guerra,nei campi di sterminio, schiacciati e smembrati nel crollo di case e scuole distrutte dai bombardamenti, colpiti dalle armi da fuoco, strappati alla vita con mezzi atroci, appena nati e ancor prima di nascere.
*
Una sublime verità finora ignorata ci viene dunque donata da Adelaide stessa, come frutto del lungo e atroce martirio sofferto per tutta la vita.
- La “piccola martire” – come la santa Vergine chiamerà Adelaide – riceve la vocazione e la MISSIONE in tenera età, dai bambini martiri del Cielo,
- che la porranno, secondo il disegno della Divina Provvidenza, come una piccola suora al fianco di Candido piccolo sacerdote, anch’egli martire,
- per formare, con lui e insieme a loro, nella celebrazione del santo Sacrificio Eucaristico, una grande Chiesa,
- nella quale possiamo scorgere, fin d’ora, come il sorgere della Chiesa dei Santi Innocenti, che offrono, nel santo Sacrificio Eucaristico, il loro dolore innocente per la salvezza delle anime.
E perciò comprendere che
- Adelaide e Candido, destinati al martirio, sono chiamati dal Cielo, fin dai primi anni della loro vita, ad essere testimoni nel mondo della Chiesa dei martiri, sempiterna vera Chiesa di Dio,
- mirabilmente simboleggiata, nella terza apparizione del 15 maggio 1944, dalle miriadi di stelline risplendenti sull’abito rosa di Gesù Bambino, figure dei piccoli martiri di tutti i tempi membri del Corpo di Cristo,
CHE E’ LA CHIESA,
rappresentata, in quell’apparizione, dal vestito rosa del Bambino Gesù, colore della carne, assunta dal Verbo di Dio nel seno della santa Vergine Maria, per essere martirizzata al fine di redimere l’uomo dal peccato e vincere la morte.
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La Chiesa dei Santi Innocenti
Per comprendere meglio il principio della Missione Eucaristica di Adelaide, occorre aggiungere che gli incontri con quei bambini continueranno.
Adelaide salirà ancora, nei giorni di pieno inverno, fino al quel prato, dinnanzi al casolare di Candido, per partecipare alle sue Messe, nel bosco, coi bambini del Cielo e una miriade di angeli; seguendolo poi, nel tempo della Quaresima, lungo la Via Crucis da lui ideata, con croci incise nei tronchi degli alberi di quello stesso bosco, nel quale il luogo della morte del Signore si affiancherà, così, provvidenzialmente, al luogo della Sua nascita, a costituire una continuità visibile, per ricordare che il Bambino di Betlemme, doveva salire il Golgota per la salvezza dei peccatori.
Durante una Via Crucis, stringendo nelle mani un crocifisso regalatole da Candido, Adelaide lo ha visto animarsi e, sentendo dolori al cuore, ha avvertito in quel momento l’amore di Gesù per lei e la richiesta di una grande sofferenza per la salvezza dei peccatori, che farà di lei una piccola martire, come i bimbi martiri mandati dal Cielo ad accompagnarla in quella Via della Croce.
E un giorno di quell’inverno, per partecipare alla Via della Croce, arriva un bambino, dal volto bellissimo, ma tremante a causa del freddo, perché veste solo una leggera tunica grigia ed è a piedi nudi. Nel vederlo, Adelaide prova compassione, e subito si precipita al casolare a prendere un paio di calze per riscaldare i suoi piedi. Quel bambino la ringrazierà con un sorriso luminosissimo prendendo poi, fra le sue, le mani di Adelaide, che rimarranno segnate per sempre da quell’incontro.
L’UCARESTIA NELLA CHIESA DEI SANTI INNOCENTI
La moltitudine di bambini martiri mandati dal Cielo formava dunque come una grande, immensa Chiesa pura, fatta di anime innocenti: la Chiesa dei Santi Innocenti.
Da quei bambini – tantissimi morti nei campi di sterminio, molti nelle città distrutte dai bombardamenti, o colpiti dalle armi da fuoco – Adelaide ha imparato, non solo prematuramente la sapienza del dolore, ma anche ad offrire, con loro, la propria sofferenza, unita all’anima della Chiesa, a formare, con Cristo Crocifisso, un unico immenso dolore salvifico.
Passaggio, questo, importantissimo da capire, perché proprio in quel prato e in quel bosco, insieme a quei bambini martiri, nell’offerta di sé, l’anima di Adelaide si è predisposta alla vocazione religiosa di suora Sacramentina, alla quale la esorterà la Madonna nella seconda apparizione, che abbraccerà per tutta la vita, unita anima e corpo al Crocifisso.
Coi sistemi più orrendi, e anche nei modi più turpi e occulti, veniva tolta la vita ai bambini in quel tempo di guerra.
Adelaide ne ha incontrati alcuni, ai quali era stata strappata la vita dopo la nascita solo perché non c’era niente da mangiare, ed erano di troppo. Da loro ha saputo che venivano eliminati con la purga dai genitori con il consenso del medico, che rilasciava il certificato di morte, con la stessa infausta diagnosi, enterocolite, e con il silenzio del prete che benediva i piccoli corpi.
Alcuni di loro erano nati in paese, ed erano sepolti nel cimitero vicino.
Fra quei bambini martiri, tantissimi erano vestiti di bianco, diversamente dagli altri vestiti di rosa o azzurro. Quando li ha visti, Adelaide ha cercato di capire il perché, e ha scoperto ch’erano stati uccisi prima di nascere, nel ventre materno, strappati con mezzi terrificanti e dolorosi.
In quella Chiesa dei Santi Innocenti raccolta in quel prato dal Cielo, Adelaide, già piccola martire fra i piccoli martiri, ha imparato quanto terribile è il peccato, e la ragione dell’atroce dolore del Cristo, il Verbo di Dio Che si è incarnato nel seno di Maria, la Vergine Immacolata, per soffrire, fino a morire in Croce, e liberare l’uomo dal peccato.
*
Insieme a quella moltitudine di piccoli, arrivava sempre, anche quel Bambino molto bello, rivestito di una tunica grigia, per il quale Adelaide era tornata al casolare a prendere un paio di calze perché aveva i piedi freddi. Quel Bambino assisteva alle Messe di Candido, pregava dinanzi al presepe, e seguiva con tutti gli altri le Vie Crucis.
Era molto serio, ma, terminate le liturgie, anche molto allegro.
Spesso invitava Adelaide a giocare.
«Raccogliamo fiori!» le diceva.
«Per chi?» domandava Adelaide
«Per la mia Mamma» rispondeva il Bambino.
«E dov’è la tua Mamma?» domandava ancora Adelaide
«Presto la vedrai» le diceva quel Bambino con un sorriso luminoso.
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Il dolore innocente, sorgente della Missione Eucaristica di Candido e Adelaide.
Appare davvero sconcertante il racconto, scritto da Adelaide nel suo diario, relativo all’apparizione del 14 maggio,
nella prima parte del quale, la santa Vergine dice ad Adelaide che si farà suora Sacramentina, mentre nella seconda parte, attraverso Adelaide, la santa Vergine conferma a Candido che sarà Sacerdote Missionario secondo il suo Sacro Cuore.
Innanzitutto colpisce la gioia provata da Adelaide dopo la predizione della santa Vergine che le preannuncia una vita di sofferenza.
Scrive Adelaide:
«…Tra il quattordicesimo e quindicesimo anno, ti farai suora Sacramentina. Soffrirai molto, ma non piangere perché dopo verrai con me in Paradiso”. Poi lentamente si allontanò e scomparve come la sera prima. Sentivo nel cuore tanta gioia per le brevi parole della Madonna e, nella mia mente, era chiaro e preciso il ricordo della sua dolce presenza».
Questo brano del diario non può non destare un grande sconcerto, perché è indubbiamente difficile capire per quale ragione Adelaide, bambina di sette anni, abbia potuto provare tanta gioia nel cuore dopo le parole della santa Vergine, che le prefigura un’esistenza di dolore e le dice anche di non piangere.
Ma ancor più sorprende la seconda parte del racconto, nel quale è del tutto evidente la ben strana arrendevolezza di Adelaide alla richiesta di Candido, arrivato di corsa a chiedere che la santa Vergine le appaia un’altra volta.
Così infatti, continua, Adelaide:
«Ritornai con le mie compagne verso l’oratorio: a metà strada incontrammo un buon ragazzo di nome Candido, che m’interroga. Alla mia affermazione di aver visto la Madonna, egli ansioso, mi disse: “Prova ancora a vedere se ti appare e domandale se io potrò essere sacerdote consacrandomi a Lei”. In fretta ritornai sul posto, guardai in cielo con la speranza che la Madonna ritornasse».
Stupisce che Adelaide inverta il cammino senza chiedere nulla a Candido, per tornare con lui al luogo delle apparizioni.
E ancor più che la stessa santa Vergine assecondi la richiesta di Candido e si mostri una seconda volta ad Adelaide per confermare il desiderio di Candido di farsi sacerdote.
Scrive ancora Adelaide:
«Infatti poco dopo pochi minuti si manifestò di nuovo la bella presenza della cara Madonna alla quale espressi il desiderio di Candido, presente alla Sua nuova visita. Essa con voce soave e materna mi rispose: “Sì, egli si farà sacerdote missionario secondo il mio Sacro Cuore, quando la guerra sarà terminata”. Detto questo lentamente scomparve. Terminata la visione sentii tirarmi il grembiule dal ragazzo il quale, ansioso, mi chiese cosa aveva risposto la Madonna. Quando gli ripetei le parole della Madonna egli corse felice a dirlo a sua mamma. Ritornai a casa con le mie compagne e nel mio cuore sentivo una grande gioia»
A una prima lettura, i due brani appaiono davvero sconcertanti.
Ma una lettura più attenta – come abbiamo scritto nel nostro “ritratto di Adelaide“, PICCOLA MARTIRE, permette di intravedere, in tutta evidenza, un intimo legame spirituale fra Adelaide e Candido, che consente ad Adelaide, di provare una grande gioia al pensiero di un’esistenza di dolore, e poi di acconsentire alla richiesta di Candido senza domandare nulla.
Adelaide, scontrosa, dal carattere fermo e deciso, avrebbe di certo respinto immediatamente la richiesta di Candido se non avesse ben conosciuto il suo desiderio di essere prete, sentendolo in perfetta sintonia col proprio desiderio di essere suora,
come confermerà la santa Vergine, che le appare di nuovo per unirla a Candido nella stessa Missione Eucaristica: Candido come prete e Adelaide come suora.
Una traccia di questo legame nascosto la troviamo nella lettera di Candido seminarista a padre Felice Murachelli, del 10 ottobre 1957, nella quale Candido, aprendo uno spiraglio di luce sull’origine della sua vocazione sacerdotale, scrive:
«Lei mi ricorda il tempo trascorso insieme e mi fa vivere, almeno per brevi istanti la vita di fanciullo. Io credo che allora ero più buono, benché una ne facessi e un’altra ne pensassi: ricordi di giorni sereni e felici in cui cantavo tutto il giorno senza stancarmi, in cui mi facevo i mei altarini e celebravo le mie messe in cui costringevo mia mamma a rispondere alle domande e tante altre cose che sono chiuse entro il mio cuore, le quali gettano uno sprazzo di luce sulla mia vita quando la prova bussa alla porta».
Queste “tante altre cose” conservate da Candido come pietre preziose di un gran tesoro racchiuso nella sua anima, sono le Messe al bosco celebrate con Adelaide, i bambini del Cielo e gli angeli,
Sono proprio queste pietre preziose che gettano una luce molto chiara su di lui nel vederlo inginocchiato nell’erba, accanto ad Adelaide inginocchiata dentro la carriola, condividere la corona del rosario con lei, uniti nella fiducia, spinta oltre ogni limite, che il Cielo esaudisse la loro preghiera.
In quell’accordo si rivela un forte e consolidato legame spirituale fra loro, e una storia nascosta,
che si è sempre più chiaramente dipanata in una lunga raccolta di testimonianze fino alla rivelazione della stessa Adelaide offerta nei suoi ultimi giorni di vita, affinché si potesse conoscere la grande santità di Candido (tanto miseramente denigrato e obliato) dal quale, ora possiamo con certezza affermarlo, è sorta la vocazione religiosa di Adelaide, confermata e definita dalla santa Vergine nella seconda apparizione del 14 maggio 1944 insieme alla vocazione di Adelaide a formare un’unica MISSIONE EUCARISTICA.
*
Due colombi, due Cuori, un solo Amore
Per ben 5 volte, rivolgendosi ad Adelaide, la santa Vergine indica il suo CUORE.
Nella seconda apparizione, del 14 maggio, in risposta alla richiesta di Adelaide – posta per conto dell’amico Candido che desiderava avere la conferma della vocazione sacerdotale – la santa Vergine le dice:
Sì egli si farà Sacerdote Missionario secondo il mio Sacro Cuore;
Nella sesta apparizione, del 18 maggio, supplicando la preghiera per i peccatori, la santa Vergine dice ad Adelaide:
Prega per i peccatori più ostinati che stanno morendo in questo momento e che trafiggono il mio Cuore.
Nella decima apparizione, del 28 maggio, nella quale indica per ben due volte il suo Cuore: dapprima, riprendendo la supplica della sesta apparizione, e poi (dopo aver promesso la sua protezione al Santo Padre) per far comprendere che la vera Pace si trova nel suo Cuore, dice ad Adelaide queste due frasi:
Prega per i peccatori ostinati che fanno soffrire il mio Cuore perché non pensano alla morte.
La pace non tarderà, ma al mio Cuore preme quella Pace mondiale nella quale tutti si amino come fratelli. Solo così il Papa avrà meno da soffrire.
Nella dodicesima apparizione, del 30 maggio, infine, salutando Adelaide, la santa Vergine le dice:
Cara bambina, tu sei tutta mia, ma pur essendo cara al mio Cuore, domani ti lascerò in questa valle di pianto e di dolore. Mi rivedrai nell’ora della tua morte e avvolta nel mio manto ti porterò in Cielo.
*
Prima di esaminare questi cinque brani, e cercar di capire quale correlazione di senso li unisce, occorre notare che la santa Vergine afferisce tutti questi brani direttamente al suo CUORE, senza mai ricordare il CUORE DEL DIVIN FIGLIO,
constatazione assai importante, grazie alla quale possiamo comprendere che
Ella indica il suo CUORE come fosse il CUORE del DIVIN FIGLIO, perché il suo CUORE è talmente unito al CUORE DEL DIVIN FIGLIO, da formare un solo CUORE,
riferimento primo di UNITA’ assolutamente indispensabile per intendere il significato dei cinque brani, che possono, dunque, essere compresi solo alla luce dell’UNITA’ DEI DUE CUORI,
nella quale UNITA’ possiamo rinvenire, altresì, il TEMA PRINCIPALE del messaggio delle apparizioni della santa Vergine a Ghiaie (che illumina tutte le parole della santa Vergine e la configurazione simbolica di tutte le apparizioni),
raffigurato dalla COPPIA DI COLOMBI BIANCHI che appaiono nel cielo e conducono gli occhi di Adelaide alla Luce accesa a Oriente, che scende e si apre mostrando ad Adelaide la Sacra Famiglia, formata dalla sublime COPPIA D’AMORE dell‘INCARNAZIONE – di Gesù e Maria – con il castissimo custode san Giuseppe,
Visione eccelsa, grazie alla quale, nei due Cuori uniti in solo Cuore della sublime Coppia dell’INCARNAZIONE, si può ritrovare il significato ultimo del messaggio celeste donato dalla santa Vergine alla Chiesa, fondato proprio sull’UNITA’ DEI DUE CUORI IN UN SOLO CUORE, e perciò stesso, anche il legame di senso fra i brani che la santa Vergine afferisce al suo CUORE.
UN SOLO SACRIFICIO D’AMORE
L’UNITA’ DEI DUE CUORI IN UN SOLO CUORE – TEMA PRINCIPALE del messaggio celeste donato dalla santa Vergine alla Chiesa con le sue apparizioni a Ghiaie – costituisce, dunque, il PRINCIPIO ERMENEUTICO di comprensione dello stesso messaggio celeste.
Per questo, al fine di rilevarne l’importanza, si ritiene assai utile ricordare le parole con le quali la santa Vergine rivela, a santa Brigida, l’unita del suo Cuore col Cuore del Divin Figlio.
Dice la santa Vergine a santa Brigida:
«Io ho amato mio Figlio così ardentemente, ed Egli mi ha amato così teneramente, che Lui e io non formavamo che un solo cuore. Mio Figlio era veramente il mio Cuore. Ecco perché quando uscì dal mio seno, nascendo a questo mondo, mi parve che metà del mio Cuore uscisse da me. E quando Egli soffriva, io ne sentivo le pene come se il mio Cuore fosse sottoposto agli stessi tormenti» .
Con queste parole la santa Vergine rivela a santa Brigida che l’UNITA’ DEI DUE CUORI è una Realtà permanente, dall’INCARNAZIONE alla MORTE di Gesù sulla Croce.
Verità che si può comprendere ancor meglio, e più in profondità, in un passaggio del libro di san Giovanni Eudes, Il Cuore Ammirabile della SS. Madre di Dio, nel quale,
elencando le meravigliose prerogative del Cuore di Maria, san Giovanni Eudes vede il Cuore di Maria come:
«il letto sul quale il Divin Bambino ha riposato dolcemente» secondo il noto versetto del Cantico dei Cantici, da lui citato, che si riferisce al “duetto” d’Amore fra lo Sposo e la “Sposa”: «Il nostro letto è tutto ricoperto di fiori profumati» (Ct.1, 15).
Passaggio molto importante, che permette di riconoscere, nel mistico letto del Cuore di Maria su cui riposa il Divin Figlio, il Talamo della Croce,
su cui sarà disteso lo stesso Divin Figlio, l’Agnello di Dio, dal quale nascerà la Chiesa, partorita dal suo Cuore aperto e spezzato, in unità col Cuore trafitto della Madre Addolorata,
che sotto la Croce si rivela come la mistica Sposa del Divin Figlio, prefigurata nell’INCARNAZIONE, secondo il Disegno Eterno della Santa Trinità per la nostra REDENZIONE, ottenuta per mezzo del santo Sacrificio d’Amore del suo Divin Figlio.
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Il riferimento al “duetto” fra lo sposo e la sposa del Cantico dei Cantici, evidenziato da san Giovanni Eudes, ci è molto utile, perché permette di ricordare che fin dalla sua prima apparizione a Ghiaie – mostrando una finzione di perle tutte uguali legate in oro a forma di collana sull’abito bianco – la santa Vergine si mostra proprio come la sposa del Cantico,
secondo un altro passo del Cantico,
quello in cui lo sposo dice alla sposa, più volte identificata a una colomba: “Belle sono le tue guance fra i pendenti, il tuo collo tra i fili di perle” (Ct. 1,10)”,
ornamento, grazie al quale, possiamo riconoscere nel Bambino Gesù in braccio a lei, il suo Sposo Divino, unito a lei come un solo Cuore, a costituire la sublime coppia santa e immacolata, che vive trionfante in Cielo, come Chiesa del Cielo,
alla quale deve guardare la Chiesa pellegrina sulla terra, nell’attesa delle nozze eterne con lo Sposo Divino, disegnate fin dal Principio, nel seno della Santa Trinità.
*
L’UNITA’ DEI DUE CUORI IN UN SOLO CUORE rimanda perciò all’UNICO SANTO SACRIFICIO EUCARISTICO D’AMORE compiuto dal Signore Gesù nostro unico Redentore, in compartecipazione con la sua santa Madre, Corredentrice, mediante il quale, santo Sacrificio, il peccato e la morte sono stati sconfitti ed è stato riaperto il Cielo,
verso il quale la Chiesa deve procedere – ripercorrendo il doloroso cammino della santa Vergine Maria alla sequela del suo Divin Figlio fino alla Croce – per condurre l’umanità alla Comunione con Dio e formare nel suo Amore, come UN SOLO CUORE, UNA SOLA FAMIGLIA .
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Candido e Adelaide coppia eucaristica
(nella foto: Santa Ordinazione di Candido, 19 marzo 1959)
«Sì egli si farà Sacerdote Missionario secondo il mio Sacro Cuore».
Con queste parole,
rivolte dalla santa Vergine ad Adelaide, nella seconda parte dell’apparizione del 14 maggio, in risposta alla richiesta di Adelaide – posta per conto dell’amico Candido che desiderava avere la conferma della vocazione sacerdotale,
la santa Vergine conferma la vocazione sacerdotale a Candido,
e precisa che sarà Sacerdote Missionario secondo il suo Sacro Cuore, indicando il suo Sacro Cuore come Luogo e Sede Sapienziale per la Missione Eucaristica che Candido dovrà compiere come Sacerdote.
Sono parole molto importanti perché, quel giorno, la santa Vergine dice alla Chiesa attraverso Adelaide, che:
- Candido sarà Sacerdote Missionario, quale suo figlio prediletto, da sempre collocato, per volere del suo Divin Figlio, nel cuore della Chiesa, ch’é il Cuore stesso della sua santa Madre.
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Per comprendere ancor meglio l’importanza di queste parole – sempre sottovalutate ma determinanti per poter accedere all’Insegnamento Sapienziale offerto alla Chiesa dalla santa Vergine con le sue apparizioni a Ghiaie,
occorre ricordare che:
nella prima parte dell’apparizione di quel giorno, 14 maggio, la santa Vergine ha indirizzato anche Adelaide alla Missione Eucaristica dicendole:
«Tra il quattordicesimo e quindicesimo anno ti farai suora Sacramentina».
Parole chiarissime, con le quali la santa Vergine ha eletto Adelaide a sua figlia prediletta, chiamata da sempre a divenire, nella Chiesa, sua fedele immagine, indicando l’età del suo ingresso nella famiglia delle suore Sacramentine – OVVERO: fra il 14° e il 15° anno –
la stessa età in cui la stessa santa Vergine, per opera dello Spirito Santo, ha concepito nel suo Cuore, e poi nel suo seno, il Verbo di Dio, perché diventasse Eucarestia, o “frumento degli eletti”, come scrive san Giovanni Eudes (Il cuore di Maria terra benedetta, ne: Il Cuore Ammirabile della SS Madre di Dio).
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Quel giorno dunque, 14 maggio 1944, seconda apparizione del ciclo epifanico di Ghiaie, Candido e Adelaide sono collocati dalla santa Vergine, nell’unità dei loro cuori, nel suo Sacro Cuore,
OVVERO: nel cuore stesso della Chiesa,
dove rimarranno, fino alla morte, COME UN SOLO CUORE IN UN SOLO SACRIFICIO D’AMORE, superando la separazione e il martirio.
Adelaide infatti, parteciperà, in spirito, alle Messe celebrate da Candido, fino all’ultima sua Messa, sul suo letto di morte,
ricordando la quale, Adelaide dirà: «con Candido sono morta anch’io»,
perché si capisse ch’era sempre stata una cosa sola con Cristo, nel Cuore di Maria, morta col Divin Figlio – come scrive san Giovanni Eudes: «Mentre il Figlio vive Ella vive con Lui, quando muore in Croce, Ella muore con Lui».
Adelaide muore dunque, con Candido – come Maria è morta con Gesù, in attesa di essere condotta in Cielo, secondo la promessa della santa Vergine, e unirsi per sempre con Candido nella Gloria di Dio – a suggellare l’unità confermata dalla santa Vergine il 14 maggio 1944.
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Estremamente importante si rivela perciò, quel giorno, 14 maggio 1944, seconda apparizione del ciclo epifanico di Ghiaie, in cui Adelaide e Candido, secondo il Disegno della Divina Provvidenza, sono uniti indissolubilmente nel Sacro Cuore di Maria e accomunati, nel suo Cuore, dalla stessa Missione Eucaristica.
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Quel giorno è davvero importante.
Nel calendario liturgico, in quel giorno cade infatti, la
- VI° domenica di Pasqua,
- inizio della settimana dell’Ascensione,
nella quale la santa Vergine, mediante il primo ciclo di nove apparizioni (13 – 21 maggio) che abbiamo definito: L’ORA DI MARIA, richiama alla Chiesa i tempi della Redenzione attuata dal Divin Figlio con la sua partecipazione,
- in preparazione della settimana di Pentecoste
nella quale la santa Vergine, mediante il secondo ciclo di quattro apparizioni (28 – 31 maggio) che abbiamo definito: L’ORA DELLA CHIESA, richiama alla Chiesa il Tempo della Missione di condurre l’umanità alla Comunione con Dio, e del suo Trionfo.
Considerazioni queste, grazie alle quali, possiamo dire che:
Adelaide e Candido ricevono la conferma della vocazione sacerdotale e religiosa
- nel giorno di domenica, giorno dell’Eucarestia,
- nella Luce del Risorto, ovvero nel Tempo di Pasqua,
- all’inizio della settimana dell’Ascensione,
- perché apprendano, proprio in quel Tempo, l’Insegnamento Sapienziale offerto dalla santa Vergine che riguarda le tappe della Redenzione,
- e siano così preparati a compiere, nel Tempo della Chiesa, con la Chiesa e nella Chiesa, uniti nel Sacro Cuore di Maria, la Missione Eucaristica loro affidata.
Più compiutamente si può dire che, quel giorno, domenica 14 maggio 1944,
- Adelaide e Candido sono uniti indissolubilmente, e per sempre, nel Sacro Cuore di Maria,
- a formare una coppia Eucaristica, modello della Chiesa,
- perché immagine della prima e sublime coppia Eucaristica, disegnata fin dal Principio dalla Santa Trinità, formata da Gesù e Maria,
della quale saranno testimoni per la Chiesa e nella Chiesa, chiamata alla MISSIONE EUCARISTICA, di unire l’umanità in Cristo, e condurla all’Amore del Padre, nel tempo ultimo della storia,
ovvero nell’ORA in cui, sulle orme del Signore Gesù Cristo e della sua santa Madre Maria, la Chiesa dovrà salire il Calvario, conservando, nel santo Sacrificio Eucaristico, la Fede nel Signore, e, in attesa della sua venuta, la contemplazione della Chiesa Celeste.
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Ed è proprio la sublime COPPIA EUCARISTICA formata dal Signore Gesù Cristo e dalla sua santa Madre Maria, che Adelaide e Candido sono chiamati a rivelare.
Nel loro mistico connubio d’Amore si può infatti, riconoscere il TEMA PRINCIPALE del messaggio delle apparizioni della santa Vergine a Ghiaie,
OVVERO:
L’UNITA’ ETERNA D’AMORE FRA CRISTO E LA CHIESA, figurato dalla COPPIA DI COLOMBI BIANCHI che appaiono nel cielo aprendo tutte le apparizioni.
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Cerchiamo allora di comprendere ancor meglio le parole rivolte dalla santa Vergine ad Adelaide, nella seconda parte dell’apparizione del 14 maggio.
E chiediamoci:
a quale modello di Sacerdote, pensava la santa Vergine confermando, ad Adelaide, la vocazione dell’amico Candido, con le parole sopra ricordate:
«Sì egli si farà Sacerdote Missionario secondo il mio Sacro Cuore».
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Per rispondere a questa domanda occorre portarci con la mente al Calvario, nel momento in cui Gesù affida la sua santa Madre, figura della Chiesa nascente, a Giovanni, l’apostolo del Cuore, l’unico degli apostoli che si trovi ai piedi della Croce,
perché rinnovi, nel Tempo della Resurrezione, come Sacerdote del suo Sacro Cuore, con la sua santa Madre, il santo Sacrificio Redentivo, che Egli, Agnello di Dio, Vittima e Sommo Sacerdote, ha celebrato al Calvario, una volta per tutte, morendo, per tutti i peccatori, sulla Croce.
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COME GIOVANNI E MARIA
parte centrale dell’abside di Ari ideato da padre Candido
E dunque, riconoscendo in Candido la figura dell’apostolo Giovanni
possiamo capire che:
domenica 14 maggio 1944, inizio della settimana dell’Ascensione, la santa Vergine elegge Candido come Sacerdote Missionario del suo Sacro Cuore perché attraverso lui, in ogni Sacerdote, si veda san Giovanni.
Più compiutamente si può dire che
- la Messa celebrata da Candido – figura di ogni Sacerdote, alter Christus – con la partecipazione di Adelaide suora – figura di Maria,
- avrebbe richiamato la Messa celebrata da san Giovanni, Apostolo del del Sacro Cuore – alla quale Maria partecipava
- a costituire il modello per la Chiesa,
chiamata a
- rivivere la Messa della Chiesa nascente, tornando al Calvario, al santo Sacrificio celebrato da Cristo Sommo Sacerdote con la sua santa Madre,
- e contemplare all’altare, la Vittima d’Amore – presente in Corpo, Sangue, Anima e Divinità – come sull’altare di quella prima Chiesa – adorato dalla santa Vergine che, su quell’altare ritrovava il Divin Figlio e Sposo, coperto di ferite, morto sulla Croce.
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Candido e Adelaide sono uniti, quel giorno, 14 maggio 1944, dalla stessa Missione Eucaristica, nel Sacro Cuore della santa Vergine,
perché in Adelaide, che riceve l’Eucarestia da Candido, ogni fedele possa ricevere l’Eucarestia dal Sacerdote, come Maria da san Giovanni, e con lei “sentire nel cuore, il Cuore del Divin Figlio che aveva battuto all’unisono col suo, rivivendo ciò che aveva sperimentato sotto la Croce”.
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Occorre ribadire con forza che le apparizioni della santa Vergine a Ghiaie non riguardano la famiglia intesa semplicemente come entità sociale indifferenziata, ma la famiglia dei figli di Dio, che è la Chiesa, costituita dal suo Divin Figlio mediante il santo Sacrificio della Croce.
Per questo
i Sacerdoti, figure di Cristo Sommo Sacerdote, sono chiamati per primi dalla santa Vergine apparsa a Ghiaie, come Regina e Madre della Chiesa,
affinché, con lei, celebrino la VERA EUCARESTIA, e la Chiesa ritrovi sempre la sua vera Sorgente: L’AMORE DI CRISTO CROCIFISSO SUO SPOSO DIVINO.
Come abbiamo più volte ribadito,
L’UNITA’ NUZIALE FRA CRISTO E LA CHIESA è il Tema Principale delle apparizioni di Ghiaie, introdotte dal volo di due colombi bianchi, figura di
DUE CUORI UNITI IN UN SOLO CUORE PER UN SOLO SACRIFICIO D’AMORE.
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La morte e la Chiesa, nel Cuore di Maria
In questa riflessione esaminiamo le parole con le quali la santa Vergine lega la realtà della morte al suo Sacro Cuore,
nelle due implorazioni di preghiera in favore dei peccatori ostinati,
espresse in due giorni solenni della Pasqua, strettamente connessi fra loro, a rimarcare l’estrema importanza di queste implorazioni di preghiera: l’Ascensione e la Pentecoste.
Le due implorazioni, rivolte ad Adelaide, sono le seguenti:
- «Prega per i poveri peccatori più ostinati che stanno morendo in questo momento e che trafiggono il mio Cuore» (giovedì 18 maggio, solennità dell’Ascensione).
- «Prega per i peccatori ostinati che fanno soffrire il mio Cuore perché non pensano alla morte» (domenica 28 maggio solennità di Pentecoste)
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A una prima lettura, le due implorazioni paiono sostanzialmente identiche, ma, ad una lettura più attenta, si nota che differiscono nel contesto temporale in cui ciascuna è collocata, e nel carattere.
Esaminiamole dunque, in successione,
cominciando dalla prima implorazione
«Prega per i poveri peccatori più ostinati che stanno morendo in questo momento e che trafiggono il mio Cuore»
che ha un carattere oggettivo.
Questa implorazione riguarda infatti, il momento in cui la morte agisce sull’uomo, costringendolo ad accettare i limiti posti da Dio al fine d’incontrarLo nell’umiltà,
purtroppo rifiutata dal peccatore ostinato che preferisce opporsi a Dio, e rifiutare il santo Sacrificio del Figlio, per conservare la superba finzione di una realtà fittizia e così rimanere padrone di se stesso anche nel trapasso.
Condizione terrificante che rinnova la morte dell’umilissima Madre di Dio, colpita al Cuore dal peccatore ostinato, perché costretta a vedere quell’anima, strappata dalle sue mani, precipitare nel buio eterno.
La qual cosa ci fa capire l’importanza di questa implorazione della santa Vergine,
che richiama la Chiesa alla sua prima e vera Missione, ovvero a scongiurare la perdita delle anime, redente a caro prezzo dal santo Sacrificio di Gesù e alleviare il dolore della sua santa Madre.
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Passando poi a esaminare la seconda implorazione
«Prega per i peccatori ostinati che fanno soffrire il mio Cuore perché non pensano alla morte»
vediamo che ha un carattere soggettivo,
riconoscibile nell’esortazione a pensare alla morte rivolto ai peccatori, soprattutto ai peccatori ostinati, affinché si liberino da false concezioni della vita che li spingono a vivere egoisticamente solo nel presente, e li fanno precipitare, con la morte, nel buio eterno, provocando un atroce dolore al Cuore della santa Vergine, che è espressione della sapienza di Dio.
Con questa implorazione, la santa Vergine, si presenta chiaramente come Maestra di Sapienza, e invita la Chiesa a insegnare ai fedeli il mistero della morte, perché siano preparati e possano essere accompagnati nel transito da questa vita alla vita del Cielo.
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Entrambe le implorazioni, permettono dunque, di capire
- quanto sia importante, per la santa Vergine, il tema della morte,
- e quanto deve esserlo per la Chiesa, chiamata ad essere, come Maria, Maestra di Sapienza e scongiurare la perdita delle anime, redente a caro prezzo dal santo Sacrificio di Gesù.
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Ma non è solo questo il compito che la santa Vergine si propone di ricordare alla Chiesa, con le sue implorazioni a pregare per i peccatori che stanno morendo e che non pensano alla morte.
Oltre ad essere Maestra di Sapienza, la santa Vergine invita la Chiesa a compiere, con lei, la Missione di Corredentrice.
E per questo ricorda la morte del suo Divin Figlio, con la seguente implorazione rivolta ad Adelaide perché la trasmetta alla Chiesa:
«Prega molto per coloro che hanno l’anima ammalata; il Figlio mio Gesù è morto sulla croce per salvarli. Molti non capiscono queste mie parole e per questo io soffro» (29 maggio).
Come ben si comprende,
con quest’altra implorazione, la santa Vergine chiama la Chiesa a ricordare quanto è costata la salvezza dei peccatori
e con lei, mediante la compassione del suo dolore di Madre e Sposa, partecipi al dolore del Divin Figlio, unendo alla sofferenza infinita del Divin Figlio, la sofferenza di tutti i suoi membri, sia in Cielo che in terra.
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L’invito della santa Vergine alla Chiesa di compiere con lei la Missione di Corredentrice,
è chiaramente riconoscibile, e si riveste di nuova luce, nel ricordo, ad Adelaide, della sua morte (reiterato per ben quattro volte: 14, 19, 30, 31 maggio).
Come abbiamo rammentato in altre riflessioni, infatti,
Adelaide è chiamata dalla santa Vergine, fin dalla seconda apparizione,
- a “farsi suora Sacramentina” per essere sua fedele immagine come Madre del Verbo e Sposa Corredentrice del Divin Figlio Redentore,
- e a soffrire e morire con Cristo Crocifisso, quale Ostia pura, per la salvezza dei peccatori.
Riferimento assai importante, grazie al quale, comprendiamo che
la santa Vergine invita la Chiesa a considerare Adelaide come la sua propria immagine
e perciò
- a salire – con Adelaide, sua fedele immagine – il Calvario, dove rivivere il santo Sacrificio del Divin Figlio
- e – con Adelaide, sua fedele immagine – offrirsi, all’altare del santo Sacrificio, quale Ostia Pura, per offrire al Padre l’Ostia Purissima Vittima d’Amore per la Redenzione dei peccatori.
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Per comprendere ancor meglio, nelle accorate implorazioni della santa Vergine, i compiti che la Chiesa deve adempiere ammaestrando i fedeli sul Mistero della morte,
occorre rileggere
- il brano del diario di Adelaide del 29 maggio, nel quale Adelaide riporta la severa catechesi sull’espiazione correlata alla morte del Divin Figlio:
La Madonna mi sorrise e mi disse: Gli ammalati che vogliono guarire devono avere maggior fiducia e santificare la loro sofferenza se vogliono guadagnare il paradiso. Se non faranno questo non avranno premio e saranno severamente castigati. Spero che tutti quelli che conosceranno la mia parola faranno ogni sforzo per meritarsi il paradiso. Quelli che soffriranno senza lamento otterranno da me e dal Figlio mio qualunque cosa chiederanno.
- e poi soffermare l’attenzione sul brano successivo, di chiusura della stessa apparizione del 29 maggio, nel quale Adelaide ricorda il bacio mandato a lei dalla santa Vergine e la contemporanea liberazione dei colombi:
Mentre la Madonna portava la mano alla bocca per mandarmi un bacio coll’indice e pollice uniti, le due colombine le svolazzarono d’intorno e accompagnarono la Madonna mentre si allontanava adagio adagio.
Meditando questi due brani, concatenati da un chiaro significato salvifico ed escatologico,
- la Chiesa è invitata a comprendere, nel bacio mandato dalla santa Vergine ad Adelaide, che può donare, come Maria, lo Spirito di Cristo,
- affinché i suoi figli, trasformati in creature nuove, possano, nella conversione dal peccato alla Garzia, accedere, mediante l’espiazione e la santificazione della sofferenza, alla Comunione con Cristo Eucarestia, ed essere liberati dalla morte e dal peccato, come avverrà alla fine dei tempi secondo la Parola di Dio.
E tergerà ogni lacrima dai loro occhi; non ci sarà più la morte, né lutto, né lamento, né affanno, perché le cose di prima sono passate. (Ap 21, 1-5).
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A conclusione di questa prima riflessione,
al fine di mostrare come il tema della morte rischiari il TEMA PRINCIPALE delle apparizioni
ovvero:
- L’UNITA’ ETERNA D’AMORE FRA CRISTO E LA CHIESA, figurato dalla COPPIA DI COLOMBI BIANCHI che appaiono nel cielo aprendo tutte le apparizioni, e conducono lo sguardo di Adelaide alla Sacra Famiglia costituita dalla COPPIA DELL’INCARNAZIONE, GESU’ E MARIA, e da san Giuseppe,
ricordiamo che:
- all’inizio Dio ha creato l’uomo come coppia, la quale ha peccato meritando la morte,
- ma che questo castigo è stato mutato da Dio in Misericordia
- mediante il santo Sacrificio del Figlio con la partecipazione della sua santa Madre e Sposa Maria: LA NUOVA COPPIA UNITA NEI DUE CUORI COME UN SOLO CUORE,
- che ogni morente può vedere in Cielo, e si rassicuri, e comprenda che sono accanto a lui, per accompagnarlo nello splendore della Luce Divina, partecipe delle nozze fra CRISTO E LA CHIESA.
Perché l’Amore è più forte della morte.
Scrive san Giovanni Eudes:
L’autore della vita sul Calvario è in stato di morte nel Cuore dell’addolorata Madre. Questo cuore meraviglioso è una tomba vivente e vivificante, poiché il suo SS. Cuore che ha cooperato all’Incarnazione, ha pure contribuito alla sua risurrezione.
Gesù è resuscitato nel sepolcro e allo stesso tempo ne è uscito. Gesù è resuscitato nel cuore di Maria, ma non ne è mai uscito e non ne uscirà in eterno.
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La Pace e la Chiesa, nel Cuore di Maria
LA VERA PACE E LA VERA UNITA’
Nella presente riflessione prenderemo in esame la frase pronunciata dalla santa Vergine il 28 maggio 1944, solennità di Pentecoste,
con la quale, rispondendo alla richiesta di pace dei pellegrini assillati dalla guerra, la santa Vergine indica che la VERA PACE sin trova nel suo Cuore e che a questa Pace occorre aspirare.
La frase è la seguente:
«La pace non tarderà, ma al mio Cuore preme quella Pace mondiale nella quale tutti si amino come fratelli».
Come ben si vede
in questa frase, la santa Vergine contrappone due condizioni di pace: una prossima ma transitoria e falsa perché preludio di un’altra guerra, l’altra definitiva e vera perché conclude ogni possibilità di guerra.
Contrapposizione evidenziata da Gesù al Cenacolo, il giovedì santo, nell’”addio” e nella “preghiera” con le note parole ai suoi discepoli:
«Vi lascio la Pace, vi do la mia Pace. Non come la dà il mondo io la do a voi…perché tutti siano una cosa sola. Come tu Padre sei in me e io in te, siano anch’essi in noi una cosa sola, perché il mondo creda che tu mi hai mandato» (Gv 14, 27 e Gv. 17, 21).
Per questo
la frase pronunciata dalla santa Vergine il 28 maggio 1944, costituisce il vertice dell’insegnamento sapienziale offerto, dalla stessa santa Vergine, alla Chiesa, chiamata a comprenderla in tutta la sua pregnanza di significato.
- Oltre a far proprio l’incontenibile desiderio della VERA PACE e della VERA UNITA’, espresso dalla stessa santa Vergine, che indica nel suo Cuore la sede della Vera Pace e dell’Unità fraterna,
- ricordando che il CUORE della santa Vergine è talmente unito al CUORE del Divin Figlio, da formare un solo CUORE,
- la Chiesa deve capire che il desiderio della santa Vergine proviene dal Cuore stesso del Divin Figlio, Divina Sapienza, e dunque dalla SANTA TRINITA‘.
Inoltre,
- ricordando che il giovedì santo, Gesù istituisce il Sacramento dell’Eucarestia, in preparazione del santo Sacrificio della Croce, ponendolo a fondamento della Chiesa,
- la Chiesa stessa è chiamata a sentire nelle parole della santa Vergine l’invito a unirsi, nel suo stesso Cuore, al Cuore del Divin Figlio,
- per partecipare alla Missione Eucaristica del Divin Figlio, ricevuta nel giorno di Pentecoste, al Cenacolo con la discesa, grazie al Padre, del suo Spirito, su lei e gli apostoli.
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L’anelito alla VERA PACE espresso dalla santa Vergine, con le sue apparizioni a Ghiaie, si trasfonde dunque pienamente nella Comunione Eucaristica, che segnerà il Trionfo della santa Vergine Maria e della Chiesa stessa.
Perciò,
a conclusione di questa prima parte della riflessione, possiamo dire che:
la Chiesa è chiamata a Ghiaie
per portare nel mondo, con la santa Vergine, la VERA PACE e la vera UNITA’ EUCARISTICA. Quella donata da Cristo. Non quella che dà il mondo
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NELL’UNICO SANTO SACRIFICIO
Per comprendere pienamente la relazione fra
- il desiderio di Pace e di Unità, espresso dalla santa Vergine, con le sue apparizioni a Ghiaie
- e la Missione Eucaristica alla quale la santa Vergine richiama la Chiesa,
occorre che la Chiesa contempli il complesso figurativo in cui, il 28 maggio 1944 (solennità di Pentecoste) si è mostrata la santa Vergine pronunciando quella frase tanto importante.
In particolare, occorre che
la Chiesa si identifichi con la santa Vergine rappresentata in questo complesso figurativo
riconoscendo nei due colombi scuri e divaricati nello sguardo che la santa Vergine tiene nelle mani
- non solo la figura della separazione dell’uomo da Dio.
- ma anche la separazione da Dio, di cui ha fatto esperienza la santa Vergine, che ha accettato di soffrire e morire, per amore dei peccatori, con il Divin Figlio, senza il minimo sollievo, per dimostrare, in unità col Figlio, contrariamente alla coppia dei progenitori, l’amore incondizionato e la totale obbedienza al Padre.
La Chiesa vedrà allora,
proprio in questa immagine, il Cuore della santa Vergine spezzato nell’istante in cui il Cuore del Divin Figlio viene aperto dalla lancia di Longino, fonte sublime dell’Amore Eucaristico,
dalla quale nascerà la Chiesa,
che inizierà la sua Missione di Unità e Pace nel mondo con la seconda discesa dello Spirito Santo su Maria e gli apostoli al Cenacolo nel giorno di Pentecoste, là dove il Divin Figlio ha istituito l’Eucarestia.
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LA MISSIONE DI GHIAIE
Le parole pronunciate dalla santa Vergine nell’apparizione di Pentecoste del 28 maggio 1944
sono dunque un richiamo alla Chiesa, da parte della santa Vergine, perché
- diffonda nel mondo, attraverso il SUO CUORE, la VERA PACE e la VERA UNITA’ che si trova solo e unicamente nel CUORE DEL DIVIN FIGLIO
- e dunque nel dono dell‘EUCARESTIA per la COMUNIONE di tutte le genti in una sola Famiglia.
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Come ribadito nelle precedenti riflessioni, è assolutamente indispensabile tener sempre presente che
Il TEMA PRINCIPALE del messaggio delle apparizioni della santa Vergine a Ghiaie è:
L’UNITA’ DI DUE CUORI IN UN SOLO CUORE,
che rimanda all’
UNICO SANTO SACRIFICIO D’AMORE
compiuto da Gesù, unico nostro Redentore, in compartecipazione lei, sua santa Madre e Sposa, Maria, Corredentrice,
mediante il quale, santo Sacrificio, il peccato e la morte sono stati sconfitti per sempre ed è stato riaperto il Cielo, unica meta verso cui la Chiesa deve procedere
ripercorrendo il doloroso cammino della santa Vergine Maria alla sequela del suo Divin Figlio fino alla Croce, per condurre l’umanità – liberata dal peccato e dalla morte – alla Comunione con Dio – a formare, nella VERA UNITA’ E NELLA VERA PACE, come UN SOLO CUORE, UNA SOLA FAMIGLIA .
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Adelaide e la Chiesa, nel Cuore di Maria
Cominciamo questa riflessione dedicata al TEMA PRINCIPALE delle apparizioni di Ghiaie
(L’UNITA’ DEI DUE CUORI IN UN SOLO CUORE nell’UNICO SANTO SACRIFICIO D’AMORE)
riproponendo le parole con le quali, il 30 maggio (dodicesima e penultima apparizione) la santa Vergine lega la piccola Adelaide al suo Cuore.
Queste le parole della santa Vergine ad Adelaide:
«Cara bambina, tu sei tutta mia, ma pur essendo cara al mio Cuore, domani ti lascerò in questa valle di pianto e di dolore. Mi rivedrai nell’ora della tua morte e avvolta nel mio manto ti porterò in Cielo».
Per comprenderle bene e scoprirne il profondo significato sapienziale che veicolano, occorre tener sempre presente come punto fermo
- che l’interlocutore primo della santa Vergine è la Chiesa,
- e che dunque, le parole rivolte ad Adelaide, devono essere intese come rivolte alla Chiesa stessa.
Per questo motivo,
nella frase – Cara bambina, tu sei tutta mia – la totale appartenenza di Adelaide alla santa Vergine dev’essere intesa come figura dell’appartenenza della stessa Chiesa (bambina) alla santa Vergine;
nella frase – ma pur essendo cara al mio Cuore, domani ti lascerò in questa valle di pianto e di dolore – la predizione del martirio di Adelaide riguarda la Chiesa stessa destinata al martirio;
nella frase: mi rivedrai nell’ora della tua morte e avvolta nel mio manto ti porterò in Cielo – la promessa del Cielo ad Adelaide è estesa alla Chiesa stessa.
Esaminiamo allora le parole rivolte dalla santa Vergine ad Adelaide per la Chiesa, distinguendole nelle tre parti in cui le abbiamo suddivise, e dunque in tre PASSAGGI.
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PRIMO PASSAGGIO
La santa Vergine inizia il suo commiato con una prima folgorante dichiarazione:
Cara bambina, tu sei tutta mia,
con la quale rivela alla Chiesa che Adelaide le appartiene totalmente, e dunque da sempre, ovvero fin dal momento eterno in cui il suo Divin Figlio, ha deciso – in obbedienza al Padre e in unità con lo Spirito Santo, di redimere il mondo, e ha scelto – per volontà del Padre e in unità con lo Spirito Santo – d’incarnarsi nel suo Seno, per la Redenzione dell’umanità.
Questo passaggio sapienziale è molto importante poiché permette di collocare le parole della santa Vergine ad Adelaide – Cara bambina, tu sei tutta mia – nella VERITA’ ETERNA del Grande Mistero dell’INCARNAZIONE, mediante il quale possiamo affermare che:
- Adelaide è stata scelta con Maria, fin dal Principio, nel Disegno della REDENZIONE, e che con lei sono stati scelti tutti i figli prediletti della santa Vergine, a formare la Chiesa di Cristo,
alla quale sono donate le apparizioni della santa Vergine ad Adelaide, affinché attui, nel Tempo Ultimo, la Missione di Salvezza, disegnata fin dal Principio dalla santa Trinità, e attuata da Cristo mediante il santo Sacrificio della Croce.
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SECONDO PASSAGGIO
La santa Vergine continua il suo commiato con una terribile profezia:
ma pur essendo cara al mio Cuore, domani ti lascerò in questa valle di pianto e di dolore,
con la quale, predice ad Adelaide un’esistenza di pianto e di dolore, annunciandole:
- che dovrà salire la VIA DELLA CROCE percorsa con lei dal Divin Figlio, sceso dal Cielo proprio in questa valle di pianto e di dolore – ovvero in questo mondo dominato dal peccato e dalla morte – per liberare l’umanità mediante il santo Sacrificio della Croce, e unirla nel suo Amore;
- e che lungo questa VIA DOLOROSA, rimanendo sempre nel suo Cuore, sarà accompagnata da lei fino alla morte, proprio come lei ha accompagnato il Divin Figlio fino alla morte,
perché solo così Adelaide sarà testimone della Chiesa di Cristo, destinata, da sempre, secondo la Parola di Dio, a ripercorrere la Via Dolorosa di Cristo fino alla Croce, nella lotta a morte contro il diavolo, principe di questo mondo.
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TERZO PASSAGGIO
La santa Vergine conclude il suo commiato con una grande promessa:
Mi rivedrai nell’ora della tua morte e avvolta nel mio manto ti porterò in Cielo,
nella quale possiamo facilmente riconoscere
- l’approdo al Cielo assicurato ad Adelaide, che, nell’ora della morte vedrà di nuovo la santa Vergine nello splendore accecante dei giorni gloriosi di maggio, e, avvolta nel suo manto di Luce, sarà condotta nella Luce di Dio santa Trinità,
- alla quale sarà condotta la Chiesa, dopo aver subito il martirio.
Promessa da tener sempre presente, poiché permette di capire quanto sia importante, per la Chiesa, conoscere la vita di Adelaide quale paradigma della Chiesa stessa,
che si può comprendere solo entrando nel Cuore della santa Vergine.
- nel quale Adelaide ha preso vita – con l’INCARNAZIONE del Verbo Dio in quel Cuore – insieme a tutti i figli prediletti della santa Vergine,
- uniti, come una cosa sola, a formare la Chiesa, in quel Cuore,
- ch’é unito, fin dal Principio, come una cosa sola, al Cuore del suo Divin Figlio, e Sposo, sceso dal Cielo per redimere l’umanità dal peccato, liberarla dalla morte, e condurla in Cielo.
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ADELAIDE PARADIGMA E IMMAGINE DELLA CHIESA
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I pensieri esposti nella presente riflessione, permettono di tracciare la seguente conclusione:
- Adelaide – unita a Cristo, nel Cuore della santa Vergine – è donata alla Chiesa come paradigma e immagine della Chiesa stessa,
com’era nel Disegno Eterno della santa Trinità che, per mezzo della santa Vergine, ha scelto Adelaide quale figlia prediletta così d’essere, con lei, UNA SOLA COSA CON CRISTO, quale immagine della stessa santa Vergine e della Chiesa,
indicando, a questo fine, per mezzo della santa Vergine, un’età precisa – fra tra il 14° e il 15° anno – nella quale sarebbe diventata suora Sacramentina.
Per capire quanto sia importante, per la Chiesa, conoscere la vita di Adelaide quale paradigma della Chiesa stessa, disegnato fin dal Principio dalla santa Trinità occorre sempre tener presente
che a quell’età, Adelaide, suora Sacramentina, diviene immagine fedele della santa Vergine Maria, e dunque immagine della Chiesa, perché a quella stessa età – ricevendo nel suo seno, per opera dello Spirito Santo, il Verbo di Dio – la santa Vergine diviene la Chiesa nascente, chiamata a salire il Calvario per unire l’umanità, come una cosa sola, nell’Amore Eucaristico.
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LE PREGHIERE CHIESTE DALLA SANTA VERGINE AD ADELAIDE
- «Dì loro che se vogliono i figli guariti devono fare penitenza, pregare molto ed evitare certi peccati. Se gli uomini faranno penitenza la guerra finirà fra due mesi, altrimenti in poco meno di due anni» (16 maggio)
- «Prega per i poveri peccatori che hanno bisogno della preghiera dei bambini» (16 maggio)
- «Prega per i peccatori più ostinati che stanno morendo in questo momento e che trafiggono il mio Cuore» (18 maggio)
- «Prega per i peccatori ostinati che fanno soffrire il mio Cuore perché non pensano alla morte. Prega pure per il Santo Padre che passa momenti brutti. Da tanti è maltrattato e molti attentano la sua vita. Io lo proteggerò ed Egli non uscirà dal Vaticano. La pace non tarderà, ma al mio cuore preme quella pace mondiale nella quale tutti si amino come fratelli. Solo così il Papa avrà meno da soffrire» (28 maggio)
- «Prega molto per coloro che hanno l’anima ammalata; il Figlio mio Gesù è morto sulla Croce per salvarli. Molti non capiscono queste mie parole e per questo io soffro» (29 maggio).
- «Non scoraggiarti, desidero presto il mio trionfo. Prega per il Papa e digli che faccia presto perché voglio essere premurosa per tutti in questo luogo. Qualunque cosa mi si chiederà lo intercederò presso mio Figlio» (31 maggio).
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L’EUCARESTIA, sorgente di Fatima e di Ghiaie
Gli eventi soprannaturali di Fatima e di Ghiaie, sorgono entrambi dall’EUCARISTIA, poichè, in entrambi, il prologo è connotato dal sacrificio Eucaristico.
A conferma di questo assunto, prendiamo in esame, anzitutto, le apparizioni dell’angelo, che precedono le apparizioni della santa Vergine ai tre pastorelli di Fatima, secondo il racconto di Lucia, nella Biografia di suor Lucia e del Cuore Immacolato di Maria (Un cammino sotto lo sguardo di Maria, pp. 37-49).
LE APPARIZIONI DELL’ANGELO
– Ricordiamo, dapprima,
che l’angelo, presentatosi ai tre pastorelli come angelo della PACE, si mostra, nella sua terza apparizione, con un calice nella mano sinistra e, sospesa su di esso, un’Ostia, dalla quale cadono nel calice alcune gocce di Sangue.
– Ricordiamo poi
che, dopo aver lasciato il calice e l’Ostia sospesi in aria, quest’angelo s’inginocchia, posa il volto a terra, e ripete la preghiera insegnata ai pastorelli nella sua prima apparizione, aggiungendo queste parole:
Santissima Trinità, Padre, Figlio e Spirito Santo, Vi adoro profondamente e Vi offro il preziosissimo Corpo, Sangue, Anima e Divinità di nostro Signore Gesù Cristo, presente in tutti i tabernacoli del mondo.
– Ricordiamo infine, che
quest’angelo si rialza, e, dopo aver preso di nuovo in mano il calice e l’Ostia, dà a Lucia l’Ostia, ovvero il Corpo di Cristo, e a Giacinta e a Francesco fa bere il calice, ovvero il Sangue di Cristo, dicendo:
Prendete e bevete il Corpo e il Sangue di Gesù Cristo
L’ANGELO COME SACERDOTE DEL CIELO
Ripercorrendo con la mente il racconto di Lucia, non è difficile cogliere, a un primo sguardo, in quale grande Mistero vengono collocati i tre pastorelli, e, insieme a loro, tutti quelli che, grazie al racconto di Lucia, possono rivivere quel momento di Grazia donato dal Cielo.
nelle parole dell’angelo, il cristiano può riconoscere infatti, con stupore, le parole della preghiera eucaristica della santa Messa (Canone Romano),e perciò, nell’angelo stesso, potrà vedere la figura del sacerdote che celebra il santo Sacrificio, e, ricordando il Vangelo dell’istituzione dell’Eucaristia al Cenacolo,
- dapprima proclama:
La vigilia della sua passione, Gesù prese il pane nelle sue mani sante e venerabili, e alzando gli occhi al cielo a te, Dio Padre suo Onnipotente, rese grazie con la preghiera di benedizione, spezzò il pane, lo diede ai suoi discepoli e disse: Prendete, e mangiatene tutti: questo è il mio Corpo offerto in sacrificio per voi;
- e poi, deposta sulla patena l’Ostia sacra dopo averla presentata, si genuflette in adorazione, prende il calice e, tenendolo sollevato sull’altare, così prosegue:
Allo stesso modo, dopo aver cenato, prese nelle sue mani sante e venerabili questo glorioso calice,
ti rese grazie con la preghiera di benedizione, lo diede ai suoi discepoli e disse: Prendete, e bevetene tutti: questo è il calice del mio Sangue, per la nuova ed eterna alleanza, effuso per voi e per tutti in remissione dei peccati. Fate questo in memoria di me.
L’ALTARE E LA CHIESA DEL CIELO
A un primo sguardo dunque, l’angelo appare chiaramente nella figura del sacerdote. E tuttavia, non è possibile non riscontrare una rilevante differenza fra:
- il sacerdote che agendo in persona Christi, grazie alla preghiera Eucaristica, realizza la transustanziazione del pane e del vino nel Corpo e nel Sangue di Cristo,
- e l’angelo che si presenta con l’Ostia consacrata dalla quale cadono nel calice alcune gocce di Sangue, come se la santa Messa sia stata celebrata altrove.
Per comporre questo iato apparente, e comprendere l’ineffabile mistero donato, per grazia di Dio, dal racconto di Lucia, a tutti i cristiani,
è sufficiente ricordare:
le parole che pronuncia il sacerdote al termine della consacrazione:
- Ti supplichiamo, Dio Onnipotente: fa’ che questa offerta, per le mani del tuo angelo santo, sia portata sull’altare del Cielo davanti alla tua Maestà Divina, perché su tutti noi che partecipiamo di questo altare, comunicando al santo mistero del Corpo e Sangue del tuo Figlio, scenda la pienezza di ogni grazia e benedizione del Cielo.
grazie alle quali, parole, possiamo comprendere che:
l’Ostia sanguinante mostrata dall’angelo della Pace insieme al calice,
- proviene dall’altare del Cielo dove è stata portata dall’angelo che sta dinnanzi alla Maestà Divina, nell’offerta del sacerdote che ha celebrato l’Eucaristia sull’altare della Chiesa pellegrina sulla terra.
Si può dire pertanto, forzando il linguaggio figurato, consapevoli dell’unità fra liturgia terrestre e liturgia celeste:
- che i tre pastorelli di Fatima hanno ricevuto la Comunione con l’Eucarestia posta sull’altare del Cielo, dinnanzi alla Maestà Divina,
- “riportata” sulla terra dall’angelo della Pace, per i tre pastorelli,
- e perciò che, veramente, per Giacinta e Francesco fu quello il giorno della Prima Comunione (come si legge nella Biografia di suor Lucia e del Cuore Immacolato di Maria, pg 43),
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Per comprendere in quale grande Mistero vengono collocati i tre pastorelli, e, insieme a loro, tutti quelli che, grazie al racconto di Lucia possono rivivere quel momento di Grazia donato dal Cielo, ci permettiamo di suggerire la lettura del paragrafo “La vita del Cielo è presente nella liturgia terrestre” in: Meditazione sull’Apocalisse, di Divo Barsotti (p. 331).
Scrive don Divo:
fra la terra e il Cielo non vi è più separazione o distanza, il Cielo è presente sulla terra, ma segreto, nascosto. Tuttavia, quello che la terra ora possiede e vive non è per nulla diverso da quello che è in Cielo.
In un passaggio precedente, nel capitoletto intitolato “Il trono e l’altare” don Divo scriveva:
E il Cielo è un altare...ora noi vediamo che nel Cielo vi è il tabernacolo veduto da Mosè: c’è un altare vi è l’altare dei profumi; vi è tutto quello che era nel tempio di Gerusalemme. Il Cielo non è soltanto il luogo dove Dio si manifesta come re sul trono e ha intorno i ministri che l’acclamano, è anche il tempio, vi è un altare, e sull’altare vi è una vittima, e la vittima è Cristo, e la vittima sono tutti i cristiani. La vita del Cielo è una liturgia, un Mistero sacro al quale partecipano Cielo e terra.
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Nelle prossime riflessioni vedremo che
il preludio delle apparizioni della santa Vergine a Fatima, connotato dalle tre apparizioni dell’angelo della Pace che comunica Lucia e i cuginetti Giacinta e Francesco, “nel cuore del bosco”, con l’Eucaristia della Chiesa del Cielo,
è in stretta correlazione con il preludio delle apparizioni della santa Vergine a Ghiaie, dove la Chiesa del Cielo scende di nuovo sulla terra, con gli angeli e i bambini martiri, per unirsi all’Eucaristia celebrata “nel cuore del bosco” sopra il villaggio, da Candido con Adelaide.
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Si prone, per la comprensione, l’estratto della predica di Joseph Ratzinger nel giorno di san Silvestro del 1981 dal titolo: la pace come uno dei nomi del sacramento eucaristico, ricordando che l’angelo si è presentato con l’Eucarestia come angelo della Pace, per far comprendere il connubio indissolubile fra PACE ed EUCARISTIA, fondamentale in un tempo tenebroso foriero di una guerra sempre più vasta e devastante in cui si invoca vanamente la pace dimenticando che soltanto Cristo è la Pace.
All’inizio della storia cristiana i credenti erano un gruppo marginale, ininfluenti in campo politico. Essi non potevano cooperare attivamente a dar forma alla cosa pubblica. Tuttavia la pace di Cristo non era per loro qualcosa di puramente interiore, né che riguardasse solamente il futuro. La prima parola che il Risorto aveva rivolto ai suoi discepoli confusi, era stata: «La pace sia con voi» (Gv. 20,19). In ogni adunanza eucaristica si ripeteva per loro l’evento della sera di Pasqua. Il Risorto entrava tra i discepoli e diceva loro: «La pace sia con voi». In questa loro celebrazione della Pasqua, in cui la Chiesa conduceva la sua vita, essi sperimentavano che è vera la parola dell’Apostolo: «Cristo è la nostra pace» (Ef. 2,14).
Qui essi incontravano il nuovo ambito di pace che la Fede aveva aperto: la riconciliazione di schiavi e liberi, di greci e barbari, di giudei e pagani (Gal.3,28). Qui essi, che nella società di allora erano profondamente divisi, erano una sola cosa, anzi, un Unico, l’uomo nuovo Gesù Cristo, che li legava tutti l’uno con l’altro (Gal. 3, 17.28). Per questo la celebrazione ecaristica veniva detta semplicemente «Pace»: essa era infatti la presenza di Cristo, e, quindi, lo spazio di una pace nuova, lo spazio di un’amicizia che superava tutti i confini, dove ciascuno era a casa propria.
I vescovi di tutto il mondo mostravano con lettere di amicizia la loro scelta.Chi arrivava da qualche parte con una di queste lettere come cristiano, era dovunque in famiglia, fratello tra i fratelli. Proprio con la dimensione più profonda della loro Fede, con l’adunanza eucaristica, iprimi cristiani hanno realizzato qualcosa di significativo anche sul piano politico: hanno creato spazi di pace, e, allo stesso tempo, hanno costruito dei percorsi di pace in un mondo senza pace.
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L’Eucaristia nel bosco di Ghiaie
FATIMA E GHIAIE CONFERMANO LA FEDE
Nella precedente riflessione, esaminando il racconto di Lucia relativo alle apparizioni dell’angelo della Pace,
abbiamo compreso:
- che l’angelo della Pace porta nel bosco di Fatima l’Eucaristia celebrata sull’altare del Cielo, nel quale sono “assunti” tutti gli altari della terra, a formare un solo Altare;
e, di conseguenza,
- che l’angelo della Pace ha preso l’Eucarestia dal Tabernacolo del Cielo, in cui si riassumono, a formare un solo Tabernacolo, tutti i tabernacoli della terra,
ai quali fa esplicito riferimento l’angelo della Pace, nella preghiera alla Santissima Trinità, da lui pronunciata – dopo aver lasciato l’Ostia sanguinante e il calice in aria, ed essersi inginocchiato con il volto a terra – con queste parole:
- Vi adoro profondamante e Vi offro il preziosissimo corpo, sangue, anma e divinità di Gesù Cristo presente in tutti i tabernacoli della terra.
In estrema sintesi, grazie al racconto di Lucia, possiamo fare la seguente affermazione:
a Fatima, viene confermata la Fede nella Realtà Eterna d’Amore Eucaristico che unisce Cielo e terra – non più separati, in virtù del Mirabile Scambio e del santo Sacrificio di Cristo.
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Vediamo ora che questa stessa affermazione possiamo ricavarla esaminando la storia del preludio delle apparizioni della santa Vergine a Ghiaie raccontata da Adelaide,
nella quale ritroviamo la stessa Realtà Eterna d’Amore Eucaristico che unisce Cielo e terra, a confermare la stessa Verità di Fede,
grazie alla quale crediamo che
- su tutti gli altari della terra, anche nei luoghi più speduti e nascosti, si celebra l’unico santo Sacrificio Eucaristico celebrato sull’altare del Cielo.
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Affronteremo la riflessione su questo tema ricordando la prima parte della storia del preludio delle apparizioni di Ghiaie, in due passaggi:
- LA PRIMA COMUNIONE DI ADELAIDE
- I PICCOLI MARTIRI E L’ALTARE DELLA CHIESA DEL CIELO
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PRMO PASSAGGIO: LA PRIMA COMUNIONE DI ADELAIDE
Volgiamo allora lo sguardo, dal bosco di Fatima al bosco di Ghiaie, e ricordiamo il giorno in cui Candido bussa alla porta del casolare di Adelaide, conducendola sul sentiero che sale per la morena, fino a un fontanile nascosto fra gli alberi,
dinnanzi al quale Candido si ferma, per una preghiera, nel ricordo dei santi martiri, Quirico e Giulitta, cui il fontanile è dedicato, inerpicandosi poi, con Adelaide, su per la morena fra arbusti e rovi di robinie e more, oltre il ponticello sul canale, lungo un sentiero pianeggiante,
fino a un grande prato affollato di bambini, che vanno incontro ad Adelaide e la circondano, sospingendola, tutti insieme, al limitare di un bosco, dinnanzi a un grosso tronco spezzato di betulla
sul quale Adelaide vede del pane raffermo e un grembiule nero, che Candido afferra e indossa, come fosse una veste talare per disporsi a dire Messa.
Adelaide subito comprende. Sa che Candido vuol farsi prete. E partecipa alla Messa di Candido, in quello spazio sacro trasformato in una chiesa;
che a un tratto Adelaide vede ampliarsi dinnanzi ai suoi occhi allorquando la voce forte di Candido inizia a echeggiare, accompagnata dal canto armonioso dei bambini, seguito dal canto sublime degli angeli giunti all’improvviso, a miriade, sopra quel prato.
Adelaide partecipa così, alla Messa di Candido: con devozione, in ginocchio, circondata dai bambini, nel volo degli angeli sopra di lei, senza porsi domande.
Solo alla consacrazione del pane, nel momento in cui Candido lo eleva al cielo pronunciando le stesse parole che il parroco pronuncia alla Messa della domenica nella chiesa parrocchiale,
- contemplando quel pane elevato da Candido al cielo, avverte nel profondo dell’anima che sarà suora,
- e quando poi, riceve sulle labbra, dalle mani di Candido un pezzetto di quel pane raffermo, come un’Ostia consacrata, sente che da quel giorno sarà unita a lui per sempre, perché tutto si è compiuto nella sacra liturgia.
*
Come possiamo facilmente comprendere,
questo racconto,
se da un lato consente di dire che
nel bosco sopra il villagio di Ghiaie, Adelaide riceve da Candido la prima Comunione, come Giacinta e Francesco l’hanno ricevuta nel bosco di Fatima dall’angelo della Pace;
dall’altro pone un’inevitabile domanda:
- poichè a Ghiaie non “scende”, come a Fatima, l’angelo della Pace con l’Eucaristia presa dal Tabernacolo del Cielo, com’è possibile riconoscere nella Messa di Candido una vera Messa, e nel pezzetto di pane raffermo da lui consacrato, il Corpo e il Sangue di Cristo?
Più semplicemente
- come possiamo vedere a Ghiaie, nelle Messe di Candido, la stessa Realtà Eterna d’Amore Eucaristico che unisce Cielo e terra, scesa a Fatima, a confermare la Verità della Fede?
Per rispondere a questa domanda occorre affrontare il secondo passaggio
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I PICCOLI MARTIRI E L’ALTARE DELLA CHIESA DEL CIELO
Ovvero, occorre continuare a narrare la storia raccontata da Adelaide,
e ricordare
- che Adelaide salirà di nuovo, con Candido, nel bosco sopra il villaggio, dove, di nuovo, incontrerà quei bambini, molti dei quali si presenteranno a lei con la divisa, a righe verticali bianche e azzurre, imposta ai piccoli rinchiusi nei lager nazisti,
- e che, proprio quei bambini, dopo aver partecipato alla Messa di Candido, le racconteranno storie strazianti, grazie alle quali Adelaide capirà che, sono “scesi” dal Cielo dove sono stati “assunti”, come tutti gli altri bambini presenti alla Messa di Candido, in virtù del loro martirio.
Realtà dolorosa grazie alla quale la Messa di Candido si rivelerà come una vera celebrazione Eucaristica.
Poichè infatti,
- quelle piccole vittime vivono eternamente in Cielo con il Signore Gesù,
- possiamo vedere, accanto a Candido, il Signore Gesù Risorto, Che consacra il pezzetto di pane raffermo, dicendo, come all’Ultima Cena: “Questo è il mio Corpo, offerto in sacrificio per voi“.
E dunque, vedere altresì,
- nel tronco di betulla spezzato al limitare del bosco di Ghiaie, l’altare del Cielo, sopra il quale vi è la Vttima, l’Agnello Eucaristico, come su tutti gli altari della terra, dinnanzi ai quali pregano adoranti i martiri, coi santi e gli angeli.
*
PER IL TEMPO DELLA DESOLAZIONE
I preludi di Fatima e di Ghiaie, che anticipano le apparizioni della santa Vergine, ci sono offerti come profezia per il tempo, ed è questo, in cui Forze maligne mandate dall’uomo del peccato, figlio della perdizione, si levano per “profanare il santuario”, “sopprimere il sacrificio continuo” e nascondere la Realtà d’Amore Eucaristico, per collocarvi il falso cristo, separare il Cielo dalla terra e annientare la Redenzione : “l’abominazione che causa la desolazione” (Daniele 9,27 -11,31 -12,11 / Mt 24,15 / Mc. 13,14 /Ap. 13,14…).
Sono trascorsi oltre cento anni da quando l’angelo della Pace, apparso ai tre pastorelli di Fatima, ha pregato così:
Vi adoro profondamante e Vi offro il preziosissimo corpo, sangue, anma e divinità di Gesù Cristo presente in tutti i tabernacoli della terra, in riparazione degli oltraggi, sacrilegi, indifferenze con cui Egli stesso è offeso.
E ora?
Accogliendo la dottrina protestante, si dirà che la MMaessa non è un Sacrificio, ma solo la sacra cena; cioè il ricordo di ciò che Gesù fece nella sua ultima cena. E così verrà soppressa la celebrazione della santa Messa. In questa abolizione del sacrificio quotidiano consiste l’orribile sacrilegio compiuto dall’anticristo (don Stefano Gobbi, 31, 12, 1992).
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“Ma è ormai troppo tardi”.
Allora lo stesso sommo pontefice Giovanni Paolo II scrisse a tutti i vescovi del mondo chiedendo loro di unirsi a lui; fece portare a Roma la statua della Madonna di Fatima (quella della cappellina) e il 25 marzo 1984, pubblicamente, in unione con i vescovi che vollero unirsi a lui, fece la consacrazione così come la Madonna aveva voluto. In seguito mi fu domandato se era conforme a quanto richiesto dalla Madonna e io risposi di sì. Da quel momento, la consacrazione è compiuta. (lettera di suor Lucia del 29 agosto 1989, in: Un cammino sotto lo sguardo di Maria, pg.226).
Questa dichiarazione, in cui suor Lucia afferma che la consacrazione della Russia al Cuore Immacolato di Maria è compiuta, costituisce la premessa, molto importante, per affrontare il tema proposto nella pagina di questo sito dedicata a dimostrare la continuità fra le apparizioni di Fatima e le apparizioni di Ghiaie, faro di Luce Divina del nostro tempo.
Cerchiamo allora di comprendere
IL SIGNIFICATO DELLA CONSACRAZIONE COMPIUTA DA GIOVANNI PAOLO II°.
A tale scopo, occorre rammentare, precipuamente, il significato della parola CONSACRAZIONE (rendere sacra una persona o una cosa perchè sia totalmente disponibile a Dio)
grazie al quale significato possiamo scoprire, nella CONSACRAZIONE COMPIUTA DA GIOVANNI PAOLO II°, due verità.
Ovvero che:
- mediante la Consacrazione della Russia al suo Cuore Immacolato, la santa Vergine, desiderava rendere disponibile la Russia totalmente a Dio (come insegna padre Serafino Tognetti nella catechesi che indichiamo in fondo alla riflessione);
- e che, essendosi compiuta la CONSACRAZIONE della Russia da parte del santo Padre Giovanni Paolo II secondo le disposizioni della santa Vergine, come attesta suor Lucia nella lettera del 29 agosto 1989, da quel momento, 25 marzo 1984, la Russia è consacrata a Dio, e dunque il popolo russo è usato, in unità con la santa Vergine, come strumento per il disegno di Dio, ovvero per la Missione di Pace voluta da nostro Signore Gesù Cristo Redentore dell’umanità intera.
Esito positivo, al quale occorre purtroppo aggiungere una terza verità, ovvero che:
- essendo stata fatta troppo tardi rispetto alle richieste della santa Vergine, non tutte le grazie sono state ottenute con la CONSACRAZIONE della Russia compiuta da Giovanni Paolo II; come attesta suor Lucia, che, alla domanda di padre Kondor se la consacrazione del 25 marzo 1984 fosse conforme a quanto richiesto, ha risposto: «Lo è, ma ormai è tardi!» (Un cammino sotto lo sguardo di Maria, pg. 226).
Inevitabile pertanto, porre, a questo punto, il seguente quesito assai determinante per comprendere l’esito del messaggio di Fatima:
- se dobbiamo credere che la promessa della santa Vergine si è comunque compiuta il 25 marzo 1984, e dunque che la Russia consacrata a Maria è strumento del disegno di Dio per la pace nel mondo, cosa non si è compiuto a causa del ritardo e cosa dobbiamo, di conseguenza, temere?
I FRUTTI POSITIVI DELLA CONSACRAZIONE DI GIOVANNI PAOLO II°
Cerchiamo allora di affrontare il questito, per la risoluzione del quale suor Lucia sembra non offrire un aiuto, poichè indica gli esiti positivi ottenuti con la consacrazione del 25 marzo 1984.
- A padre Kondor, che le ha chiesto quale segno sarebbe stato visibile dell’accettazione di Dio e del compimento della promessa, dice: «Guardate verso Est. La risposta si è vista!»,
- e nel suo ultimo scritto ricorda i grandi frutti della Consacrazione di Giovanni Paolo II, scrivendo:
È da tutti risaputo che ci si trovava in uno dei momenti più critici della storia dell’umanità, in cui le grandi potenze, ostili tra loro, progettavano e si preparavano a una guerra nucleare (atomica) che avrebbe distrutto il mondo, se non totalmente, in una sua buona parte; e ciò che restava, quale possibilità di sopravvivenza avrebbe avuto?
E chi sarebbe stato capace di indurre quegli uomini arroganti, trincerati nei loro piani e progetti di guerra, nelle loro idee violente e ideologie atee, schiavizzanti e dominatrici, che si credevano i signori del mondo intero, chi sarebbe stato capace di indurli a capovolgere tutto questo? A chiedere un incontro per darsi un abbraccio di pace? A cambiare i loro progetti di guerra in progetti di pace? A passare dalle ingiustizie aggressive e violente a progetti di aiuto e di appoggio, riconoscendo i diritti della persona umana abolendo la schiavitù, ecc.?
Chi, se non Dio, poteva essere capace di agire in queste intelligenze, in queste volontà, in queste coscienze, in modo da portarle a un tale cambiamento, senza paura, senza timore di rivolte da parte dei loro e degli stranieri? Solo la forza di Dio, che ha agito, portando tutti ad accettare tale cambiamento, nella pace, senza rivolte, senza opposizioni e senza condizioni. Chi è come Dio? (Un cammino sotto lo sguardo di Maria, pg.227).
Seguendo il suggerimento di suor Lucia dobbiamo pertanto dedurre che Dio abbia gradito l’atto di Consacrazione di Giovanni Paolo II e sia intervenuto provvedendo a scongiurare il pericolo della guerra nuclerare (atomica), volgere “progetti di guerra in progetti di pace”, sfaldare l’URSS e sconfiggere il comunismo sovietico, così che la Russia non rappresentasse più una minaccia per il mondo.
Ma, allora, perché suor Lucia ha detto a padre Louis Kondor che era troppo tardi, ripetendo le parole che il Signore le aveva detto, molti anni prima, rispondendo all’invito della stessa suor Lucia di muovere il santo padre con un’ispirazione speciale a fare la consacrazione della Russia al Cuore Immacolato di Maria? «Il Santo Padre! Prega, prega molto per il Santo Padre!» l’aveva esortata il Signore in quel colloquio, aggiungendo: «Lui la farà, ma sarà tardi. Eppure il Cuore Immacolato di Maria deve salvare la Russia. È affidata a Lei» (Lettera del 18 maggio 1936 a p. Gonçalves).
E torniamo dunque a chiederci:
- se la Russia è stata consacrata secondo le richieste della santa Vergine diventando strumento di Dio affidato alla santa Vergine, e si sono visti i segni dell’accettazione di Dio e del compimento della promessa, quale grazia non è stato possibile ottenere con la consacrazione di Giovanni Paolo II a causa del ritardo?
GLI ERRORI DELLA RUSSIA SI SONO DIFFUSI NEL MONDO
Per rispondere a questa domanda, occorre tornare a leggere la richiesta della santa Vergine nel contesto del messaggio del 13 luglio 1917, nel quale, dopo la visione dell’Inferno, la santa Vergine ha detto ai pastorelli di Fatima:
Avete visto l’lnferno, dove cadono le anime dei poveri peccatori. Per salvarle, Dio vuole stabilire nel mondo la devozione al Mio Cuore Immacolato. Se faranno quel che io vi dirò, molte anime si salveranno e avranno pace. La guerra sta per finire. Ma, se non smetteranno di offendere Dio, nel pontificato di Pio Xl, ne comincerà un’altra peggiore. Quando vedrete una notte illuminata da una luce sconosciuta, sappiate che è il grande segno che Dio vi dà, che punirà il mondo per i suoi delitti, per mezzo della guerra, della fame e delle persecuzioni alla Chiesa e al Santo Padre.
Per impedirla, verrò a chiedere la consacrazione della Russia al Mio Cuore Immacolato, e la Comunione riparatrice nei primi sabati.
Se ascolteranno le Mie richieste, la Russia si convertirà e ci sarà pace. Se no, diffonderà i suoi errori nel mondo, suscitando guerre e persecuzioni alla Chiesa. I buoni saranno martirizzati, il Santo Padre avrà molto da soffrire, varie nazioni saranno distrutte. Finalmente il Mio Cuore Immacolato trionferà.
Il Santo Padre mi consacrerà la Russia, che si convertirà, e sarà concesso al mondo qualche tempo di pace. In Portogallo, si conserverà sempre il dogma della Fede (Memorie di Suor Lucia).
In questi brani notiamo due dichiarazioni della santa Vergine determinati per rispondere alla domanda che abbiamo posto:
- la consacrazione della Russia è condizione per impedire alla Russia di diffondere i suoi errori nel mondo e suscitare guerre e persecuzioni alla Chiesa.
- la consacrazione della Russia consentirà la conversione della Russia e concederà al mondo qualche tempo di pace
Pertanto,
alla domanda:
se la Russia è stata consacrata secondo le richieste della santa Vergine diventando strumento di Dio affidato alla santa Vergine, e si sono visti i segni dell’accettazione di Dio e del compimento della promessa, quale grazia non è stato possibile ottenere con la consacrazione di Giovanni Paolo II a causa del ritardo?
possiamo rispondere e concludere così:
- con la consacrazione al Cuore Immacolato di Maria, la Russia è diventata strumento di Dio, e l’umanità ha goduto di qualche tempo di pace:
- tuttavia, poichè l’atto di consacrazione della Russia è stato compiuto in ritardo, gli errori fomentati dalla Russia si sono diffusi nel mondo nei 55 anni trascorsi dalla prima richiesta del 1929 al 25 marzo 1984, continuando a diffondersi, a causa di quel ritardo, anche dopo la consacrazione della Russia del 25 marzo 1984, suscitando guerre e persecuzioni alla Chiesa.
Com’è evidente infatti, il Comunismo ha continuato a diffondersi in tutto il mondo anche dopo che la Russia è crollata, diventando, in forma camuffata, lo strumento di una falsa unione mondiale in antagonismo all’opera della Redenzione attuata da Nostro Signore Gesù Cristo, e di nuove guerre e persecuzioni alla Chiesa.
Possiamo pertanto dedurre che:
- Il pericolo non è più la Russia, perchè, consacrata a Maria il 25 marzo 1984, e divenuta strumento del disegno di Dio per la pace nel mondo;
- ma gli errori prodotti dalla Russia si sono diffusi nelle nazioni, che si sono unite nel progetto d’imporre un Nuovo Ordine Mondiale mediante una falsa unione e una falsa pace, contro la Missione di Unità e Pace della Chiesa sempre più aggredita, all’esterno e all’interno, da guerre e persecuzioni.
L’IMPORTANZA DELLE APPARIZIONI DI GHIAIE IN CONTINUITA’ CON FATIMA
Di conseguenza possiamo affermare che:
- alla Chiesa non occorrono altre consacrazioni della Russia se non per confermare quella attuata da Giovanni Paolo II, perché la battaglia dev’essere condotta contro il Comunismo (espressione degli errori prodotti dalla Russia) ormai diffuso nel mondo e nella Chiesa stessa, dov’é predominante fino al soglio di Pietro;
- e che, per condurre questa battaglia, sono di vitale importanza le apparizioni di Ghiaie donate dalla Divina Provvidenza in continuità con le apparizioni di Fatima, col compito di condurre la Chiesa a ripercorrere, con la santa Vergine, l’itinerario di Croce tracciato dal suo Divin Figlio fino al Calvario, per ritrovare la Missione Eucaristica ricevuta a Pentecoste e così diffondere nel mondo la vera Unità e la vera Pace di Cristo, contro i progetti di falsa unità e di falsa pace delle nazioni sottomesse all’Anticristo.
Nelle successive riflessioni metteremo in evidenza la continuità fra i messaggi di Fatima e di Ghiaie – in particolare fra CONSACRAZIONE DELLA RUSSIA AL CUORE IMMACOLATO DI MARIA (Fatima) e la MISSIONE DI UNITA’ E PACE NEL MONDO SECONDO IL CUORE DELLA SANTA VERGINE MARIA (Ghiaie) – in relazione alla Missione della Chiesa per l’Unità e la Pace nel mondo.
*
Il Papa, Fatima e Ghiaie
Iniziamo confrontando due frasi similari dei due messaggi di Fatima e di Ghiaie che riguardano il Papa.
A Fatima, il 13 luglio 1917 (redazione del 31 AGOSTO 1941)
la santa Vergine ha detto
- Se accetteranno le Mie richieste, la Russia si convertirà e avranno pace; se no, spargerà i suoi errori per il mondo, promovendo guerre e persecuzioni alla Chiesa. I buoni saranno martirizzati, il Santo Padre avrà molto da soffrire,
A Ghiaie, nell’apparizione del 28 maggio 1944 solennità di Pentecoste, la santa Vergine ha detto
- La pace non tarderà, ma al mio cuore preme quella pace mondiale nella quale tutti si amino come fratelli. Solo così il Papa avrà meno da soffrire
Confrontiamo dunque le due frasi.
- il Santo Padre avrà molto da soffrire (Fatima) /il Papa avrà meno da soffrire (Ghiaie).
La prima frase comporta un periodo causale, la seconda invece un periodo ipotetico. Entrambe possono perciò formare una sola frase:
- il Santo Padre avrà molto da soffrire A CAUSA di guerre e persecuzioni nel mondo – ma avrà meno da soffrire SE tutti si ameranno come fratelli.
Questo semplice nesso fra le due frasi permette di percepire il legame provvidenziale fra le apparizioni di Fatima e le apparizioni di Ghiaie.
E’ come se la santa Vergine avesse detto all’umanità (attraverso Lucia di Fatima e Adelaide di Ghiaie):
- A Fatima vi ho avvertiti che il Papa avrebbe molto sofferto a causa di persecuzioni e castighi,
- ma non sono stata ascoltata; per questo a Ghiaie vi ho detto cosa dovete fare perché il Papa abbia meno da soffrire.
Il messaggio di Ghiaie si rivela, in tale semplice raffronto, come un Ammaestramento Sapienziale donato al mondo e alla Chiesa, dalla Santa Vergine, come Madre della famiglia umana e della Chiesa, perchè siano limitate le persecuzioni e attenuati i castighi annunciati a Fatima, così che il Papa e la Chiesa (e l’umanità) abbiano meno da soffrire.
*
per continuare il raffronto fra le due grandi apparizioni, si consiglia di riprendere la lettura della riflessione precedente che invitiamo e si comprenda quanto è importante la Missione Eucaristica affidata ad Adelaide
*
E’ doveroso altresì ricordare
- che lo stesso santo Padre ha il dovere, se fosse un autentico pastore della Chiesa, di diffondere nella Chiesa la Missione Eucaristica donata dalla santa Vergine ad Adelaide, vittima, per questo, di un inesausto martirio perpretato da membri della Chiesa per tutta la vita;
- e che una “generica devozione a una generica famglia” deve essere abbandonata per attuare l’Ammaestramento Sapienziale offerto dalla santa Vergine alla Chiesa allo scopo di limitare i castighi, impedire che le anime si perdano “nel fuoco dell’inferno”, e unire la famiglia umana nell’Amore di Cristo Eucarestia.
perchè la santa Vergine non dica:
- A Fatima vi ho avvertiti che il Papa avrebbe molto sofferto a causa di persecuzioni e castighi, ma non sono stata ascoltata;
- a Ghiaie vi ho detto cosa dovete fare perché il Papa abbia meno da soffrire, ma di nuovo non sono stata ascoltata.
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Fatima, Ghiaie, La Pace nel mondo
CONSACRAZIONE E MISSIONE EUCARISTICA
Molti hanno affermato che Fatima e Ghiaie sono eventi soprannaturali strettamante correlati fra loro.
In particolare, padre Felice Murachelli, scriveva che Ghiaie è l’epilogo di Fatima.
Affermazione assai importante, in base alla quale possiamo dire, conseguentemente, che:
Fatima è preludio di Ghiaie.
Questo nesso è ancor più avvalorato dall’affermazione di don Divo Barsotti secondo cui Fatima è il più grande evento soprannaturale dopo l’Ascensione.
Grazie a questa affermazione, infatti, rammentando che l’apparizione centrale del ciclo epifanico di Ghiaie è quella del 28 maggio, solennità di Pentecoste, (poiché l’Ascensione è il preludio di Pentecoste) si può dire che:
Fatima è il preludio di Ghiaie come Ghiaie è l’epilogo di Fatima.
Correlazione da tener ben presente nell’affrontare il grande tema che lega entrambi gli avvenimenti soprannaturali: LA PACE NEL MONDO.
- Per quanto riguarda Fatima, LA PACE NEL MONDO è legata, come noto, alle frasi della santa Vergine riferite da suor Lucia in merito alla:
CONSACRAZIONE DELLA RUSSIA AL CUORE IMMACOLATO DI MARIA.
- Per quanto riguarda Ghiaie la PACE NEL MONDO è espressa nella frase che la santa Vergine ha pronunciato nell’apparizione di Pentecoste, del 28 maggio 1944, scritta da Adelaide nel suo diario del 1953:
AL MIO CUORE PREME QUELLA PACE MONDIALE NELLA QUALE TUTTI SI AMINO COME FRATELLI.
A una prima lettura, in questi due messaggi relativi alla PACE NEL MONDO, possiamo rilevare due caratteri distinti:
- il messaggio di Fatima sembra presentare un carattere politico, visto il chiaro riferimento ad una particolare nazione, la Russia, che potrebbe avere un ruolo determinante nel rapporto con le altre nazioni del mondo;
- il messaggio di Ghiaie sembra presentare invece, un carattere prettamente ecclesiale, ecumenico, che riguarda l’umanità intera, indipendentemente dalle nazioni.
Per questo ci domandiamo:
come si integrano i due messaggi relativi alla PACE NEL MONDO data la stretta relazione fra Fatima e Ghiaie, essendo Fatima il preludio di Ghiaie e Ghiaie l’epilogo di Fatima?
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Iniziamo da Ghiaie, ovvero dalla frase pronunciata dalla santa Vergine nell’apparizione di Pentecoste, del 28 maggio 1944:
AL MIO CUORE PREME QUELLA PACE MONDIALE NELLA QUALE TUTTI SI AMINO COME FRATELLI.
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AL CENACOLO
In questa frase la santa Vergine indica, come ben si vede, la sorgente da cui sgorgano le sue parole sulla PACE NEL MONDO, ovvero il suo Cuore, che lei stessa indica, dicendo: “al mio cuore”.
E’ molto importante correlare le parole della santa Vergine al suo Cuore, perché,
- ricordando che il Cuore della santa Vergine è unito al Cuore del Divin Figlio come una cosa sola, formando un solo Cuore,
- comprendiamo che la santa Vergine esprime il desiderio del Cuore di Gesù manifestato da Lui al Cenacolo;
dove, preparandosi a salire il Calvario e morire in Croce, ha istituito l’Eucarestia e dove, dopo l‘Ascensione, scenderà, a Pentecoste, con lo Spirito Santo, su Maria e gli apostoli, chiamati a unire il mondo nella vera Pace di Cristo Crocifisso, Risorto e Asceso al Cielo, mediante l’Amore Eucaristico.
E’ proprio al Cenacolo infatti, che,
- possiamo chiaramene risentire, nelle Parole pronunciate da Gesù nella preghiera al Padre, le parole pronunciate dalla santa Vergine a Ghiaie, nella Solennità di Pentecoste, relative alla PACE NEL MONDO, come COMUNIONE D’AMORE FRATERNO
- e capire che la santa Vergine, sia pur appartata, ha udito e conservato nel proprio cuore le parole del Divin Figlio perché fossero rammentate nella Chiesa e in particolare nella Chiesa del nostro tempo.
Ricordiamo allora, due brani della preghiera di Gesù al Padre, quale fonte delle parole pronunciate dalla santa Vergine a Ghiaie il 28 maggio 1944, solennità di Pentecoste
Vi lascio la Pace, vi do la mia pace. Non come la dà il mondo io la do a voi. Avete udito che vi ho detto: “Io me ne vado, e torno da voi”; se voi mi amaste, vi rallegrereste che io vada al Padre, perché il Padre è maggiore di me. Ora ve l’ho detto prima che avvenga, affinché, quando sarà avvenuto, crediate. Io non parlerò più con voi per molto, perché viene il principe del mondo. Egli non può nulla contro di me; ma così avviene affinché il mondo conosca che amo il Padre e opero come il Padre mi ha ordinato. (Gv. 27,30)
Come tu mi hai mandato nel mondo, anch’io li ho mandati nel mondo; per loro io consacro me stesso, perché siano anch’essi consacrati nella verità. Non prego solo per questi, ma anche per quelli che per la loro parola crederanno in me; perché tutti siano una sola cosa. Come tu, Padre, sei in me e io in te, siano anch’essi in noi una cosa sola, perché il mondo creda che tu mi hai mandato. E la gloria che tu hai dato a me, io l’ho data a loro, perché siano come noi una cosa sola. Io in loro e tu in me, perché siano perfetti nell’unità e il mondo sappia che tu mi hai mandato e li hai amati come hai amato me, ma io ti ho conosciuto; questi sanno che tu mi hai mandato. E io ho fatto conoscere loro il tuo nome e lo farò conoscere, perché l’amore con il quale mi hai amato sia in essi e io in loro. (Gv. 18,26)
AL CALVARIO
Dopo il Cenacolo, le parole pronunciate dalla santa Vergine il 28 maggio 1944, solennità di Pentecoste, ci conducono dunque, al Calvario, dove, contemplando Cuore aperto di Gesù, in unità col Cuore della Madre spezzato dallo stesso atroce dolore del Figlio, possiamo comprendere che:
- la PACE NEL MONDO, come COMUNIONE D’AMORE FRATERNO, annunciata al Cenacolo con la preghiera di Gesù al Padre, nasce al Calvario, dal Cuore aperto di Cristo in unità col Cuore spezzato della sua santa Madre.
La frase pronunciata dalla santa Vergine, a Ghiaie, nell’apparizione di Pentecoste consente, pertanto, di affermare che:
- la PACE NEL MONDO come COMUNIONE D’AMORE FRATERNO scaturisce dal Cuore di Cristo Crocifisso, Nostro Redentore, e dal Cuore della santa Vergine Corredentrice eternamente unito al Cuore di Cristo come una cosa sola.
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Comprendere che il messaggio di Ghiaie, in relazione alla PACE NEL MONDO, è strettamente legato alla MISSIONE EUCARISTICA NEL MONDO,
è molto importante
perchè permette di comprendere meglio il messaggio di Fatima, relativo alla PACE NEL MONDO, strettamente legato alla CONSACRAZIONE DELLA RUSSIA AL CUORE IMMACOLATO DI MARIA.
Come vedremo, infatti, i due messaggi si integrano perfettamente:
la CONSACRAZIONE DELLA RUSSIA AL CUORE IMMACOLATO DI MARIA è strettamente correlata alla MISSIONE EUCARISTICA NEL MONDO.