IV LA PRIMA COMUNIONE DI ADELAIDE
Ricordiamo ancora il giorno in cui Candido bussa alla porta del casolare di Adelaide, conducendola sul sentiero che sale per la morena, fino a un fontanile nascosto fra gli alberi,
dinnanzi al quale Candido si ferma, per una preghiera, nel ricordo dei santi martiri, Quirico e Giulitta, cui il fontanile è dedicato, inerpicandosi poi, con Adelaide, su per la morena fra arbusti e rovi di robinie e more, oltre il ponticello sul canale, lungo un sentiero pianeggiante,
fino a un grande prato affollato di bambini, che vanno incontro ad Adelaide e la circondano, sospingendola, tutti insieme, al limitare di un bosco, dinnanzi a un grosso tronco spezzato di betulla
sul quale Adelaide vede del pane raffermo e un grembiule nero, che Candido afferra e indossa, come fosse una veste talare per disporsi a dire Messa.
Adelaide subito comprende. Sa che Candido vuol farsi prete. E partecipa alla Messa di Candido, in quello spazio sacro trasformato in una chiesa;
che a un tratto Adelaide vede ampliarsi dinnanzi ai suoi occhi allorquando la voce forte di Candido inizia a echeggiare, accompagnata dal canto armonioso dei bambini, seguito dal canto sublime degli angeli giunti all’improvviso, a miriade, sopra quel prato.
Adelaide partecipa così, alla Messa di Candido: con devozione, in ginocchio, circondata dai bambini, nel volo degli angeli sopra di lei, senza porsi domande.
Solo alla consacrazione del pane, nel momento in cui Candido lo eleva al cielo pronunciando le stesse parole che il parroco pronuncia alla Messa della domenica nella chiesa parrocchiale,
- contemplando quel pane elevato da Candido al cielo, avverte nel profondo dell’anima che sarà suora,
- e quando poi, riceve sulle labbra, dalle mani di Candido un pezzetto di quel pane raffermo, come un’Ostia consacrata, sente che da quel giorno sarà unita a lui per sempre, perché tutto si è compiuto nella sacra liturgia.
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Come possiamo facilmente comprendere,
questo racconto,
pone un’inevitabile domanda:
- poichè a Ghiaie non “scende”, come a Fatima, l’angelo della Pace con l’Eucaristia presa dal Tabernacolo del Cielo, com’è possibile riconoscere nella Messa di Candido una vera Messa, e nel pezzetto di pane raffermo da lui consacrato, il Corpo e il Sangue di Cristo?
Più semplicemente
- come possiamo vedere a Ghiaie, nelle Messe di Candido, la stessa Realtà Eterna d’Amore Eucaristico che unisce Cielo e terra, scesa a Fatima, a confermare la Verità della Fede?
Per rispondere a questa domanda occorre affrontare il seguente passaggio
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I PICCOLI MARTIRI E L’ALTARE DELLA CHIESA DEL CIELO
Ovvero, occorre continuare a narrare la storia raccontata da Adelaide,
e ricordare
- che Adelaide salirà di nuovo, con Candido, nel bosco sopra il villaggio, dove, di nuovo, incontrerà quei bambini, molti dei quali si presenteranno a lei con la divisa, a righe verticali bianche e azzurre, imposta ai piccoli rinchiusi nei lager nazisti,
- e che, proprio quei bambini, dopo aver partecipato alla Messa di Candido, le racconteranno storie strazianti, grazie alle quali Adelaide capirà che, sono “scesi” dal Cielo dove sono stati “assunti”, come tutti gli altri bambini presenti alla Messa di Candido, in virtù del loro martirio.
Realtà dolorosa grazie alla quale la Messa di Candido si rivelerà come una vera celebrazione Eucaristica.
Poichè infatti,
- quelle piccole vittime vivono eternamente in Cielo con il Signore Gesù,
- possiamo vedere, accanto a Candido, il Signore Gesù Risorto, Che consacra il pezzetto di pane raffermo, dicendo, come all’Ultima Cena: “Questo è il mio Corpo, offerto in sacrificio per voi“.
E dunque, vedere altresì,
- nel tronco di betulla spezzato al limitare del bosco di Ghiaie, l’altare del Cielo, sopra il quale vi è la Vittima, l’Agnello Eucaristico, come su tutti gli altari della terra, dinnanzi ai quali pregano adoranti i martiri, coi santi e gli angeli.
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CONFRONTO COL PRELUDIO DI FATIMA
prendiamo in esame, anzitutto, le apparizioni dell’angelo, che precedono le apparizioni della santa Vergine ai tre pastorelli di Fatima, secondo il racconto di Lucia, nella Biografia di suor Lucia e del Cuore Immacolato di Maria (Un cammino sotto lo sguardo di Maria, pp. 37-49).
– Ricordiamo, dapprima,
che l’angelo, presentatosi ai tre pastorelli come angelo della PACE, si mostra, nella sua terza apparizione, con un calice nella mano sinistra e, sospesa su di esso, un’Ostia, dalla quale cadono nel calice alcune gocce di Sangue.
– Ricordiamo poi
che, dopo aver lasciato il calice e l’Ostia sospesi in aria, quest’angelo s’inginocchia, posa il volto a terra, e ripete la preghiera insegnata ai pastorelli nella sua prima apparizione, aggiungendo queste parole:
Santissima Trinità, Padre, Figlio e Spirito Santo, Vi adoro profondamente e Vi offro il preziosissimo Corpo, Sangue, Anima e Divinità di nostro Signore Gesù Cristo, presente in tutti i tabernacoli del mondo.
– Ricordiamo infine, che
quest’angelo si rialza, e, dopo aver preso di nuovo in mano il calice e l’Ostia, dà a Lucia l’Ostia, ovvero il Corpo di Cristo, e a Giacinta e a Francesco fa bere il calice, ovvero il Sangue di Cristo, dicendo:
Prendete e bevete il Corpo e il Sangue di Gesù Cristo
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Ripercorrendo con la mente il racconto di Lucia, non è difficile cogliere, a un primo sguardo, in quale grande Mistero vengono collocati i tre pastorelli, e, insieme a loro, tutti quelli che, grazie al racconto di Lucia, possono rivivere quel momento di Grazia donato dal Cielo.
nelle parole dell’angelo, il cristiano può riconoscere infatti, con stupore, le parole della preghiera eucaristica della santa Messa (Canone Romano),e perciò, nell’angelo stesso, potrà vedere la figura del sacerdote che celebra il santo Sacrificio, e, ricordando il Vangelo dell’istituzione dell’Eucaristia al Cenacolo,
- dapprima proclama:
La vigilia della sua passione, Gesù prese il pane nelle sue mani sante e venerabili, e alzando gli occhi al cielo a te, Dio Padre suo Onnipotente, rese grazie con la preghiera di benedizione, spezzò il pane, lo diede ai suoi discepoli e disse: Prendete, e mangiatene tutti: questo è il mio Corpo offerto in sacrificio per voi;
- e poi, deposta sulla patena l’Ostia sacra dopo averla presentata, si genuflette in adorazione, prende il calice e, tenendolo sollevato sull’altare, così prosegue:
Allo stesso modo, dopo aver cenato, prese nelle sue mani sante e venerabili questo glorioso calice,
ti rese grazie con la preghiera di benedizione, lo diede ai suoi discepoli e disse: Prendete, e bevetene tutti: questo è il calice del mio Sangue, per la nuova ed eterna alleanza, effuso per voi e per tutti in remissione dei peccati. Fate questo in memoria di me.
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A un primo sguardo dunque, l’angelo appare chiaramente nella figura del sacerdote. E tuttavia, non è possibile non riscontrare una rilevante differenza fra:
- il sacerdote che agendo in persona Christi, grazie alla preghiera Eucaristica, realizza la transustanziazione del pane e del vino nel Corpo e nel Sangue di Cristo,
- e l’angelo che si presenta con l’Ostia consacrata dalla quale cadono nel calice alcune gocce di Sangue, come se la santa Messa sia stata celebrata altrove.
Per comporre questo iato apparente, e comprendere l’ineffabile mistero donato, per grazia di Dio, dal racconto di Lucia, a tutti i cristiani,
è sufficiente ricordare:
le parole che pronuncia il sacerdote al termine della consacrazione:
- Ti supplichiamo, Dio Onnipotente: fa’ che questa offerta, per le mani del tuo angelo santo, sia portata sull’altare del Cielo davanti alla tua Maestà Divina, perché su tutti noi che partecipiamo di questo altare, comunicando al santo mistero del Corpo e Sangue del tuo Figlio, scenda la pienezza di ogni grazia e benedizione del Cielo.
grazie alle quali, parole, possiamo comprendere che:
l’Ostia sanguinante mostrata dall’angelo della Pace insieme al calice,
- proviene dall’altare del Cielo dove è stata portata dall’angelo che sta dinnanzi alla Maestà Divina, nell’offerta del sacerdote che ha celebrato l’Eucaristia sull’altare della Chiesa pellegrina sulla terra.
Si può dire pertanto, forzando il linguaggio figurato, consapevoli dell’unità fra liturgia terrestre e liturgia celeste:
- che i tre pastorelli di Fatima hanno ricevuto la Comunione con l’Eucarestia posta sull’altare del Cielo, dinnanzi alla Maestà Divina,
- “riportata” sulla terra dall’angelo della Pace, per i tre pastorelli,
- e perciò che, veramente, per Giacinta e Francesco fu quello il giorno della Prima Comunione (come si legge nella Biografia di suor Lucia e del Cuore Immacolato di Maria, pg 43),
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Per comprendere in quale grande Mistero vengono collocati i tre pastorelli, e, insieme a loro, tutti quelli che, grazie al racconto di Lucia possono rivivere quel momento di Grazia donato dal Cielo, ci permettiamo di suggerire la lettura del paragrafo “La vita del Cielo è presente nella liturgia terrestre” in: Meditazione sull’Apocalisse, di Divo Barsotti (p. 331).
Scrive don Divo:
fra la terra e il Cielo non vi è più separazione o distanza, il Cielo è presente sulla terra, ma segreto, nascosto. Tuttavia, quello che la terra ora possiede e vive non è per nulla diverso da quello che è in Cielo.
In un passaggio precedente, nel capitoletto intitolato “Il trono e l’altare” don Divo scriveva:
E il Cielo è un altare...ora noi vediamo che nel Cielo vi è il tabernacolo veduto da Mosè: c’è un altare vi è l’altare dei profumi; vi è tutto quello che era nel tempio di Gerusalemme. Il Cielo non è soltanto il luogo dove Dio si manifesta come re sul trono e ha intorno i ministri che l’acclamano, è anche il tempio, vi è un altare, e sull’altare vi è una vittima, e la vittima è Cristo, e la vittima sono tutti i cristiani. La vita del Cielo è una liturgia, un Mistero sacro al quale partecipano Cielo e terra.
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CONCLUSIONE: il prologo di Fatima come il prologo di Ghiaie, sono connotati dal sacrificio Eucaristico.
il preludio delle apparizioni della santa Vergine a Fatima, connotato dalle tre apparizioni dell’angelo della Pace che comunica Lucia e i cuginetti Giacinta e Francesco, “nel cuore del bosco”, con l’Eucaristia della Chiesa del Cielo,
è in stretta correlazione con il preludio delle apparizioni della santa Vergine a Ghiaie, dove la Chiesa del Cielo scende di nuovo sulla terra, con gli angeli e i bambini martiri, per unirsi all’Eucaristia celebrata “nel cuore del bosco” sopra il villaggio, da Candido con Adelaide.
I preludi di Fatima e di Ghiaie, che anticipano le apparizioni della santa Vergine, ci sono offerti come profezia per il tempo, ed è questo, in cui Forze maligne mandate dall’uomo del peccato, figlio della perdizione, si levano per “profanare il santuario”, “sopprimere il sacrificio continuo” e nascondere la Realtà d’Amore Eucaristico, per collocarvi il falso cristo, separare il Cielo dalla terra e annientare la Redenzione : “l’abominazione che causa la desolazione” (Daniele 9,27 -11,31 -12,11 / Mt 24,15 / Mc. 13,14 /Ap. 13,14…).
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(Sono trascorsi oltre cento anni da quando l’angelo della Pace, apparso ai tre pastorelli di Fatima, ha pregato così: Vi adoro profondamante e Vi offro il preziosissimo corpo, sangue, anma e divinità di Gesù Cristo presente in tutti i tabernacoli della terra, in riparazione degli oltraggi, sacrilegi, indifferenze con cui Egli stesso è offeso.
E ora: accogliendo la dottrina protestante, si dirà che la Messa non è un Sacrificio, ma solo la sacra cena; cioè il ricordo di ciò che Gesù fece nella sua ultima cena. E così verrà soppressa la celebrazione della santa Messa. In questa abolizione del sacrificio quotidiano consiste l’orribile sacrilegio compiuto dall’anticristo (don Stefano Gobbi, 31, 12, 1992).
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III° – I BAMBINI DEL CIELO, PROTAGONISTI DELLA STORIA DI GHIAIE
Ultimo di 7 figli, Candido nasce in questo casolare, posto nel bosco sopra il paese di Ghiaie.
Il papà, uomo fragile, muore di tumore allo stomaco a 50 anni;
la mamma, invece, donna forte, lavora come operaia operaia al Linificio,
dove lavora anche il papà di Adelaide, Enrico Roncalli.
Nel bosco di fronte al casolare, a 8-10 mesi, Candido comincia a vedere i bambini del Cielo, prematuramente trapassati da questa vita.
Questi bambini gli confermeranno, più tardi, la vocazione sacerdotale e gli indicheranno dove dire Messa con loro: su un troco spezzato da un temporale, oppure sui prati.
Per dire Messa, Candido si fa la chierica e indossa il grembiule nero della mamma.
In quel prato, insieme a quei bambini del Cielo, giungerà anche l’Emanuel, dal quale Candido riceve ammaestramenti, durante la Messa, celebrata con quei bambini,
e proprio quei bambini, un giorno, obbedendo all’Emanuel, diranno a Candido di scendere al villaggio per condurre Adelaide da loro.
E’ questo un fatto decisivo nella storia di Adelaide, e delle apparizioni di Ghiaie, poiché
proprio quei bambini – gli stessi che si sono mostrati ad Adelaide nelle visite al cimitero con mamma Annetta – appaiono chiaramente come i protagonisti principali della storia di Adelaide e delle apparizioni di Ghiaie,
la quale si fonda, come detto, su un tema cardine della spiritualità cristiana : IL DOLORE INNOCENTE.
Candido, ovviamente, non può comprendere la ragione dell’ordine ricevuto da quei bambini, obbedisce, semplicemente, senza domandare nulla e scende al casolare di Adelaide
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come abbiamo raccontato nel nostro: PICCOLA MARTIRE, Ritratto di Adelaide Roncalli (pagina 15),
quel giorno, Adelaide sente bussare alla porta del casolare, poi la voce affannata di Candido che le dice di aprire. Adelaide conosce appena quel ragazzo, ma gli apre senza far domande,
come sapesse che deve fidarsi di lui; e ancora gli obbedisce quando, subito dopo, come un ordine, quel ragazzo la esorta a seguirlo, dicendole: «Vieni! dei bambini ti cercano!»,
correndo dietro a lui nella piazzetta, e poi lungo il viottolo stretto e accidentato verso la campagna digradante al Brembo, e poi ancora, inerpicandosi con lui sul sentiero che sale per la morena, fino a un fontanile nascosto fra gli alberi, dinnanzi al quale Candido si ferma, per una preghiera, nel ricordo dei santi martiri, Quirico e Giulitta, cui il fontanile è dedicato.
Seduto accanto a lei su un grande masso, Candido le racconta che Quirico e Giulitta furono uccisi, durante la persecuzione di Diocleziano, a Tarso, per mano del governatore della Cilicia, Alessandro: il piccolo Quirico di 3 anni era stato scagliato sui gradini del tribunale per aver professato la fede in Gesù, e la madre, Giulitta, torturata e decapitata perché si era rifiutata di sacrificare agli dei.
Dinnanzi a quel fontanile, Adelaide ascolta attentamente il racconto di Candido, come una lezione di storia sacra, poi, in ginocchio, prega insieme a lui, col pensiero rivolto ai due santi martiri,
e alla fine riprende a inerpicarsi con lui per la morena, fra arbusti e rovi di robinie e more, superando il ponticello sul canale, oltre il quale corre con lui, lungo un sentiero pianeggiante, costretta a fermarsi al limitare di un grande prato, stupita, non solo nel vederlo affollato di bambini che non conosce,
ma anche perché quei bambini, come avessero atteso il suo arrivo, le vanno incontro festanti e la circondano,
sospingendola, tutti insieme, al limitare di un bosco, dinnanzi a un grosso tronco spezzato di betulla, sul quale vede del pane raffermo e un grembiule nero, che Candido afferra e indossa, come fosse una veste talare per disporsi a dire Messa.
Adelaide non è sorpresa dal comportamento di Candido, perché sa, come tutti al villaggio e in parrocchia, che vuol farsi prete.
Non comprende perché quei bambini siano corsi incontro a lei. Solo Candido potrebbe aiutarla a capire, visto che è sceso al suo casolare per condurla da loro, ma non fa domande,
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Riprenderemo ancora questo racconto, preludio della storia di Ghiaie – del quale i protagonisti sono i bambini del Cielo, e ne scopriremo il grande significato, fondamentale per comprendere lo stesso insegnamento sapienziale delle apparizioni della santa Vergine.
Anticipiamo tuttavia, fin da ora, una grande verità – ch’é possibile rivelare solo ora, ovvero solo dopo la morte di Adelaide e Candido – destinata a rimanere segreta per tutta la loro vita.
Questa verità si può esprimere così:
quel giorno, secondo un sublime disegno divino,
Candido e Adelaide vengono uniti, indissolubilmente, con i bambini del Cielo, nello stesso Sacrificio d’Amore, compiuto, sul Calvario, da Nostro Signore Gesù Cristo, insieme alla sua santa Madre, per la salvezza dell’umanità.
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II° – ADELAIDE, FRA CIELO E TERRA
Come si narra nel nostro: PICCOLA MARTIRE, Ritratto di Adelaide Roncalli (pagina 14),
una domenica pomeriggio di fine estate, insieme alle donne del villaggio tutte vestite di nero e cariche di lumini, Adelaide è condotta da mamma Annetta,
dapprima in parrocchia per la funzione dei morti e poi al camposanto sopra il villaggio,
dove, lungo le soste ai sepolcri dei parenti trapassati, Adelaide conoscerà, nei racconti di mamma Annetta, la storia di dolore vissuta da ciascuno di loro.
E così, lungo quel mesto pellegrinaggio fra i sepolcri, Adelaide apprenderà la storia colma di amarezza dalla quale lei stessa ha preso vita, che troverà il punto estremo nel vasto spazio dedicato ai bambini, ricordati coi loro nomi su cippi di pietra.
In quello spazio consacrato al dolore innocente, Adelaide vedrà il volto di mamma Annetta incupirsi ed esacerbarsi incontenibile in un’espressione di atroce tristezza,
che si farà disperazione davanti al piccolo tumulo nel quale giace Federica, la sorellina di Adelaide passata ad altra vita sette anni prima della sua nascita, a soli dieci mesi, stroncata in poche ore, dalla gastroenterite.
Per Adelaide sarà un passaggio straziante.
Ma saprà resistere, sorretta dalla Grazia di Dio, che proprio in quello spazio sacro dedicato alla morte innocente, a un tratto le aprirà davanti agli occhi, in tutto il suo fulgore, il Paradiso.
Perché quei bambini li vedrà come vivi.
Non solo.
Quei bambini le parleranno, racconteranno il loro dolore e la loro morte, svelando ai suoi occhi un altro mondo, destinato molto presto ad ampliarsi in tutta la sua luce, divenendo il suo stesso mondo e il suo stesso Cielo.
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Come vedremo, questa prima esperienza con le anime dei bimbi trapassati da questa vita alla vita eterna, sarà ripetuta da Adelaide in altre visite al cimitero con mamma Annetta,
e troverà compimento nel bosco sopra il villaggio, dove Adelaide sarà condotta da Candido (si vedano le pagine, da 15 a 22, del nostro: PICCOLA MARTIRE, Ritratto di Adelaide Roncalli);
passaggio determinante nella vita di Adelaide per la formazione della sua anima, su cui ci soffermeremo nelle prossime riflessioni.
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Per ora, si ritiene opportuno aggiungere che l’esperienza con le anime dei trapassati si amplierà nei giorni delle apparizioni.
In quei giorni, e nei successivi, Adelaide riceverà, infatti, la Grazia, non solo di vedere in presenza le anime dei trapassati, ma anche a distanza (e non solo bambini, ma anche adulti).
I pellegrini domanderanno ad Adelaide dei figli, fratelli, mariti in guerra.
E Adelaide li vedrà. Ma non risponderà a tutti nello stesso modo, misurando la risposta in relazione a ciascuna persona, con discrezione.
Lo conferma la maestra di Cene, Errmenegilda Poli, nel suo volume “La fede della gente a Bonate” (edizione 1988)
Commentando questa foto, pubblicata nel suo libro a pagina 75 (che ritrae Adelaide nel convento di Gandino),
Ermenegilda Poli indica dapprima le persone presenti all’incontro con Adelaide:
la sorellina Palmina, la sorella Caterina, la madrina Annunciata e la signora Fiorina Bonomi di Fiorano.
Poi riferisce due brevi colloqui con Adelaide, limitati, ciascuno, a domanda e risposta.
Il primo con la signora Fiorina Bonomi di Fiorano che era andata a Gandino per chiedere alla piccola veggente notizie del marito in guerra.
- «Mio marito è in guerra, tornerà?» domanda la signora Bonomi.
- «Sì è stato ferito ma tornerà» risponde Adelaide.
Il secondo colloquio con la madrina di Adelaide, Annunciata,
- «E mio fratello Angelo in Russia, è vivo o morto?» chiede Annunciata.
- «Non piangerlo, è morto, ma è in Paradiso» risponde Adelaide.
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Il racconto di Ermenegilda Poli, è una nuda cronaca, ma assai preziosa, perché permette di confermare che ad Adelaide è stata concessa la Grazia
- di vedere a distanza, superando le barriere dello spazio e del tempo, anche oltre questa vita,
e dunque
- di essere stata COLLOCATA SULLA SOGLIA DI DUE MONDI (i vivi e i morti) QUALE CERNIERA DI UNITA’ FRA ESSI.
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Per comprendere quanto è importante questo compito di unità concesso per Grazia di Dio ad Adelaide,
occorre semplicemente ricordare che
- SULLA SOGLIA FRA DUE MONDI, è stata collocata per prima (e fin dal Principio) la santa Vergine, mediante l’INCARNAZIONE del Verbo di Dio nel suo Seno.
Verità grazie alla quale possiamo affermare che
- ADELAIDE E’ PERCIO’ IMMAGINE DELLA SANTA VERGINE,
e, di conseguenza comprendere che
ADELAIDE, DEV’ESSERE CONSIDERATA, COME DONO DI DIO ALLA CHIESA,
PERCHE’ I FEDELI POSSANO ESSERE CONDOTTI DA LEI NELLE MANI DELLA SANTA VERGINE
OVE RITROVARE L’UNITA’ FRA I VIVI E I MORTI, PERDUTA A CAUSA DEL PECCATO
Unità simboleggiata dai due colombi scuri che la santa Vergine mostra nell’apparizione di Pentecoste e che libererà il giorno seguente,
momento centrale dell’Insegnamento Sapienziale offerto dalla stessa santa Vergine alla Chiesa mediante le apparizioni di Ghiaie.
(si veda: L’ORA DI MARIA, L’ORA DELLA CHIESA, ESEGESI DEL DIARIO DI ADELAIDE, pagine 19-20, e pagine 135-154)
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Più volte la stessa Adelaide ricorda che questo è il tema centrale delle apparizioni.
Il 13 luglio 2013 così scriveva:
- Il messaggio di Ghiaie non solo sta al centro della Chiesa ma dovrebbe stare al centro del cuore di tutti gli esseri umani. Ghiaie è la PASQUA, la RESURREZIONE, la PACE, LA VITTORIA SULLA MORTE CHE NON ESISTE, ma in quanti hanno compreso?
E ancora:
- L’uomo non crede alla morte perché crede che sia una cosa brutta e anche questo è colpa della chiesa, e poi l’uomo non crede in un proseguimento della vita terrena, altrimenti non ci sarebbero guerre, atrocità.
E poi, il 26 ottobre 2013:
- come vedi siamo circondati da guerre fratricide e il messaggio di Ghiaie è ancora valido oggi e lo sarà domani sin tanto che l’uomo lascerà prevaricare il male.
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Come diremo più estesamente, la Grazia concessa ad Adelaide, fin da bambina, permette di comprendere l’elezione di Adelaide, prescelta da Dio Santa Trinità, per condurre nel mondo, quale suora Sacramentina, con la santa Vergine, la Missione Eucaristica affidata alla Chiesa nel giorno di Pentecoste:
unire, in Cristo Crocifisso e Risorto, l’uomo e Dio, i vivi e i morti, il Cielo e la terra.
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I° – APOSTOLA DI MARIA, NEL TEMPO DELLA FINE
Gli ecclesiastici di potere hanno inferto ad Adelaide un inesausto e feroce MARTIRIO,
fino a strapparle il velo di novizia Sacramentina, dopo averle lacerato il velo dell’intimità fisica, a sette anni,
perché
NON DIVENTASSE MAI SUORA,
e così distruggere
la GRANDE MISSIONE EUCARISTICA ricevuta, dalla santa Vergine, PER LA CHIESA DEGLI ULTIMI TEMPI.
E a tal fine, dopo aver ridotto il messaggio delle apparizioni a mera e generica devozione,
hanno favorito scritti assai mediocri perché Adelaide fosse deformata nella persona e chiudere la sua storia all’inessenziale.
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Ma non si sono limitati a conseguire questi obiettivi.
Era essenziale per loro, soprattutto, ridurre Adelaide al silenzio – come la dipinge una falsa biografia, da loro fortemente favorita, che descrive Adelaide proprio come “donna del silenzio“.
Operazione condotta con mezzi omertosi, che ha caratterizzato l’ultima fase del suo martirio, inasprita,
non solo dalla sofferenza causata dal tumore che l’ha sfiancata, ma anche dalla costrizione al silenzio, da lei subita e accettata per salvaguardare la propria esistenza in attesa di un aiuto.
Per far comprendere la restrizione nella quale era forzata da quegli ecclesiastici di potere, decisi a impedirle, a tutti i costi, di rivelare la verità terrificante del suo martirio,
il giorno 11 gennaio 2014, Adelaide inizia la sua lettera scrivendo:
Sono prigioniera, in modo positivo si intende, non come allora che lo ero in modo drammatico, ma questo essere limitata nei miei movimenti mi riporta indietro nel tempo.
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Scritta a pochi mesi dalla morte, questa lettera è assai importante,
perché Adelaide rivela chiaramente di essere prigioniera e limitata nei movimenti, perciò IMPEDITA a comunicare apertamente la propria condizione di forte angoscia nel ricordare senza alcun conforto, i momenti terrificanti del suo Martirio.
Ma non solo per questo, la lettera è assai importante.
In un passaggio cruciale,
dopo aver constatato, con grande dolore, la viltà e il tradimento dei preti, che, in accordo con gli ecclesiastici di potere, hanno censurato il perdono chiestole dal Santo Padre Benedetto XVI°, grazie al quale sarebbe stato conosciuto il suo Martirio e sarebbero state approvate le apparizioni di Ghiaie,
in un sussulto di forte sdegno,
Adelaide rivela la propria ferma determinazione a continuare, in solitudine, unita alla santa Vergine, la resistenza all’opera del demonio che continua a tormentarla,
aprendo, per il tempo futuro, uno scenario apocalittico – che riguarda il destino stesso dell’umanità – nel quale ella continuerà, indomita, la battaglia.
E così scrive:
io obbedisco alla Mamma e vedremo se sarà più forte la mia Mamma o satana, da questo risultato si vedrà il vero cammino dell’uomo sulla terra, se devoto a satana o a Dio.
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E’ la sfida aperta lanciata ai nemici della santa Vergine, da colei che, fin da bambina è stata collocata,
nell’imperscrutabile Disegno Divino,
DA SOLA
AL CENTRO DELLA BATTAGLIA FINALE
nella quale l’uomo sarà chiamato a scegliere – nel dramma della storia –
- fra il vero Cristo e il falso cristo, satana, che intende distruggere la Creazione di Dio, prima di tutto lo stesso uomo;
- fra la Verità della Fede in Cristo e la menzogna di una falsa fede nell’uomo che si fa dio;
- fra la salvezza nella Luce Eterna e la dannazione nel buio eterno.
E dunque, in ultima analisi:
- fra la Chiesa di Cristo e la chiesa del diavolo
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Persino nella morte, Adelaide rivela chiaramente la posizione, nell’estrema battaglia, conferitale, fin dal Principio, nel Disegno della Divina Sapienza.
Lo si comprende ricordando che
Adelaide viene accolta nel manto di Maria, per essere condotta in Cielo, alle ore 3 della notte, conosciuta come l’ora del diavolo, in quanto opposta all’ora della morte di Nostro Signore Gesù: le 3 del pomeriggio.
Evento decisivo, grazie al quale si può affermare che:
- Adelaide muore, secondo il disegno della Divina Provvidenza, proprio nell’ora nel diavolo,
- per essere accolta nel manto di Maria, e scacciare per sempre, con la Luce di Cristo, le tenebre di quell’ora,
Per questo si può concludere che:
- con la morte, Adelaide viene collocata, definitivamente, dalla Divina Sapienza, nell’ora più tenebrosa del tempo,
- per portare Maria all’umanità intera e ad ogni uomo, nel momento in cui il diavolo vuole ghermire le anime suscitando la paura e la disperazione di finire nel nulla senza fine.
(cfr: PICCOLA MARTIRE, Ritratto di Adelaide Roncalli, pg. 249; L’ORA DI MARIA L’ORA DELLA CHIESA, Esegesi del diario di Adelaide Roncalli, pg. 187)
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Vedremo ancora quanto è importante che Adelaide muoia a quell’ora, in relazione alla Missione Eucaristica di accompagnare i morenti da questa vita alla vita del Cielo.
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